01-05-2021
I confini mi hanno sempre stregato, quelli naturali e quelli tracciati dall’uomo, linee che spesso coincidono, frontiere lungo le quali viene scritta ogni forma di storia, vite consumate nell’attesa, controlli, angherie, barriere spesso bagnate dal sangue di popoli in guerra tra loro. Ben poche storie di libertà, perché il confine in sé è la sua negazione, un modo – e ve ne sono migliaia e migliaia ancora - per rimarcare le differenze, per dividere e non unire. Salvo scoprire un giorno che una certa linea è mutata cambiando anima e forma.
Patrizia, marchigiana, ha scelto l’Abruzzo per lavoro e per amore. Vi arrivò nel 1969 e non come cuoca. Nelle cucine di Zenobi , che è pure azienda agricola, con le uve conferite alla cantina sociale di Colonnella, entrò ben più avanti, nel 1994: «Dovetti imparare tutto, la grande tradizione teramana non era la mia e ognuno aveva la sua di tradizione». Quanta gavetta ma quante soddisfazioni conquistando via via i palati di sempre più persone. A Teramo e nella sua provincia tutto ruota attorno alle pallottine di carne, mini polpette che scandiscono tre capolavori: i Maccheroncini alla chitarra, il Timballo di crespelle e le Virtù, un superbo minestrone immancabile sulle tavole del Primo Maggio. Di
Chi vive lontano da queste terre e ha scarsa dimestichezza con la sua cucina, inciampa facilmente a iniziare dalla forma stessa della pasta. Ha spiegato la Corradetti: «Non bisogna pensare ai rigatoni, bensì a spaghetti fatti a mano, un impasto che va steso sulle corde di uno attrezzo che ricorda lo strumento musicale e che in dialetto non viene chiamato chitarra, ma maccheronar. Si passa sopra con il mattarello e così si formano spaghetti a sezione quadrata».
Per rivedere la puntata dedicata a Patrizia Corradetti cliccate qui, mentre qui troverete il link alla ricetta.
di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi