30-03-2025
Da Franco Pepe la pizza diventa gesto
Compie otto anni una delle pizze più iconiche al Pepe in Grani di Caiazzo (Caserta), nata dopo aver assaggiato un piatto di pasta da Pietro Zito in Puglia. La Scarpetta è un’affermazione dello star bene a tavola
Da Pepe in Grani, per favorire l'assaggio di più creazioni, spesso le pizze sono bipartite. In questo caso, vediamo la Scarpetta e Il sole nel piatto (realizzata con Mozzarella di Bufala Campana, pomodoro Piennolo del Vesuvio, olive caiazzane, filetti di alici di Cetara, origano, basilico, olio Evo)
«Ti ho visto, che stai facendo la scarpetta!»: ride, Franco Pepe, mentre passa tra i tavoli della sua creatura Pepe in Grani, a Caiazzo, nell’alto casertano. Una pizza, un gesto: la Scarpetta è una creazione del 2017, nata dopo aver assaggiato un piatto di pasta da Pietro Zito in Puglia, ma anche un’esortazione a raccogliere ogni briciola che possa restare nel piatto. D’altronde, come si fa a resistere a una così perfetta composizione di mozzarella di bufala campana, fonduta di Grana Padano 12 mesi, composta di pomodoro cruda fredda, pesto di basilico liofilizzato e scaglie di Grana Padano 24 mesi? L’attualità di questa pizza è vivida, anche se sono passati 8 anni dalla sua nascita, perché riflette altri gesti: la sartorialità dell’offerta, dove anche chi arriva da solo si sente accolto e può provare più cose, una mano tesa che invita ad entrare e ad accomodarsi, cercando di accontentare anche chi non ha prenotato, perché comunque ha fatto i chilometri per arrivare lassù, a nutrirsi di un impasto che nasce da altre mani, esperte e sapienti. Margherita Sbagliata, Ritrovata, Alletterata, Il Sole nel Piatto, i coni fritti Ciro e Ananascosta: ormai li conosciamo tutti. Franco Pepe non è una star o un divo, ma è colui che si premura di aver regalato un attimo di gioia, convivialità e buon nutrimento a chi lo va a trovare, salutando personalmente tutti gli ospiti. In Vicolo S. Giovanni arriva il mondo, per imparare l’arte della Scarpetta ed esportarla, da una pizza a un gesto.
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella (buona) tavola come creatrice di legami, generatrice di ottimi ricordi e di emozioni vive. Instagram lucafarina88