13-03-2019
Da sinistra a destra, i dirigenti dell'associazione Famiglie Storiche dell'Amarone. Pierangelo Tommasi (Tommasi), Vicepresidente in carica; Marilisa Allegrini (Allegrini), ex Presidente; Sandro Boscaini (Masi), ex Presidente; Maria Sabrina Tedeschi (Tedeschi), Presidente in carica; Alberto Zenato (Zenato), Vicepresidente in carica
La dose più consistente di anni li indossa come un vecchio saggio: non è invadente, ma induce a riflettere con lui. È del 2004, questo Amarone, dell’azienda Speri. Ma ognuno di questi vini ha raccontato allo spazio Bou-Tek di Milano il suo segreto: un prodotto che unisce delle famiglie in una più grande (l’associazione) eppure mantiene la propria identità. Una sfumatura di rosso, un sentore che compare all’improvviso e narra qualcosa di diverso in ogni bottiglia.
E c’è da celebrare, visto che oggi si è arrivati a commercializzare ogni anno 2,3 milioni di bottiglie. Un incremento del 18% che rappresenta un “dono” (in realtà sudatissimo, in termini di lavoro e promozione) significativo, anche se il più prezioso resta vedere la storia che continua con le giovani generazioni.
Davvero, all’interno delle Famiglie, ognuna si differenzia orgogliosamente con il suo vino. Ci sono realtà che affondano le radici nei secoli, altre più recenti. La già citata Speri inizia il suo viaggio nel 1800 e oggi siamo alla settima generazione. Segno particolare la certificazione biologica su tutta la produzione dal 2015. Il suo Amarone Monte Sant’Urbano 2004 si concede volentieri all’invecchiamento, avvolgente ma garbato, il colore granato che si addolcisce.
Il Campo dei Gigli Amarone della Valpolicella 2013 si fa coccolare tre anni in botti da 500 litri, nuove, poi si prende il suo tempo ancora per deliziare con i profumi di frutta, liquirizia, spezie.
Anche l’Amarone della Valpolicella Docg 2013 di Torre d’Orti porge un saluto speziato, che al gusto mostra un notevole equilibrio già anticipatore della disponibilità a viaggiare attraverso gli anni. Forte dell’impronta della marna.
Abbiamo poi degustato di Guerrieri Rizzardi il Calcarole Amarone Classico 2011, prodotto solo nelle annate migliori con una quantità limitata. Seducente nel suo scoprirsi a poco a poco negli aromi, mantiene una sua eleganza garbata al gusto.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
Pierangelo, Giancarlo e Piergiorgio Tommasi, quarta generazione di Tommasi Family Estates