04-05-2022
Taka Kondo, Massimo Bottura e Karime Lopez di Gucci Osteria da Massimo Bottura, Firenze, protagonisti della prima lezione di Identità Cocktail, sezione all'interno di Identità Milano 2022. Tutte le foto sono di Brambilla-Serrani
GUCCI OSTERIA DA MASSIMO BOTTURA, FIRENZE La matrice di un ristorante, la sua filosofia e la sua impostazione sono caratteri identitari ben definiti e unici. E se da questo seme germogliano progetti il Dna originario sarà sempre presente nelle nuove iniziative e attività. E’ quello che è successo alle Gucci Osteria. La profonda amicizia fra Massimo Bottura e Marco Bizzarri, ceo di Gucci, cresciuti insieme a Modena e compagni di banco a scuola, ha plasmato questo progetto di accoglienza e cucina legato al brand della maison di moda. Il seme è stato prima piantato all’interno del Gucci Garden, nello storico Palazzo della Mercanzia del capoluogo toscano, ed è poi cresciuto a Tokyo, Bevery Hills e ora anche a Seul. E di questo seme, sul palco di Identità Cocktail, hanno raccontato la genesi e l’evoluzione Takahiko Taka Kondo e Karime Lopez, talentuosa chef della Gucci Osteria di Firenze, compagni in cucina e nella vita, accompagnati da Martina Bonci, responsabile della mixology del bellissimo locale fiorentino. Lo spunto è la ricetta dei Risi e Bisi, preparata da Lucia, la mamma di Massimo Bottura, al rientro da scuola del figlio e dell’amico Marco. Un piatto semplice, ancestrale che nelle quattro Gucci Osteria in giro per l’emisfero trova diverse interpretazioni e preparazioni, una addirittura dolce, lasciando invariata la matrice. “Taka” e Karime hanno raccontato e, soprattutto, preparato la loro versione del piatto – con piselli e fave in ceviche, asparagi e pecorino – per incontrare la tradizione e le contaminazioni asiatiche e sud americane, prima di lasciare i riflettori a Massimo Bottura, a sorpresa sul palco per salutare i suoi ragazzi, e poi a Martina Bonci. Con il cocktail Si, chi parla? la bartender di Gucci Osteria ha interpretato le caratteristiche del piatto rendendo omaggio a Karime, messicana, utilizzando il mezcal come distillato principale del cocktail. Un perfetto incontro per dare valore a un concetto di cucina di alta qualità che ben si sposa alle preparazioni del bancone. Maurizio Trezzi
Kondo e Lopez, Gucci Osteria da Massimo Bottura
Martina Bonci, Gucci Osteria da Massimo Bottura
Edoardo Nono, Andrea Arcaini e Chiara Buzzi, Rita’s Tiki Room
Italian Fog Cutter, Rita's Tiki Room
Il giornalista Andrea Cuomo e il bartender Mattia Pastori
LA PIZZA FRITTA SPACCA. Franco Pepe e Massimo Bottura
Sabina Yausheva, Dry
Cherry blossom
ARMANI, MILANO Di gusto e di stile sono state le proposte di Francesco Mascheroni e Daniele Bresciani, rispettivamente executive chef e bar manager del prestigioso Armani Hotel di via Manzoni a Milano. Esotico il cocktail Trip to Mexico: mescal leggermente affumicato, infusione con peperone crusco, sciroppo di agave e succo di lime; divertente con lo snack in abbinamento ideato da Mascheroni, un tacos di mais fritto con spuma di avocado aromatizzata al cordiale di scorze di lime e zucchero. Polvere di peperone crusco essiccato e frullato per un richiamo in più al drink.
Particolarmente suggestivo il secondo abbinamento, che Bresciani annuncia così: «Abbiamo messo insieme il cocktail più venduto al mondo con il dessert più richiesto al mondo». Tiramisù bianco raccontato dello chef: «Era nostra intenzione dare leggerezza alla ricetta usando l’uovo solo per il savoiardo al centro. Abbiamo ideato una crema di mascarpone e cioccolato bianco, una gelatina al caffè, meringhe con polvere di caffè e gelato al caffè con chicchi in infusione».
La conclusione è affidata al bartender: «Lavorando sulle infusioni abbiamo perfezionato le sfumature»: Negroni nato da un’infusione di Specialty coffee del Burundi, infuso poi con vermouth e miscelato con gin e bitter. Può un Negroni abbinarsi a un Tiramisù? Perfettamente e con eleganza. Davide Visiello
Daniele Bresciani, Armani
Francesco Mascheroni, Armani
a cura di
A cura della redazione di Identità Golose
Mattia Pastori dietro al bancone. Pavese, classe 1984, è uno dei punti di riferimento della mixology italiana. Nel suo ruolo di mixologist e di imprenditore nel beverage, e con la sua società di formazione e consulenza Nonsolococktails, ha deciso di sviluppare il suo percorso in ambito di consulting, curando la start up di concept di grande successo
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