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«Una delle nostre pizze più amate… Forse perché la burrata a fine cottura è la soluzione a tutti i problemi dell’estate?!». Parola di Daniele Donatelli, due locali a San Giovanni Lupatoto (Verona), il Donatelli 3011 e il Donatelli Pizza & Birra
Durante i quasi tre mesi di chiusura a cui è stato costretto, Daniele Donatelli è stato uno dei pochi pizzaioli gourmet italiani a non doversi inventare un delivery. In una pizzeria d’asporto, infatti, lui è nato e cresciuto e, riconoscendo a quella storia il pregio di avergli allenato i muscoli all’impasto, così come alla conoscenza del più ampio spettro possibile delle materie da utilizzare e a un’indagine quotidiana sulla sempre variegata predisposizione della clientela, anche quando due anni fa ha aperto a San Giovanni Lupatoto (Verona) il suo Donatelli 3011 - dove sforna lievitati di ogni genere dall’alba a notte fonda - ha scelto di non chiudere il suo altro locale, Donatelli Pizza & Birra, prediligendo la strada della diversificazione.
«Così quando ho dovuto serrarne uno, sono tornato a buttarmi a capofitto nell’altro», racconta lui, che di certo non ha l’indole del pigro meditativo e anzi ha letteralmente spremuto da ogni singolo giorno del lockdown l’energia per concretizzare tutte quelle nuove idee che gli frullavano in testa da un po’: un’evoluzione degli impasti per entrambe le pizzerie, naturalmente, e poi una linea di miscelati in bottiglia che uscirà a breve - «perché il mondo dei lievitati non è solo la pizza» - e un progetto ancora supersegreto sulla mozzarella, «ingrediente principe di ogni pizzeria».
Donatelli sulle pagine dell'Almanacco della Pizza
La pizza Bufala
La Carbonara tartufata
La Tonno e cipolla
Sono otto e tra questi ci sarà spazio per un nuovo filone dedicato ai fermentati che va a toccare anche l’altro progetto sulla mozzarella: «Ci sto lavorando molto e presto sarò in grado di rivelarne i dettagli. Dico solo che ognuno di questi tasselli va a comporre un quadro complessivo di attenzione al cliente e alla qualità dell’alimentazione. Quando parliamo di leggerezza, digeribilità, benessere non c’è mai solo un aspetto, come nel nostro caso potrebbe essere quello dell’impasto, a cui bisogna prestare attenzione: tutto dev’essere coinvolto in questa filosofia, in questa prospettiva».
classe 1987, giornalista professionista testardamente modicana, sommelier in formazione permanente. Attraversa ogni giorno le strade del “continente Sicilia” alla ricerca di storie, persone e imprese legate alla cultura del cibo e del vino. Perché ogni contadino merita un romanzo
Pippo Ciccarelli con la sua pastiera
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