Ci sono luoghi che non si limitano a dare ospitalità, ma restituiscono qualcosa di più. Restituiscono tempo, senso, dignità. Il Viaggio è uno di questi. Un progetto nato da una promessa: quella di Alberto Nicolini e Ornella Calamari di offrire un'opportunità a chi, nella vita, parte in salita.
Un gesto di gratitudine trasformato in accoglienza, un modo per restituire ciò che si è ricevuto – a volte più per circostanza che per merito – condividendolo con chi è più fragile. Nasce così, nel 2023, dal recupero di un luogo abbandonato riscoperto sulle prime colline piacentine, uno spazio di ospitalità autentica e inclusiva: Il Viaggio – impresa sociale.

Alberto Nicolini e Ornella Calamari
Un'oasi di pace sospesa tra la Val Trebbia e la Val Nure che ospita un'azienda agricola, un relais con sei camere e piscina, un birrificio artigianale e una pizzeria con piccola cucina dove, grazie ad un sistema virtuoso, si portano in tavola le eccellenze del territorio, pur senza uno chef ai fornelli.
Protagoniste qui sono le persone più fragili che, con l'impegno quotidiano, costruiscono un'idea di ospitalità nuova, popolata da storie di inclusione vissute in un luogo dove il tempo scorre lento e gli ospiti possono godere dei piaceri semplici della vita, come un'ottima pizza e una birra fresca. Un binomio popolare, che qui rivela una scelta più profonda: quella di un modello gastronomico accessibile, replicabile, attento alla qualità.
Il cuore del progetto batte nel regno di
Emmanuel Peratici, mastro birraio che con l'aiuto di
Samuele Boselli firma una linea di sei birre artigianali più alcune produzioni speciali, prodotte in piccoli lotti da seicento litri e lasciate riposare a temperatura controllata nella cella frigo, fino al momento in cui i beer box incontrano la spillatrice.

Tra le sei tipologie di birre troviamo: ITER, la versione italiana del classico stile pilsner; SP55 BLANCHE, una birra di frumento in stile belga; SAFARI, una tipica lager; U.S. ROUTE 1, una American Pale Ale; RYOKOU, una birra ambrata dallo stile tradizionale; A MILK STOUT, una birra ricca e scura con aggiunta di lattosio, che rende il suo aroma tostato più dolce. La Zingara è invece una produzione speciale, realizzata con una percentuale di mosto d’uva
La fase di imbottigliamento, completamente manuale, è invece affidata ai ragazzi della cooperativa
Oltre l'Autismo di Piacenza, come parte di un processo di formazione in cui la dignità trova spazio nella concretezza del fare.
Tutta la produzione si può osservare dalla tap room al primo piano, dove ogni assaggio racconta una storia diversa. Come La Zingara, una Italian Grape Ale realizzata con il 20% di mosto d'uva, nata dal dialogo con l'Azienda Vitivinicola La Stoppa: un incontro tra due mondi in grado di creare un profilo organolettico unico. Questo approccio circolare lega produzione, assaggio e sinergia territoriale, ed è la vera anima di tutto il progetto, punto di partenza anche per l'offerta gastronomica.
Senza chef né gerarchie, ai fornelli de
Il Viaggio non c'è un solo nome ma tante mani. In particolare quelle di
Andreana Bruzzi e di
Elia Braccio, che ogni giorno portano avanti un lavoro preciso e appassionato, sostenuto da processi semplificati e tecnologie intelligenti.
Il risultato è una cucina senza fronzoli, che punta sulla semplicità ben fatta, frutto di una ricerca costante tra i migliori produttori del territorio e dell'aiuto di alcuni mentor chef, tra cui Daniele Repetti del Nido del Picchio (qui la scheda nella nostra Guida ai Ristoranti), che ha firmato una linea di panini d'autore, con pane cristallo cotto su pietra, fragrante e aromatico, e farciture gourmet.

