10-10-2021

A tavola con Gerry Scotti: «I miei vini? Non vedevo altro che un ritorno alle origini»

Il presentatore televisivo presenta il suo ultimo vino, il Buttafuoco DOC ’56, e con Cantine Giorgi si impegna a rilanciare l’Oltrepò Pavese

Gerry Scotti racconta ricordi di famiglia e d'

Gerry Scotti racconta ricordi di famiglia e d'infanzia, che diventano tappe fondamentali della sua "storia" con il mondo del vino

Gerry Scotti nasce a Camporinaldo, in provincia di Pavia, ed è uno dei pochi a poter dire di essere venuto al mondo sul tavolo in cucina, «una circostanza che ha segnato la mia vita, in un tempo in cui a chiamar la levatrice, la poverina non sapeva mai se si trattasse di un vitello o di un bambino».

Anni in cui anche le più semplici delle famiglie riuscivano a mangiare sempre qualcosa di buono, perchè un orto, qualche pollo, i conigli, bastavano per sentirsi ricchi. Ma è davvero la campagna, la provincia, il posto del cuore di Gerry?

«In realtà Milano è il mio posto del cuore! Io, dopotutto, sono un tipo da città e fra tutti, l’angolo che preferisco è il mio quartiere, quello di Porta Romana, una dimensione ancora di “vecchio stampo” eppure attraversata dalla vitalità dei giovani. Ecco, mentirei a dire che il mio luogo ideale sia la campagna, ma quando ho iniziato a pensare concretamente alla possibilità di produrre vino, non vedevo altro che un ritorno alle origini». Niente Piemonte, niente Sicilia, nessuna delle proposte forestiere che gli erano state avanzate: la sua destinazione sarebbe stata l’Oltrepo’ Pavese, lì dove affondano le sue radici.

Era lì che passava le estati a casa dai nonni: tre lunghi mesi, da giugno a fine settembre perché la scuola. allora, iniziava al principio di ottobre e comunque non prima che tante braccine e mani dimestichevoli si adoperassero a raccogliere, con la loro delicatezza, i grappoli maturi.

Il bottino veniva così conferito dalla famiglia alle aziende vinicole, ai consorzi locali, mentre il nonno conservava per uso personale il necessario: 12/15 bottiglioni di vino, una miscela aranciata e densa che per lui, però, è sempre stato il vino più buono. I graspi, invece, venivano consegnati a una distilleria che ripagava con due bocce di grappa. Consigli per l’uso: un cucchiaio da minestra a fine cena, e impieghi a piacimento per questo simil-combustibile.

Il vino, e tutto ciò che ruota intorno ad esso, quindi, non è mai stato estraneo a Gerry, «è, in realtà, una passione malcelata» come ci confessa «perché ho sempre amato berlo, fino a coltivare il desiderio di produrlo, scegliendo accuratamente l’azienda con la quale collaborare. Una realtà a dimensione d’uomo, familiare e, al contempo, professionale», soprattutto seria e ancorata al territorio.

Fabiano Giorgi e Gerry Scotti, insieme, alla presentazione dei nuovi vini Cantine Giorgi presso il ristorante Cera di Milano: il 1870 Antonio Giorgi Metodo Classico Extra Brut 2012, omaggio al padre di Fabiano, Antonio Giorgi, nonchè fondatore di Cantine Giorgi e il Gerry Scotti Buttafuoco DOC ’56 annata 2017, in etichetta riporta l'anno di nascita del presentatore

Fabiano Giorgi e Gerry Scotti, insieme, alla presentazione dei nuovi vini Cantine Giorgi presso il ristorante Cera di Milano: il 1870 Antonio Giorgi Metodo Classico Extra Brut 2012, omaggio al padre di Fabiano, Antonio Giorgi, nonchè fondatore di Cantine Giorgi e il Gerry Scotti Buttafuoco DOC ’56 annata 2017, in etichetta riporta l'anno di nascita del presentatore

