23-11-2024
La maestosità del Park Hyatt di Milano, diretto da Simone Giorgi, supportato da un team di successo con Nicola Ultimo, cerimoniere di sala da tempi immemori per questa struttura e il cuoco Guido Paternollo, è stata il palcoscenico perfetto per la famiglia Damilano che ha scelto questo luogo meneghino per condividere una degustazione storica di Barolo Docg Riserva Cannubi “1752”.
Da sinistra, Guido Damilano, Guido Paternollo, chef del ristorante Pellico 3 del Park Hyatt (Milano) e Paolo Damilano
Una cantina di Barolo nata nel 1890 quando, proprio nel comune di Barolo, Giuseppe Borgogno, bisnonno degli attuali proprietari, comincia a coltivare e vinificare le uve di proprietà. Fino al cambio generazionale che Giacomo Damilano introduce con il futuro raccolto, a partire dal 1997, con i tre nipoti: Guido, Mario e Paolo.
«Confermo che la nostra azienda - chiosa Guido Damilano - vanta ben 57.55 ettari vitati, collocati nel cuore della zona di elezione dei grandi vini piemontesi tra Barolo, Monforte, Grinzane Cavour, Novello, La Morra e Casorzo. Senza dubbio tra questi, spicca la collina di Cannubi dove nascono i due cru portabandiera dell’azienda».
Paolo Damilano in uno scatto di Michele D'Ottavio
Un Piemonte che guarda al passato, ma con lo sguardo ben rivolto al futuro: «I risultati del nostro lavoro di squadra - afferma Paolo Damilano - ci portano anche quest’ anno a condividerli con orgoglio, pur in conclusione di un anno bisestile non privo di ostacoli geopolitici (e non solo). La crescita del gruppo segna, infatti, un +6% per numero di bottiglie di Barolo di cui il 40% in Italia. Come novità per il 2024 c’è un nostro investimento sul Timorasso. Perché a noi sta a cuore il Piemonte, la cui valorizzazione porteremo sempre avanti negli anni a venire».
Oggi Damilano produce 386.200 bottiglie annue, di cui 129.200 baroli. Il Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” nasce con la vendemmia 2008, da una porzione di vigne che raggiungono il mezzo secolo.
Il nome di questo Barolo è un omaggio all’anno a cui risale la più antica bottiglia delle Langhe, oggi conservata nella città di Bra, che porta in etichetta il nome Cannubi. Ebbene, due dei 15 ettari della collina Cannubi sono di proprietà della famiglia Damilano. Questa verticale condotta da una voce professionale e autorevole come Sara Missaglia, giornalista e wine educator, coadiuvata dall’ enologo Alessandro Bonelli, ci ha permesso di degustare le annate 2008, 2010, 2015, 2016 e in anteprima la 2017.
La Riserva 2017 degustata in anteprima
Senza soffermarci sui tecnicismi enologici perfettamente interpretati dalla squadra Damilano, queste le nostre considerazioni degli assaggi:
Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” millesimo 2008 Un vino fresco e aristocratico. Dal colore potrebbe mentire sull’età perché presenta una fittezza cromatica incredibile. Un naso delicato, dove la violetta lascia posto a note balsamiche che si ritrovano all’assaggio. Il sorso agile ti colpisce per un cenno di agrumi che svela una freschezza convincente.
Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” millesimo 2010 La grande annata dona a questo vino uno straordinario equilibrio gusto-olfattivo. La frutta si esprime al meglio con note di sottobosco che ritroviamo all’assaggio, con un sentore in primis di mora e, poi, di erbe officinali essiccate sul finale.
Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” millesimo 2015 Vino figlio di una buona annata, ha un naso quasi didattico con viola, rosa e lievi cenni di sottobosco, mentre all’assaggio colpiscono i tannini ancora evidenti che ben si integrano, svelando una trama setosa, pur con una nota alcolica più accentuata.
Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” millesimo 2016 Un Barolo più contemporaneo, con l’accezione più evolutiva del termine. Un vino verticale dalle grandi potenzialità di elevazione. Un viaggio contro il tempo che svela note di sottobosco, tartufo e una lieve balsamicità di buon auspicio. Per noi di Identità, l’assaggio più coinvolgente della batteria.
Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” millesimo 2017 Un vino promettente pur con un tannino troppo scalpitante, ma dalla struttura in linea con lo stile Damilano.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione
Una visione dall'alto delle Cantine Damilano a La Morra
Tutti i protagonisti di Identità di Pesce, in programma lunedì 11 marzo in Sala Blu 1, MiCo di via Gattamelata, a Milano (iscriviti qui). Da sinistra a destra in senso orario: Guido Paternollo, Hiratoshi Ogawa, Jacopo Ticchi, Alessandro Lucassino, Aya Yamamoto e Daisuke Seki, Satoshi Hazama e Moreno Cedroni
Il libro "Tutto quello che non sai sul Negroni" con lo stesso cocktail realizzato da Paolo Baldini
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