07-02-2017
Molti big all'incontro di Milano. A sinistra Roberto Cargangiu e Lino Stoppani, dietro di loro Enrico Cerea, Claudio Liu e Alessandro Pipero. A destra Claudio Salder e Cristina Bowerman, dietro Ciccio Sultano, Davide Oldani ed Enrico Buonocore
No show, una pratica sempre diffusa che penalizza pesantemente la ristorazione italiana, in primis quella di livello, con pochi coperti e servizio eccellente, «qualche anno fa avevo calcolato un danno per me di circa 35mila euro l’anno». Parole di Claudio Sadler, tra i (tantissimi) intervenuti questa mattina all’incontro organizzato, presso Arte del Convivio a Milano, da TheFork e Identità Golose. La cui conclusione è stata: vi sono strumenti concreti per sconfiggere tale pratica, o almeno limitarne al massimo gli effetti negativi. Il principale tra questi è crearsi una piattaforma online – TheFork si candida in questo senso – per gestire la prenotazione, profilare il cliente (il che peraltro garantisce anche ulteriori vantaggi di vario tipo), richiedergli all’atto della conferma il numero di carta di credito in termini del tutto legali. E legale, se regolarmente disciplinato nelle condizioni di cancellation policy, è anche lo storno di una penale in caso di no show effettivo: eventualità peraltro già ridotta al minimo, una volta messi in atto tutti i passaggi suddetti.
A garantirlo è stato Giuseppe Giulio Luciani, professore a contratto all’Università di Parma, intervenuto per spiegare i profili giuridici della faccenda a una platea della quale facevano parte intanto tutti i vertici delle associazioni di categoria, oltre al già citato Sadler (presidente de Le Soste) anche Luca Marchini (presidente Jre Italia), Cristina Bowerman (presidente Ambasciatori del Gusto), Marco Sacco (presidente Chic), Rocco Pozzulo (presidente Fic), Lino Stoppani (presidente Fipe), Ciccio Sultano (presidente Le Soste di Ulisse), Roberto Carcangiu (presidente Apci). E poi alcuni altri tra i più grandi chef e ristoratori italiani: Enrico Cerea, Antonio Santini, Davide Oldani, Angelo Sabatelli, Alessandro Pipero, Claudio Liu, Enrico Buonocore, il platea abbiamo anche visto Cesare Battisti e Seby Sorbello. Come ha detto Paolo Marchi nell’introduzione al dibattito, «è bello che ci si ritrovi qui tutti insieme per far fronte comune, per risolvere un problema».
Almir Ambeskovic, responsabile per l’Italia di TheFork, ha illustrato gli strumenti che una piattaforma come quella da lui rappresentata mette in campo a favore degli chef perché l’incidenza del no show sia ridotta al minimo: «Noi siamo qui da due anni, lavoriamo con 40mila locali nel mondo, 8mila in Italia, siamo in grande crescita. Per questo posso assicurarvi che prenotare online è la strada del futuro, noi supportiamo il ristorante mandando mail e sms di conferma e recall, consentendo a chi ha prenotato di cancellare la pratica per tempo semplicemente con un click, annullando le prenotazioni multiple, profilando il cliente in modo che il gestore del locale possa sapere se è affidabile o meno. Così potete concentrarvi sulla gestione della vostra attività senza ulteriori preoccupazioni. Con TheFork l’incidenza del no show è minima, del 2,8% nel dicembre 2016».
La parola ad Almir Ambeskovic di TheFork. Accanto a lui Elena Collini e Paolo Marchi
E’ stato divertente ascoltare come molti grandi chef, ristoratori e professionisti del settore si approccino al problema e gestiscano il rapporto col prenotante. Eccovene una piccola sintesi.
Davide Oldani: «Io ho introdotto la carta di credito al D’O nel luglio 2014, quando me l’ha imposto la legge. Ho il dubbio che questo problema del no show si possa risolvere a sua volta solo attraverso una legge specifica» (Luciani gli ha risposto che più che una legge serve una scelta comune del settore, che faccia proprio un contratto standard, ben steso, da sottoporre al cliente al momento della prenotazione online).
Filippo Cervi, ceo XDeers: «Dal 1997 a oggi ho vissuto lo stesso problema nel mio settore, quello delle prenotazioni alberghiere. Vi serve un cambio di mentalità da trasferire ai vostri clienti: oggi molti vostri colleghi hanno difficoltà a rinunciare al librone cartaceo delle prenotazioni proprio come gli albergatori trent’anni fa. Invece dovete accettare la sfida della tecnologia, che vi aiuta anche nel rapporto col cliente, penso alla marketing automation».
Cristina Bowerman: «Sono due anni che ho introdotto con successo un sistema di prenotazioni online, con richiesta di carta di credito soprattutto nei confronti degli stranieri, che vi sono più abituati e non sanno esattamente come la cosa funzioni in Italia. Attivo le penali solo nelle serate di pienone, quando accetto l’overbooking perché so che qualche tavolo sarà sempre disdetto all’ultimo o ci sarà un no show».
Strumenti digitali contro il no show
Ciccio Sultano: «Faccio la stessa cosa da 16 anni: all’inizio era un bluff, giusto un modo per responsabilizzare il cliente, ora pretendo la carta di credito per prenotazioni sopra le 4-6 persone. Chiedo a chi ha prenotato di richiamare per conferma, se non lo fa lo cerchiamo noi, se non si presenta gli comunichiamo che abbiamo stornato una certa cifra, ma che è a sua disposizione come credito quando verrà a mangiare da noi. E ogni anno organizzo una cena con i concierge degli hotel più importanti della mia zona, racconto loro i progetti per il futuro e li stimolo a seguire il cliente che ha prenotato».
Alessandro Pipero: «Sì, bisogna coltivare buoni rapporti coi portieri d’albergo, magari allungare loro qualche mancia. Io mi organizzo con loro per far sì che il cliente, al momento dell’arrivo in hotel, riceva un nostro biglietto da visita col pro-memoria della prenotazione. Se poi riserva via telefono, mi faccio dare il numero di cellulare, lo salvo e lo cerco su Whattsapp. Se non è attivo dal '15-'18 sicuro è una sòla».
Enrico Buonocore: «L’importante è stabilire regole certe, adottarle tutti quanti e poi rispettarle noi per primi. Andai senza prenotazione in un locale di Miami, mi dissero che per un tavolo avrei dovuto aspettare 90 minuti. Mi accomodai al bar. Dopo 6 birre e due piatti di fritto di mare, mi vennero a chiamare, al 91° minuto esatto».
Enrico Cerea: «Bene che si introducano questi strumenti. In passato non ricordo più quante false prenotazioni ho subito da parte di quelli che si sono rivelati colleghi ristoratori desiderosi di mettermi i bastoni tra le ruote».
Claudio Liu: «Il nostro nuovo sistema di prenotazione risale a due anni fa. Chiediamo una conferma: se questa non arriva mandiamo un messaggio automatico in cui diciamo non che la prenotazione è cancellata, ma che il tavolo non è più garantito».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.