15-07-2024

La Collina dei Ciliegi presenta PREA, bianco da vigne in Valpantena, a 600 metri sul livello del mare

Nel borgo di Erbin (Verona) sorgono la cantina e il wine resort guidati da Massimo Gianolli. Con la consulenza di Lydia e Claude Bourguignon, ha deciso di investire sulla nuova linea "Alta", lanciando la prima produzione

La prima annata di Prea è 2021: il Bianco Veron

La prima annata di Prea è 2021: il Bianco Verona Igt è ottenuto da un blend di garganega, pinot bianco e chardonnay

Massimo Gianolli è l’anima de La Collina dei Ciliegi, un uomo d’affari che continua a prestare il suo talento nel mondo dell’alta finanza con la visione di valorizzare il piccolo borgo di Erbin, nel cuore della Valpantena, in provincia di Verona, un luogo della sua infanzia di cui conosce ogni centimetro quadrato.

Qui sorge la cantina e un bellissimo wine resort, Cà del Moro, guidato dagli chef Giuseppe Lamanna e Lina Maffia con camere raffinate e una library, un maneggio e un paesaggio incontaminato dove rifugiarsi. Un vero recupero di un borgo agricolo dove creare dei vini tipici della Valpolicella, esclusivamente a bacca rossa, ha permesso a questa cantina di farsi conoscere.

In verità Gianolli, presidente de La Collina dei Ciliegi, afferma: «Mio padre è nato nel 1925 e tuttora viene in azienda. Ai suoi tempi questo luogo era caratterizzato dalle piante dei ciliegi e pascoli per il bestiame. È un luogo importante per la mia famiglia, abbiamo 56 ettari in un corpo unico di cui 13 di bosco, 12 di prati e il resto vitati. Il mio obiettivo era di far diventare Erbin una destinazione turistica e gastronomica e posso dire grazie ad una squadra di lavoro incredibile oggi lo è a pieno titolo». 

Ma non basta, il confronto e la crescita sono un mantra per Gianolli, quindi consultandosi con l’esperto Christian Roger, nel 2016, iniziano ad analizzare i vini prodotti sino a quel momento. Un confronto dettagliato sui fondamentali pedoclimatici che caratterizzano Erbin. Christian si convinse che La Collina dei Ciliegi potesse rappresentare un nuovo e innovativo progetto vitivinicolo, suggerendo al presidente di coinvolgere fin da subito Lydia e Claude Bourguignon, agronomi e studiosi di terroir di fama internazionale e consulenti per le più leggendarie aziende di settore di tutto il mondo. 

Gianolli con Lydia e Claude Bourguignon

Gianolli con Lydia e Claude Bourguignon

«Dalla meticolosa attività di carotaggio dei diversi appezzamenti - chiosa Gianolli - e dalle analisi della stratigrafia dei suoli, abbiamo compreso che i terreni di Erbin, come più in generale l’alta collina della Valpantena, sono di origine giurassica, mai lavorati in modo intensivo e di conseguenza ricchi in modo straordinario di sostanza organica. Abbiamo deciso di seguire i suggerimenti dei Bourguignon, che ci confermarono, quindi, che i migliori "estrattori di terroir" sono proprio i vitigni autoctoni, nel caso di specie la Garganega (bacca bianca) e la Corvina (bacca rossa); che il sesto di impianto perfetto per i nostri terreni fosse 100x130cm con alta densità di vigne per unità di superficie (ca. 7.700/ettaro); che si dovessero prediligere portainnesti più orientati alla qualità che alla vigoria e alla produttività; che l’irrigazione dovesse essere prevista solo e unicamente di "soccorso". Ecco la nascita della collezione Alta con questo primo vino Prea, che in dialetto significa Pietra».  

Prea, il Bianco Verona IGT 2021, è ottenuto da un blend di Garganega, Pinot Bianco e Chardonnay, e prende il nome dall’omonima parcella del vigneto di Erbin, sita tra i 570 e i 620 metri sul livello del mare. Un vino che fermenta e affina in cemento e ceramica, colpisce per la mineralità e la complessità che ci proietta nel tempo pensando ad un’evoluzione di arricchimento ulteriore. Un progetto che come annuncia l’enologo Paolo Posenato: «Alta sarà composto da quattro vini innovativi prodotti nelle terre della Valpolicella e Valpantena, integralmente Bio, con rese programmate di 40-60 quintali per ettaro. Una vera e propria parcellizzazione dei vigneti e una lavorazione in cantina distinta tra cemento, anfore di terracotta, clyver di ceramica oltre a botti, tonneaux e barrique di rovere francese.  Un vino che cattura l’attenzione per un’esplosione al naso di pietra focaia, frutta esotica ma anche erbe officinali che si ritrovano al palato, con una nota sapida finale davvero molto persistente. Un vino altamente gastronomico e versatile». 

Continua Gianolli: «A partire dal 2013 abbiamo a dimora 8 ettari di vigneto DOC Valpolicella, tra 450 e 600 metri sul livello del mare. Corvina, Corvinone e Rondinella, la prima pietra del nostro progetto, che ha dato vita su tutti all’Amarone Ciliegio e al Valpolicella Superiore Peratara. A partire dal 2018 ha avuto inizio il progetto Alta: oltre 23,5 ettari di viti a bacca bianca e a bacca rossa tra i 550 e i 700 metri sul livello del mare. Nel loro insieme il Vigneto Collina si compone di 31 ettari in corpo unico. Un unicum nell’alta collina veronese».


In cantina

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Cinzia Benzi

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Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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