07-07-2023
André Gruss in cantina mostra una bottiglia di Crémant in affinamento
Nel cuore del paese di Eguisheim - un’altra piccola gemma incastonata nel gioiello Alsazia - nel cortile del Domaine Gruss è un continuo viavai di persone: chi acquista un paio di bottiglie di vino, chi un cartone. È fortissimo il legame della cantina con il territorio: delle circa 120mila bottiglie annue prodotte (35mila sono di Crémant), circa il 60% viene venduto direttamente in azienda.
André Gruss ci guida così alla scoperta di questa bella realtà vitivinicola. «Siamo una cantina a conduzione familiare. Mio nonno abitava al centro del villaggio. Dopo la seconda guerra mondiale, un produttore di vino è morto e allora mio nonno ha acquistato la sua cantina e i vigneti, e poi ha costruito le altre parti per arrivare a quella che è l’attuale azienda».
«Abbiamo 18 ettari su 60 parcelle diverse, l’80% delle quali sono attorno al paese – continua André Gruss - I terreni sono caratterizzati, in particolare da gres e calcare. Le precipitazioni sono poche, è una zona piuttosto secca. Questa è stata una situazione positiva per lungo tempo, ma ora con i cambiamenti climatici la questione è un po’ differente. Abbiamo circa 500 millimetri di piogge all’anno. Il suolo è comunque ottimo per trattenere l’umidità, e questo è positivo. Quest’anno le precipitazioni in Alsazia sono state abbastanza differenti: dai noi ci sono state poche piogge invernali e nessuna nevicata».
La parte della cantina dedicata all'affinamento dei vini
Le bollicine hanno un ruolo importante al Domaine Gruss. E sono ancora in crescita. «Il Crémant è molto richiesto e copre il 27% della nostra produzione. Abbiamo iniziato a farlo nell’88-89, con mio papà: all’epoca si cecava di valorizzare le parcelle di pianura. Volevamo cercare un’identità particolare: il Crémant serviva per diversificare l’offerta. Non abbiamo mai fatto una grande promozione, ma la domanda è man mano aumentata. Un po’ seguendo la domanda mondiale di bollicine, in costante aumento».
André Gruss mostra i terreni e i vigneti del Domaine
Un percorso che è stato seguito anche per gli altri vini, dove si cerca sempre di contenere il residuo zuccherino. «In totale realizziamo 22 vini diversi – spiega André Gruss – ognuno con caratteristiche differenti, che valorizzano alcuni aspetti dei terroirs e dei vitigni».
Partendo proprio dai Crémant, la Cuvée Confindentielle Extra-Brut 2016 (90% Pinot Noir e 10% Pinot Blanc) viene realizzata con il metodo Solera: «Ogni anno preleviamo un terzo dalle botti e poi si va a riempire – spiega Gruss – questo serve per dare complessità, con un affinamento di almeno 36 mesi sui lieviti e un residuo zuccherino di soli 2,2 g/l». Una bollicina dalla grande profondità, estremamente complessa e ricca, ma anche di grande finezza, con note che spaziano non solo sui sentori di frutta bianca, ma anche su erbe aromatiche e leggera speziatura, passando dal timo al pepe bianco. In bocca la complessità si trasforma in bevibilità, grazie a una spiccata acidità.
I vini degustati al Domaine Gruss
La Grande Cuvée è realizzata con il 60% di Pinot Blanc e Auxerrois, il 20% Chardonnay e il 20% Pinot Noir: in questo caso la scelta è di avere un residuo zuccherino di 5,5 g/l per avere un vino un po’ più rotondo. La complessità certo non manca: si tratta di un vino molto interessante, con una buona spalla acida, ma anche con una maggiore morbidezza. Il Rosé Brut (Pinot Noir in purezza), infine, è molto floreale e fruttato: piacevole, fresco, spensierato.
Per quanto riguarda i vini bianchi, il Sylvaner 2022, troppo spesso sottovalutato, è un vino molto aromatico, floreale, e dalla buona sapidità. Il Pinot Blanc 2022, da terreno calcareo, con sassi, ha meno acidità rispetto al Sylvaner, e risulta un vino più facile e beverino.
Il Riesling Vielles Vignes 2021, assemblaggio di due vigne vecchie, con terreni di calcare e gres, al naso è molto giovane, un po’ introverso, ma al sorso è molto profondo, con prospettive di longevità anche di 10-12 anni.
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«Il 60% della produzione lo vendiamo in cantina»: è forte il legame con il territori
Tra i vini assaggiati, segnaliamo anche il Gewurztraminer vendages tardives 2018, vino dall’incredibile complessità: dalla frutta secca al miele, dalla confettura di frutta gialla alle spezie, per un caleidoscopio aromatico spettacolare. Chi si attende zucchero e stucchevolezza in bocca, si sbaglia: acidità e sapidità sono il contraltare a una ovvia morbidezza (residuo zuccherino di 77 g/l).
Per i rossi, il Pinot Noir tradition 2022, è leggero, punta molto sul frutto, immediato. Pinot Nero Grand V 2020, è un vino molto giovane, un po’ chiuso, con ancora note di legno, tostatura, grafite e frutto nero.
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a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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