08-07-2022
WhistlePig è recentemente entrata nel portafoglio Spirits di Moët Hennessy
L’ascesa, il declino e la riscoperta del Rye Whiskey. E il coraggio di un gruppo di imprenditori che del Vermont, al confine con il Canada, hanno avviato un’impresa che ha già raggiunto importantissimi traguardi e premi.
La storia di WhistlePig, azienda molto recente fondata nel 2009 e recentemente entrata nel portafoglio Spirits di Moët Hennessy, in realtà è legata alla storia della distillazione negli Stati Uniti. «Il Rye Whiskey, cioè il whiskey di segale, è una piccola realtà – spiega Dan Priseman, brand ambassador per Europa e Regno Unito – Nasce dai primi coloni sulla costa Est/Nordest, che si sono portati la segale, in quanto produttiva in questa area, dalla quale ne ricavavano la farina e poi, quello che avanzava, la trasformavano in whiskey. La segale dà più sapore, più carattere».
I whiskey in degustazione
Il Canada, quindi, aveva ricoperto tutte le “quote di mercato” del Rye. Quando riaprirono le distillerie, non aveva più senso produrre negli Usa questa tipologia, e per questo si lanciarono sul Bourbon, realizzato con il mais.
Il whiskey di 10 anni è ottimo in miscelazione
La storia cambia in tempi più recenti, alla fine degli anni Novanta: «Alcuni bartender, rilanciando il mondo dei cocktails, sono andati a scoprire ricette del passato a base di Rye, ritrovando anche marchi non ormai non esistevano più. Alla fine hanno capito che il Manahattan diventava eccezionale con il Rye. Da qui ci fu un primo passo verso il rilancio.
Dave Pickerell, scomparso nel 2018
«Il gruppo di investitori di New York pensavano di fare il migliore Rye possibile, ma nessuno di loro lo sapeva fare. Però incontrarono Dave e decisero di unire le forze. Ma in Kentucky non aveva senso, perché qui la segale non cresce. Bisognava quindi andare dove cresce la segale, nel NordEst degli Stati Uniti. Noi siamo proprio all’angolo più estremo del NordEst, nel mezzo del nulla. Non è un luogo pratico. L’idea è quella di sperimentare, andare oltre i limiti».
Maggiore complessità nel 12 anni
E la WhistlePig guarda al futuro. «Questa è la partenza, ma vogliamo guardare agli scozzesi, sperimentando con botti di sherry, porto e altro. Purtroppo non tutto è andato per il meglio, e abbiamo dovuto costruire un deposito per conservare il whiskey “rovinato”. Abbiamo iniziato anche a costruire le nostre botti, con il legno del Vermont».
Un prodotto molto complesso è il 12 anni
WhistlePig è recentemente entrata ufficialmente nel portafoglio Spirits di Moët Hennessy, con tre prodotti: 10 Y.O., 12 Y.O. e 15 Y.O. Se il più giovane è ideale per la miscelazione, i due successivi trovano una loro connotazione specifica, di grande spessore, anche nell’assaggio in purezza. L’azienda ha anche realizzato un’edizione speciale con Whiskey affinato in botti al 63% di Madeira, al 30% di Sauternes, e al 7% Porto, grazie all’intervento di un master blender che ha saputo scegliere e utilizzare al meglio gli “esperimenti falliti”.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
César Martí, 47 anni, è il Maestro Ronero che ha creato Eminente