La risposta: Cantine Giorgi, nata per mezzo di Antonio e suo fratello Gianfranco negli anni ’70. Da allora si evolve, specializzandosi soprattutto nella produzione di Pinot Nero (di cui l’Oltrepo’ è terzo produttore al mondo) vinificato in spumante metodo classico. Una dimostrazione fine e cremosa è l’ultima uscita, 1870 Antonio Giorgi Metodo Classico Extra Brut 2012, un omaggio al fondatore dell’azienda, prodotto in edizione limitata con sole 2800 bottiglie sul mercato; è frutto di un degorgement tardif del vino Giorgi 1870, Spumante Metodo Classico Extra Brut tra i più apprezzati della cantina e già vincitore dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso, 4 viti di Vitae e 5 Grappoli di Bibenda.

1870 Antonio Giorgi Metodo Classico Extra Brut 2012

1870 Antonio Giorgi Metodo Classico Extra Brut 2012

Cantine Giorgi, oggi un piccolo gioiello di tecnologie avanzate intrecciate a saperi antichi, vive sotto l’impulso imprenditoriale di Fabiano ed Eleonora Giorgi, figli di Antonio: insieme, sposano il sogno di Gerry che riconosce in quel tessuto familiare di amore e responsabilità territoriale, il contesto ideale, e una disponibilità unica, per soddisfare la propria ricerca di gusto.

Con Giorgi nascono il Riesling DOC, il Pumgranin rosato Pinot Nero DOC (insolitamente fermo per chi, come Fabiano, lo preferisce spumantizzato) e il Regiû rosso Barbera DOC, IL vitigno secondo Gerry, che lo riporta alle memorie di occasioni festose in famiglia.. e chissà che un giorno non ci sia spazio anche per una Bonarda: «Ma per questo bisognerà convincere Fabiano!», chiosa Scotti.

Gerry Scotti Buttafuoco DOC ’56 annata 2017

Gerry Scotti Buttafuoco DOC ’56 annata 2017

Ma intanto è tempo di dare spazio alla nuova produzione scottiana, il Buttafuoco DOC, il vino rosso simbolo dell’Oltrepò Pavese, con uve 35% Barbera, 35% Croatina, 15% Uva rara e 15% Ughetta di Canneto Pavese, vendemmiate congiuntamente durante il mese di ottobre. Un vino che, come dichiara il presentatore «lo lancia nell’Olimpo dei vini; un nettare che non può non piacerti» perché rappresentazione trasparente del territorio: profuma di buono e parla di storie semplici, vigili sullo scorrere del tempo. Un vino a cui ha deciso di apporre il suo anno di nascita, (Gerry Scotti Buttafuoco DOC ’56 annata 2017) e che si mostra con una struttura impenetrabile, di gran corpo: al naso giunge frutta rossa molto matura, fino alle spezie, confetture e ciliegie sotto spirito; mentre in bocca c’è una lunga persistenza, un tannino setoso e un’avvolgenza “focosa”.

Interviene Fabiano Giorgi, «chiunque potrebbe pensare che accostare il nome della nostra cantina a quello di Gerry Scotti sia trovata commerciale bella e buona. In realtà, la nostra è prima di tutto amicizia, ma anche l’ambizione condivisa di “spendere” il nome di un presentatore tanto amato in Italia come volano per il territorio, un ambasciatore di questa terra così sincera, che conquista per la genuinità dei suoi prodotti, quindi, non solo vini, ma anche salumi deliziosi, tartufi: una proposta gastronomica davvero golosa. E tutto, a un soffio da Milano».

Progetti? «L’evoluzione naturale del nostro rapporto – continua Giorgi- potrebbe essere, per Gerry, avere delle vigne tutte sue – seppure sia già in possesso di diverse particelle all’interno dei nostri vigneti. Così da sentirsi davvero radicato alla terra».

«Ma anche – conclude Gerry – desideriamo entrambi restituire il giusto valore a questi vini, prezzi giusti e perché no… vogliamo sognare a una corriera, in partenza da Milano Centrale, con un bel cartello in testa. Destinazione Oltrepo’ Pavese».


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Marialuisa Iannuzzi

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Marialuisa Iannuzzi

Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre.  Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.

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