22-06-2023

Zusslin a Orschwihr in Alsazia: focus sul Riesling, puntando sulla biodinamica

Visita al Domaine Valentin Zusslin: i terroirs si trasformano nelle differenti sfumature di ottimi vini, accomunati da caratteristiche di piacevolezza e longevità

Marie e Jean-Paul Zusslin nella cantina del Domain

Marie e Jean-Paul Zusslin nella cantina del Domaine

Orschwihr è un villaggio di mille abitanti, circondato da vigneti e boschi. È uno dei tanti piccoli gioielli che vanno a comporre il panorama vitivicolo dell’Alsazia.

Una tappa del nostro piccolo viaggio di approfondimento dei terroirs d’Alsace è al Domaine Valentin Zusslin, con una piccola cantina-scrigno al centro del paese di Orschwihr. Qui i fratelli Jean-Paul e Marie Zusslin sono la tredicesima generazione della famiglia alla guida del Domaine: si tratta di una tra le prime aziende a credere nella biodinamica, fin dal 1997.

Marie Zusslin e la degustazione in vigna

Marie Zusslin e la degustazione in vigna

I vigneti si distribuiscono, in sostanza, su due versanti, ma c’è anche una zona totalmente protetta dal progetto Nature 2000, dove è vietato piantare vigne.

«Nella nostra area – spiega Marie Zusslin – il clima è mediterraneo, a 20-25 chilometri ci sono i due promontori del Grand Ballon e del Petit Ballon: i venti e le precipitazioni sono “fermati” dai Vosgi, e le piogge vengono così “deviate” verso la Germania. A livello di precipitazioni, abbiamo in media 450 mm all’anno, che è il dato più basso della Francia».

I vigneti del Grand Cru Pfingstberg

I vigneti del Grand Cru Pfingstberg

Un clima ideale per le vigne. «Le vigne sono piantate sulle pendici del Bollenberg, sul Clos Liebenberg Monopole, sul Grand Cru Pfingstberg. Inoltre – sottolinea Marie Zusslin - stiamo avviando un progetto particolare, piantando Pinot Nero e Sangiovese, in quanto abbiamo dei terroirs che, a nostro parere si prestano a questi vitigni. Abbiamo appena realizzato l’impianto, vedremo tra qualche anno…».

«Abbiamo 21 ettari vitati, tutti biodinamici dal 1997 anni, una strada che ha iniziato mio padre. Di questi, 2,5 ettari sono nel Grand Cru».

Marie Zusslin mostra i nuovi impianti appena realizzati

Marie Zusslin mostra i nuovi impianti appena realizzati

Ampia la gamma dei Cremant, andando anche incontro a una sempre maggiore richiesta di bollicine da parte del mercato mondiale. Tra le varie referenze, il Cremant di Riesling, annata 2012 e dégorgement nel 2021, pas dosè e senza solfiti aggiunti, merita sicuramente una segnalazione: un naso profondo, dove emergono anche le caratteristiche aromatiche del Riesling, e di grande finezza. In bocca la bollicina è fine, e il vino si esprime soprattutto per una grande sapidità e lunghezza. «Per i Cremant – sottolinea ancora Marie Zusslin – facciamo una selezione delle migliori uve».

Riesling che è il protagonista assoluto della degustazione, con le tre versioni più importanti dell’azienda degustate, tutte nell’annata 2018. Il Clos Liebenberg Monopole rimane per lungo tempo ad affinare sur lie, solo in botti usate, e nasce da una selezione delle uve già in vigna. Il risultato è un vino dove il Riesling si esprime in eleganza, senza mai essere invadente, con piacevoli note di frutta che si uniscono a erbe aromatiche. In bocca è molto netto e verticale.

I vini degustati

I vini degustati

Il Grand Cru Pfingstberg segue la stessa vinificazione, ma in questo caso cambia il terroir e l’età delle vigne, che sono degli anni Settanta. Sicuramente è il vino più importante e per certi versi austero lungo, molto profondo, con una maggiore concentrazione, e note marcate di agrume che si uniscono a un bouquet ampio e armonico. Al sorso il vino ha una grande lunghezza e, soprattutto, un enorme potenziale di affinamento.

Il Bollenberg, invece, arriva dall’altro versante dei vigneti, dove si registra una maggiore presenza di argille: è il vino più ricco e pieno, più d’impatto anche da un punto di vista dell’intensità olfattiva, e in bocca ha un maggiore spessore.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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