22-03-2020
Con la puntata di martedì scorso 17 marzo, Capolavori italiani in cucina è tornata in Sicilia. La rubrica di Striscia la notizia, dopo avere descritto la grandezza della cassata di Corrado Assenza, patron del Caffè Sicilia a Noto in provincia di Siracusa, ha fatto tappa a Licata in quel di Agrigento. Il tutto per Pino Cuttaia e le magie della Madia.
Pino è la cassazione della seppia. Non è stato facile scegliere tra la sua interpretazione dell’Uovo di seppia, che appare uguale a un uovo di gallina, e un merluzzo affumicato che nel piatto uno scambia per una originale pizza margherita anche se lo chef ha chiamato il piatto Pizzaiola: merluzzo all’affumicatura di pigna. Ci arriveremo, prima la storia di Cuttaia, davvero insolita nel panorama dell’alta cucina tricolore.
Pino è sì nato a Licata mezzo secolo fa ma la sua famiglia presto emigrò in Piemonte e lui si divise presto, giovane, tra fabbrica, fuochi e fornelli: «Diciamo che iniziai negli anni Ottanta a far da mangiare in un ristorante-pizzeria. Non vengo da una scuola, sono un autodidatta. A un certo punto, fatto il servizio
In pratica il meno pesante, il meno peggio. Trent’anni dopo, la Madia è l’insegna stellata, due stelle, più a sud d’Europa. Che emozioni oggi che la vocazione è giunta? «Dal mio punto di vista la cucina è un modo di raccontarsi. Il cuoco.. io mi racconto attraverso gli ingredienti e, soprattutto, cresco assieme anche a un singolo ingrediente perché ogni anno cambio io e cambia lui, ci si evolve e anche se il prodotto è lo stesso, in verità lo vedi sotto a un’altra forma».
E così si è arrivati alla pizzaiola più singolare di sempre: «Affumico il pesce con la pigna che gli trasmette un profumo resinoso, balsamico che gli conferisce eleganza, un gesto che mi riporta a quando ero bambino e raccoglievo le pigne per accendere il fuoco nel camino. E’ importante questo perché il merluzzo non ha mai avuto fortuna nella ristorazione proprio perché è sempre stato considerato un pesce che sì dà ai malati, agli anziani e ai bambini. Io l’ho
Pino Cuttaia con Paolo Marchi in una pausa della registrazione della puntata di Striscia la notizia dedicata allo chef di Licata in Sicilia
Dall’orto mare alle padelle: «Lo pulisco, lo marino per un paio d’ore e infine lo taglio crudo a fettine. Quindi la spuma di patate, la polvere di pomodoro, un estratto molto intenso, e l’origano fresco che è poi la componente che ti riconduce alla pizzaiola».
Fino a una provocazione: ma Cuttaia non avesse aggiunto una corniche di pane, che ricorda una pizza, sarebbe stato un “normale” piatto di merluzzo con le patate: «Così strega tutti perché fa pensare, ma pure l’illusione fa parte della memoria di una pietanza, sono momenti magici che poi spariscono e lasciano spazio al piatto». E allora conta che superi la prova palato.
Se volete cimentarvi a casa con la pizzaiola di Pino Cuttaia cliccate qui, mentre se volete rivedere la puntata agite qui.
a cura di
A cura della redazione di Identità Golose
Yoji Tokuyoshi, nuovo responsabile di cucina di Stazione Vucciria a Finale di Pollina (Palermo), qui accanto a Pino Cuttaia, ospite speciale di una serata a 4 mani (le foto sono di Fabio Florio)
Pino Cuttaia e Alessandro Ravanà
L'Arancino di riso con ragù di triglia e finocchietto selvatico di Pino Cuttaia è uno dei piatti di Uovodiseppia a Milano