18-06-2011

Umia, magie nippo-francesi

Tain l'Hermitage: nella cittadina della scuola di Valrhona, per scoprire la particolare insegna di Frédéric e Rika Bau

Frédéric Bau, direttore artistico di Valrhona e
Frédéric Bau, direttore artistico di Valrhona e patron del ristorante Umia, a un'ora da Lione, +33 (0)4.75091985

Il cioccolato è e rimane la sua grande passione. Così come l’École du Grand Chocolat Valrhona, a Tain l’Hermitage - a circa un’ora di auto da Lione – resta il luogo nel quale questo amore profondo e corrisposto si può esprimere al meglio, e dove Frédéric Bau ricopre il ruolo di “direttore artistico”. Però da un paio di anni, questo legame sincero e profondo ha allargato le braccia per accogliere un terzo elemento: il ristorante Umia, che l’abilissimo cioccolatiere gestisce nel bel mezzo di un vigneto, appena fuori dalla cittadina che ospita Valrhona e la sede principale della famosa École a tutto cacao. Ed è a Umia – “delizioso” in giapponese - che il domatore del Cibo degli Dei dedica ora buona parte del suo tempo, del suo entusiasmo e della sua creatività.

Non è però solo in questa nuova e impegnativa avventura: lo affianca – o forse sarebbe più corretto dire lo sostiene – Rika, sua compagna di vita e ora anche di fornelli: lei che in Giappone ci è nata e cresciuta, sui nelle retrovie di Umia può finalmente dare concretezza al suo rispetto per l’autentica cucina nipponica; quella che poco ha a che spartire con la versione riveduta e corretta tanto di moda in Occidente. «Aprire un locale non era proprio nei nostri progetti», racconta Bau, «fino a quando, quasi per scherzo alcuni amici mi hanno chiesto che cosa ne pensassi di prendere in mano le redini della cucina di un nuovo ristorante che stava per aprire in un vecchio casolare immerso in una vigna. Con Rika, ci abbiamo pensato su un po’, e ora eccoci qui».

Trilogia di antipasti (foto Auriemma)
Trilogia di antipasti (foto Auriemma)
Ha gli occhi che ridono, Bau, mentre racconta di come lui stesso sia rimasto sorpreso dal successo quasi immediato della nuova creatura che di fatto gli ha cambiato la vita. «La nostra clientela è quanto di più variegato si possa immaginare: il sabato sera, le due sale con una cinquantina di posti in tutto si riempiono di giovani in cerca di nuovi cibi, sensazioni ed emozioni, e anche di persone di mezza età, che non battono ciglio nel farsi 50-60 chilometri in macchina per venire qui a provare la nostra cucina franco-nipponica». Forse il segreto sta proprio nello straordinario equilibrio tra Giappone e Francia che la coppia è in grado di proporre, anche se in menu non mancano piatti esclusivamente giapponesi. Ricordiamo la Trilogia di antipasti, composta in base all’ispirazione di Rika; il Risotto Japonesque (da scoprire! Unico indizio: tra gli ingredienti compare l’alga Aonori) e il Teryaki di salmone, in cui il pesce caramellato e cotto in forno a legna è servito con riso e salse alla nipponica, e ovviamente con le bacchette. «Più della metà della nostra cucina la definirei francese cosmopolita», specifica lo chef pasticcere. Il quale anche nella nuova reggia detiene lo scettro di “Re del Dessert”. Ma volutamente senza mettere in ombra il resto della carta. 

Umia
Domaine Gambert de Loche
Tain l'Hermitage
Francia
+33.(0)4.75091985
Menu degustazione: 40 e 51 euro
chiuso l'intera domenica e sabato a pranzo 


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Fiorenza Auriemma

Giornalista, si è occupata di mass media, salute, fitness e prima infanzia. Fino all’incontro, qualche anno fa, con la gastronomia, che l’ha definitivamente conquistata

Consulta tutti gli articoli dell'autore