Jonny Lake
Tagliata di muggine alla griglia, ravastrello, fave, infusione alle erbe e briciole di Manuele Senis
In cantina Castello di Albola, mille anni di storia e vini prodotti sulle più alte colline del Chianti
Marco Bizzarri, classe 1962, fotografato da Brambilla/Serrani sul palco del congresso di Identità Milano 2022
Simpatico e geniale. Un uomo saldamente legato al territorio pur da inarrestabile giramondo. Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci dal 2015, arriva a Identità Milano 2022 per portarci un segnale di speranza in questo tempo bastonato dalla pandemia prima e dalla guerra ora: «Il futuro è oggi. Non è cambiato molto rispetto a prima. Nelle turbolenze il cambiamento devi farlo tu. Calma e gesso, ma devi saper tirare il colpo senza paura. E non c'è bisogno di cercare l'impossibile, spesso ciò che fa la differenza sta nel tuo territorio».
Lui da ragazzino sognava di fare il contabile, «ero preciso – ricorda -, rigoroso, facevo ogni cosa con metodo». Caratterialmente il contrario del suo compagno di banco per i 5 anni di ragioneria, Massimo Bottura: «Lui era vivace, estroverso, sognava di fare il calciatore e non sapeva prepararsi neppure un piatto di spaghetti».
Bizzarri sul palco con Claudio Ceroni (a destra, di spalle) e Paolo Marchi
Bizzarri non snocciola numeri, non si pavoneggia tra le cifre, ma racconta di una storia grande saldamente ancorata nella bellezza della provincia: «Sono nato e continuo a vivere a Rubiera in Emilia e da quando ho 8 mesi trascorro le mie vacanze estive a Gabicce Monte. Non è un caso se a Rubiera ho rilevato l'Osteria del Viandante e a Gabicce il ristorante Dalla Gioconda. Nel primo mi sono sposato con mia moglie Maristella 32 anni fa, il secondo era talmente vicino a casa mia che quando è stato messo in vendita avevo il timore che lo comprasse qualcuno che mi rompesse le scatole. L'ho preso, ristrutturato e oggi è il primo ristorante plastic free certificato in Italia».
Bizzarri ha investito in proprio, scommettendo sul figlio Stefano che, dopo una laurea in Economia alla Bocconi, ha fatto esperienza in molti ristoranti nel mondo. «La ristorazione – spiega Marco – ha molte similitudini con il mondo della moda. Il direttore creativo è paragonibile allo chef, il CEO al maitre. Ma, come insegna Bottura, in entrambi i casi si deve creare una famiglia, un lavoro di squadra, perché il piatto più buono può essere rovinato da un pessimo servizio. Il cibo lo puoi mangiare buono anche a casa, se vai al ristorante è giusto pretendere creatività, emozioni, accoglienza».
«Già – sorride -, ma quest'idea doveva essere condivisa con Alessandro e Massimo. Allora ho organizzato un appuntamento al buio, senza che uno sapesse dell'altro. Ma mi sono trovato di fronte ad un'energia esplosiva e a così tante affinità umane che il progetto era già nella loro testa». Nasce così la prima Gucci Osteria, cucina italiana contemporanea che sposa creatività ed eleganza. Dopo quella aperta a Firenze, sono seguite quelle a Los Angeles, Tokyo e la più recente a Seoul. E il futuro è appena iniziato.
giornalista professionista, nata in un'annata di vino buono. Ha spaziato in ogni settore, dallo sport alla politica perché far volare in alto la curiosità è il sistema migliore per non annoiare e non annoiarsi. Non ha nessuna allergia né preconcetto alimentare, quindi fatele assaggiare di tutto. E se volete renderla felice, leggete il suo libro di fotostorie, Il tempo di uno sguardo
Pierpaolo Ferracuti e Richard Abou Zaki fotografati a Identità Milano 2022 da Brambilla-Serrani
Sono tante le leggende che stanno dietro al Filetto alla Rossini, un must della cucina francese. Una di queste racconta che Gioacchino Rossini ordinò in un ristorante tournedos di manzo arricchiti con foie gras e tartufo e, di fronte a una così sorprendente richiesta, il maître d’hôtel l’avrebbe portata passando dietro le spalle (dans le dos) degli altri ospiti presenti in sala per nascondere il “fuori carta” ad occhi indiscreti.
Alessandro Ratta, da Leverano, in provincia di Lecce. Firma la proposta della pizzeria e birrificio Officine Birrai, a Lecce (Tutte le foto sono di Brambilla / Serrani)