Il panino d’autore Nettuno, con salmone affumicato dallo stesso Daniele Repetti, burro salato, cipolla caramellata e scarola; tra le altre creazioni troviamo il Babilonia con pastrami di manzo, senape al miele, cetriolini e olio evo; e ancora il Babele, con lingua di manzo, salsa verde, cipolle caramellate, peperoni arrostiti e olio evo
Completano l'offerta i taglieri di salumi e formaggi locali, le composte fatte in casa e i ceci coltivati in azienda, trasformati in hummus o in un benvenuto croccante e aromatico. Una tavola essenziale e allo stesso tempo generosa, dove ogni dettaglio ha il sapore di quell'intenzione che unisce il progetto originale di responsabilità e inclusione al piacere di una buona cucina. Anche la pizza porta la firma di un percorso condiviso.

La Vecchia Napoli con pomodoro, mozzarella, capperi, olive taggiasche e acciughe del Cantabrico dopo cottura
Fragrante e digeribile, cornicione ben alveolato, nasce da un impasto con biga, ad alta idratazione e lunga lievitazione, messo a punto insieme a
Paolo Damiano della pizzeria
Barbarossa, una delle pizzerie nella nostra Guida Pizza & Cocktail (potete leggere la sua scheda qui).
E mentre i nomi in carta evocano terre lontane, i topping raccontano invece sapori di casa, con oro rosso piacentino, salumi selezionati e ortaggi dell'orto biologico, aggiunti fuori cottura per esaltarne la naturale qualità.

Arcadia, pizza bianca con mozzarella e ricotta, e dopo cottura mortadella Capitelli, granella di pistacchio e aceto balsamico
Risultato di un rigore senza compromessi, quella de
Il Viaggio è una pizza diversa. La sua unicità si nasconde dietro le quinte dove, senza un pizzaiolo ufficiale, è il processo produttivo che la rende possibile. Pensato per essere accessibile a tutti – anche a
Mhellson Villaroel, che sta costruendo un percorso di autonomia lavorativa insieme a suo figlio – è facilmente replicabile grazie ad una tecnologia che permette di standardizzare tempi e temperature.
Abbattitori, celle di lievitazione e un forno settato con precisione, grazie anche al supporto tecnico di Zanolli forni, consentono di semplificare al massimo il momento del servizio – affidato poi in sala a Francesco Cappellini – e di mantenere un ritmo di produzione costante per un prodotto che si replica sempre perfetto.
Questo modello non solo assicura sempre un'alta qualità gastronomica, ma rappresenta anche un esempio concreto di inclusione sociale e di innovazione nel settore della ristorazione.
Il Viaggio, però, non si ferma. Anzi si arricchisce di nuove tappe: un chiringuito per le serate di musica dal vivo accompagnate da birre alla spina e da un'offerta food essenziale ma stuzzicante, con tortelli alla lastra ripieni di patate e verza, patate e salsiccia e patate e cipolla; poi ancora una produzione artigianale di gelato, con quattro gusti diversi tra creme, frutta e una variante alla birra; e una linea di cortesia solidale di saponi e shampoo realizzati con gli scarti del birrificio, piccole tracce da portare con sé in ricordo di un'esperienza unica.
La prossima primavera sarà il momento del primo raccolto dai 208 ulivi di varietà Ascolana che, insieme alla coltivazione di orzo e ceci, raccontano una scelta agricola capace di guardare ad un futuro più sostenibile, anche dal punto di vista idrico.
Ogni nuova attività segue sempre le stesse regole: sostenibilità, ricerca dell'eccellenza e impegno sociale. Il regno creato da
Ornella e
Alberto con l'obiettivo di dare un'opportunità lavorativa ai soggetti più fragili è un microcosmo fatto di inclusione, lentezza e attenzione. Un luogo dove ogni cosa ha il suo tempo, ogni persona il suo spazio.
Qui, dove la lentezza è ancora un valore, sinonimo di cura e attenzione verso il territorio e le persone, il viaggio è anche questo: un percorso di condivisione verso una vita più autonoma e completa, capace di generare eccellenza e di restituirla sotto forma di ospitalità, anche attraverso una cucina e una pizza di qualità.