07-10-2018

Il Del Cambio, Baronetto e il risorgimento della Torino gastronomica

Lo chef del ristorante di piazza Carignano ha invitato i cuochi arrivati in città dopo di lui ad animare una grande festa

Un dream team di chef, qui immortalati al complet

Un dream team di chef, qui immortalati al completo, riuniti da Matteo Baronetto, per un compleanno molto speciale al Del Cambio

Una festa di compleanno: questa era nelle intenzioni dichiarate la serata organizzata al Del Cambio di Torino lo scorso 4 ottobre. Una festa particolare, però, per diversi motivi. Il primo è che si trattava di un compleanno che riguardava il nuovo Del Cambio, che non si riferiva quindi tanto alla fondazione del più storico ristorante torinese, attivo in piazza Carignano dal 1757, quanto al nuovo corso iniziato nel 2014 con l’arrivo in cucina di Matteo Baronetto.

Matteo Baronetto

Matteo Baronetto

Inoltre, per celebrare questa ricorrenza, la decisione non è stata quella di celebrarsi, di raccontarsi: il desiderio di Matteo Baronetto e di tutto il Del Cambio è stato di festeggiare Torino e il suo “risorgimento” gastronomico.

Certo: il termine “risorgimento” viene usato con cognizione di causa e motivazioni indiscutibili, essendo stato il Del Cambio il ristorante prediletto di uno dei padri della Patria risorgimentale, Camillo Benso Conte di Cavour, diventando spesso teatro di incontri cruciali per quel periodo storico. Ma l’intenzione degli organizzatori era soprattutto porre l’accento su un momento di grande e positivo fermento per la scena gastronomica torinese.

La terrazza del Del Cambio

La terrazza del Del Cambio

E se il nuovo corso al Del Cambio inizia con il 2014, ecco che Baronetto ha deciso di organizzare una cena collettiva nelle meravigliose sale del suo ristorante, condividendo la responsabilità della cucina con quegli chef che sono arrivati a Torino o hanno aperto un locale in questi ultimi quattro anni. 

L’elenco potrebbe sorprende chi non conosce quella piazza: si va infatti dal Ristorante Carignano con Fabrizio Tesse al Cannavacciuolo Bistrot con Nicola Somma, da Gigi Cucina Urbana di Salvatore e Pietro Sanna al Luogo DiVino con Diego Dequigiovanni; e ancora Stefano Sforza al Les Petites Madeleines del Turin Palace Hotel, il nuovissimo arrivato Marco Sacco al Piano35 del grattacielo Intesa San Paolo o Alessandro Mecca allo Spazio7 della Fondazione Sandretto

La sala del Bar Cavour, al piano superiore rispetto al Del Cambio

La sala del Bar Cavour, al piano superiore rispetto al Del Cambio

Ma ci sono anche Silvio Saracco e Walter Tummolo di Snodo, Dario e Diego Rista del Magazzino52, i fratelli Costardi in servizio da Edit, Beppe Gallina che partendo dalla più storica pescheria di Porta Palazzo ha aperto uno spazio dedicato alla ristorazione, Federico Zanasi che per Lavazza e sotto l’egida di Ferran Adrià guida la cucina di Condividere.

Tutti loro hanno accolto con entusiasmo l’invito di Baronetto: «Potrebbe sembrare difficile - ci ha detto a margine dell’affollatissima serata lo chef di Del Cambio - unire così tanti cuochi, invece è bastato un giro di telefonate, l’adesione è stata immediata. E sono grato a ognuno di loro per questo. Per me è stata una scelta importante: volevo provare a stimolare un’idea di unità, di collaborazione, di riconoscimento reciproco. Credo che sia una cosa piuttosto unica, che non accada in altre città, sono fiero di aver contribuito e penso che non resterà un fenomeno isolato».

I cuochi protagonisti della serata al momento del saluto collettivo

I cuochi protagonisti della serata al momento del saluto collettivo

Quando poi tutti gli chef coinvolti si sono presentati nella sala principale del Del Cambio per un saluto collettivo, le parole di Baronetto si sono fatte molto concrete, comunicando effettivamente la sensazione di un’unità che, auspicabilmente, potrà dare ulteriori frutti.

Intorno, una folla da grandi occasioni. Molti volti noti, molta buona società torinese, molti addetti ai lavori, tutti intenti ad assaggiare gli infiniti piattini pensati dai vari cuochi, chiamati a essere protagonisti di questo “risorgimento”. Qui si seguito, le immagini di alcuni di questi piatti.

Trippa croccante con polenta soffiata alle nocciole e mosto cotto - Silvio Saracco e Walter Tummolo, Snodo

Trippa croccante con polenta soffiata alle nocciole e mosto cotto - Silvio Saracco e Walter Tummolo, Snodo

Topinanbur alle tre consistenze - Marco Sacco, Piano 35

Topinanbur alle tre consistenze - Marco Sacco, Piano 35

Bavarese di gorgonzola, topinanbur e cioccolato amaro - Fabrizio Tesse, Ristorante Carignano

Bavarese di gorgonzola, topinanbur e cioccolato amaro - Fabrizio Tesse, Ristorante Carignano

Agnolotti 2.0 - Matteo Baronetto

Agnolotti 2.0 - Matteo Baronetto

Monte Bianco di fagioli - Nicola Dobnik e Maicol Vitellozzi, Del Cambio

Monte Bianco di fagioli - Nicola Dobnik e Maicol Vitellozzi, Del Cambio

Gelato al parmigiano omaggio a Bob Noto - Federico Zanasi, Lavazza Condividere

Gelato al parmigiano omaggio a Bob Noto - Federico Zanasi, Lavazza Condividere

Crudo di fassona, nocciole e acciuga - Dario e Diego Rista, Magazzino52

Crudo di fassona, nocciole e acciuga - Dario e Diego Rista, Magazzino52

Spiedino di semolino, acciughe, amarene e olive - Matteo Baronetto

Spiedino di semolino, acciughe, amarene e olive - Matteo Baronetto


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Niccolò Vecchia

Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare 
Instagram: @NiccoloVecchia

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