Enrico Buonocore, gran patron della Langosteria, ha trascorso parecchie di queste ultime settiane in Riviera Ligure, dove ha preso anche casa e a fine giugno è ricominciata l’attività la Langosteria Paraggi. «Ogni volta è come ripartire da zero – ci ha spiegato recentemente durante il webinar di Identità di Sala, intitolato “Rinascita: i primi passi” (guardalo cliccando questo link), come sempre organizzato da Cantine Ferrari e Identità Golose - Bisogna avere la capacità di riprendere in mano una macchina complessa, perché un ristorante ha bisogno di tempo per tornare a essere eccellente».
Il suo giudizio su queste settimane di “rinascita” però non può che essere entusiasta: «Qui al mare la risposta è incredibile, sorprendente: abbiamo dovuto anche mandare personale di rinforzo da Milano. Abbiamo riaperto sabato 27 giugno ed è stato pienone, un lavoro incredibile sia a pranzo che a cena. La domenica sera pensavamo a numeri inferiori, in genere è il giorno in cui la gente torna in città del weekend. Invece abbiamo realizzato il nostro record di presenze, più di 170 commensali. E nella settimana successiva abbiamo fatto 1.400 coperti. Motivo? Immagino sia per lo smart working», tanti si sono trasferiti nei… Paraggi, o si fermano più a lungo in zona, o sono partiti prima per le vacanze. «La Riviera, della quale sono innamorato, è carichissima di energia».
Come
Buonocore stesso: «Stiamo dimenticando tutti i dubbi e le paure dei mesi scorsi. Sono anche tornato a fare il cameriere, per far fronte ai tanti coperti, ed è stato entusiasmante, un’iniezione di fiducia».
A Milano i numeri sono buoni, «certo si vede il calo, ma il lavoro è costante e “diverso”, con una clientela quasi esclusivamente solo locale, cui dunque dobbiamo tornare a parlare in modo corretto. L'offerta deve plasmarsi su questo nuovo consumo», ovviamente partendo dalle misure di sicurezza, «ci siamo “inventati” forme gradevoli di distanziamento sociale “creativo”» sia al Langosteria Bistrot che al Langosteria di via Savona: separè fatti con la natura, piante, «un bellissimo dehors al Bistrot, sempre immerso nel verde, che ci consente 35-40 coperti in più. Invece in via Savona, per evitare il brutto effetto delle sedie vuote dovute al distanziamento, le abbiamo popolate di simpatici orsacchiotti. Avevamo 110 posti, oggi siamo ridotti a 60-70 ma li riempiamo e devo anche dire che il ticket di spesa è importante, per tre mesi non si è speso e non si è viaggiato, oggi ci si concede pasti abbondanti, ricchi, con ottime bottiglie».

Il nuovo dehors del Langosteria Bistrot a Milano

Distanziamento sociale creativo alla Langosteria di via Savona a Milano
Langosteria Cafè Milano rimane chiuso perché è diventata la dark kitchen di
Langosteria a Casa, la nuova e raffinata offerta delivery del gruppo, «ci sta dando grandi soddisfazioni». Un successo dopo l’altro: qual è il segreto? «Sorridere con gli occhi, credere in quello che si fa, ascoltare il cliente, richiamare i collaboratori al lavoro, continuare a essere attenti alle misure di sicurezza. Certo, il cliente internazionale è importante per Milano, città che si è dovuta fermare proprio in un momento in cui correva a una velocità che mai ha avuto nella storia, almeno nel nostro settore. Occorre quindi essere cauti per tornare ai livelli precedenti e fare le cose al meglio per garantire esperienze sicure». Ma intanto, si riparte di slancio.

La nuova Langosteria al Mandarin - Lago di Como
Con un'ulteriore novità: il 9 luglio
Langosteria ha aperto un pop-up nel lussuoso
Mandarin Oriental – Lago di Como a Blevio, «in una grande terrazza lungolago, un posto fantastico immerso in un giardino botanico». Si continua fino a metà settembre, poi si vedrà. A coordinare l'offerta ristorativa, come sempre il corporate executive chef
Domenico Soranno, insieme a
Denis Pedron. Ma, dato che
Langosteria cresce, si è rinfornzato anche il team di toque: è arrivato anche un nome pesante, quello di
Michele Biassoni, ex dell'
Iyo a Milano.

Michele Biassoni ai tempi dell'Iyo