15-03-2020

La cucina fru-fru al tempo del Coronavirus

L'emergenza virus è un assist per i talebani della tradizione. Ma che noia... Il brillante commento dello chef Pasquale Caliri

Cocinillo asado nello stile castigliano. No, non

Cocinillo asado nello stile castigliano. No, non è cucina fru-fru

Tra i nuovi stati dell’essere e del mondo, ipotizzati dopo la criticità del Coronavirus, c’è quello della fine dell’alta cucina, ritenuta da alcuni talebani della tradizione solo superflua, leziosa, inutile. Per i tradizionalisti, travestiti da gastrofuturisti di primo pelo, non ci sono dubbi: torneremo alla sostanza che farà rima con apparenza.

Il ragionamento continua in una spirale sillogistica, dove il primo assunto è infallibile come il papa ex cathedra: la cucina è solo quella tradizionale. Punto.

L’occasione virulenta è perfetta per sferzare ancora una volta il principio che: o nonna tradizione o morte. Una noia mortale. In questa new age gastronomica ci si immagina un paradiso culinario fatto di ragù della mamma, polpette del bisnonno, ditalini del trisavolo. Non c’è spazio per frivole evoluzioni, civettuose creatività, lustrini d’avanguardia. 

Pasquale Caliri, autore di questo articolo. Ottimo chef, è stato anche valente giornalista

Pasquale Caliri, autore di questo articolo. Ottimo chef, è stato anche valente giornalista

L’urlo anti-modernità scopre un’altra perla: la cucina maschia soppianterà quella fru-fru. C’è imbarazzo persino a scriverlo. Maggiore di quello che ho provato a leggerlo. Niente frivolezze dunque. Niente piatti presentati con garbo, stile, eleganza. Fiori eduli  poi, non parliamone: fa checcachef

Ma di cosa dovrebbe essere fatta questa nouvelle cuisine al testosterone? Un fusillone è maschio mentre una pennetta rigata è femmina? Un soufflé è da omosex navigato mentre un arrosto di montone rizza ogni toque? La tradizione in soffritto ormonale detesta tutto ciò che non appanza. È leziosa quindi ogni forma di eleganza, di bellezza, di accuratezza. 

Se non farai il loro ragout ti chiameranno fru-fru.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Pasquale Caliri

Classe 1965, siciliano di Messina, già giornalista professionista, ha lasciato la "cucina" nei giornali (scriveva di mafia e cronaca giudiziaria) passando alla cucina vera e propria, sempre con il pallino della comunicazione. Ha frequentato l'Alma e poi si è formato con Pietro Leemann e Paco Torreblanca. Dopo un'esperienza negli Usa, è ora chef del Marina del Nettuno Yachting Club Messina

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