08-10-2018
L'evento Bardolino Cru si è svolto nei giorni scorsi a Verona, presso le sale di Palazzo della Gran Guardia
Che ci può dire l’annata 1956 di un vino ufficialmente nato per ballare una sola estate? Perché questa almeno è la sua fama tra i turisti stranieri sul lago di Garda. Invece può svelare non solo molto, bensì qualcosa di piuttosto sorprendente.
A Bardolino Cru, i festeggiamenti per il cinquantesimo del Consorzio Bardolino svolti a Verona, anche la masterclass ha raccontato di vecchie e nuove vite intrecciate insieme. Tra i 23 produttori (accanto ai veneti delle tre sottozone, La Rocca, Montebaldo e Sommacampagna, c'erano anche i Beuajolais des appellations Morgon, Moulin-à-Vent e Fleurie), la fierezza di aziende che affondano le radici nel passato e di altre che si affacciano con la voglia di sperimentare magari, senza perdere in identità.
Vitigno principale, la Corvina Veronese: con il disciplinare del 2018 può essere usata fino al 95% del totale dell’uvaggio, il resto spetta alla Rondinella. Nel 1968 viene istituita ufficialmente la zona della Doc Bardolino: 16 comuni della sponda veneta del lago di Garda e del suo entroterra. L’anno dopo nasce il Consorzio.
Angelo Peretti
La masterclass aiuta a percepire le differenze tra sottozone (anch’esse un ricordo del passato, non indossato superficialmente, bensì ritrovato nell’anima): nella Sommacampagna, si possono percepire note di ciliegia e pepe nero, per Montebaldo la fragola si fa strada con i chiodi di garofano, infine lamponi e cannella guadagnano un predominio armonioso alla Rocca.
Una giornata che carica il presidente Franco Cristoforetti e tutto il Consorzio. Nella vendemmia 2017, si sono raccolti 235mila quintali di uva (-19% rispetto al 2016) per una produzione di 164.500 ettolitri. E se il mercato italiano si è mostrato interessato, quelli statunitense e scandinavo si sono rivelati non meno vivaci.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky