03-12-2023
Appunti di degustazione all'Enoluogo di Milano, sede della masterclass Alsace Rocks!
È un viaggio potente, quello che si affronta a Milano, con i vini d’Alsazia. Lo grida il titolo della manifestazione - Alsace rocks! - ma ancor più l'orgoglio dei produttori di Vins d’Alsace. Domaine Allimant-Laugner, Domaine Butterlin, Domaine Alsace Frey-Sohler, Domaine Paul Blanck hanno sfoderato le loro carte, ovvero storie e bottiglie, sotto la guida dell’export marketing manager Foulques Aulagnon. Uno spartito movimentato e appassionante, come la geografia e le caratteristiche di questa terra vocata al vino, a partire dal suo volto geologico e dalle vigne per lo più a 200-400 metri di altitudine, esposte a Sud e Sud Est. Ben 150 milioni di anni fa - si ricorda - il mare aveva invaso l’area che oggi corrisponde alla valle del Reno. Ecco perché sulle rocce di granito troviamo il gres, il calcare e la marna. I depositi marini e fluviali hanno completato il lavoro incessante insieme all'erosione. Ma ci sono anche altri protagonisti importanti: i Vosgi, le colline e infine la pianura alluvionale, nonché le quattro fratture, Saverne, Ribeauvillé, Rouffach – Guebwiller e Thann. Con tutte le variazioni sul tema del clima.
Frey Sohler
Invece in cifre, Alsazia significa 911.000 ettolitri, 15.500 ettari di vigneti, da 1 a 15 km di larghezza e 120 km di lunghezza, per l'80% vino bianco. E ancora 3.150 produttori e 750 cantine, 53 doc e due menzioni aggiuntive. Mercati principali Belgio, Germania e Stati Uniti per quanto riguarda il volume; le ultime due posizioni si scambiano per valore.
Questa identità viene valorizzata anche nelle denominazioni. Aoc Alsace esprime a fondo la freschezza di vini che vantano anche uno spettacolo aromatico, seguiti scrupolosamente dai loro produttori, ciascuno con la sua peculiarità eppure con una linearità. Aoc Alsace Communale e Lieu possono essere un'ulteriore pennellata geografica appunto. Poi Aoc Alsace Grand Cru, ad accentuare la finezza del terroir. E la forma è anche sostanza, lo racconta la classica bottiglia alsaziana, la flûte del Reno, vincolante per tutti i vini fermi.
Thomas Butterlin
All’Enoluogo, dopo la masterclass di Alessandro Torcoli, partiamo proprio da quest’ultimo vitigno all’aperitivo: il più apprezzato per Domaine Allimant-Laugner, vale a dire Aoc Crémant d’Alsace Rosé, 12 mesi di invecchiamento sui lieviti, è la prova di un'eleganza tutto tranne che posata e noiosa. Domaine Alsace Frey-Sohler ci delizia con l’Aoc Crémant d’Alsace Blanc de Blancs (Pinot Blanc, Auxerrois, Chardonnay), che con la sua complessità aromatica riesce ad avere anche un tocco quasi pepato e non solo di dolcezza.
Domaine Butterlin ci sorprende con l’Aoc Alsace Renaissance 2020 (Pinot Blanc, Riesling, Muscat) insieme alle storie appassionate di Thomas, terza generazione. In quanto al Domaine Paul Blanck note speciali vengono scritte dal Riesling, in particolare degustando l’Aoc Alsace Grand Cru Furstentum Riesling 2019.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
André Gruss in cantina mostra una bottiglia di Crémant in affinamento
Marie e Jean-Paul Zusslin nella cantina del Domaine
Riquewihr è uno dei paesi più suggestivi dell'Alsazia