Che sapore ha una supercar Ferrari? Per quanto l'idea di addentare una delle più esclusive e celebrate auto sportive del mondo non sia forse consigliabile, il nuovo menu degustazione del ristorante Cavallino di Maranello, guidato dagli chef Riccardo Forapani e Virginia Cattaneo, sotto l'attenta supervisione di Massimo Bottura, promette esattamente di rispondere alla nostra domanda iniziale.
Ha una storia lunga e prestigiosa, Il Cavallino: un ristorante con l'anima della trattoria, inaugurato nel 1950 e legato a doppio filo a Maranello e alla Ferrari, di cui è da 75 anni il principale luogo di ristoro. Da quando (a giugno 2021) è stato affidato a quella supercar della cucina italiana che è Massimo Bottura, non ha perso la sua identità pop, immediata, democratica, ma ne ha guadagnato in raffinatezza, rigore estetico, ricercatezza. Non mancano i tortellini (del Tortellante ovviamente), le tagliatelle al ragù e la zuppa inglese, come è giusto che sia. Ma l'offerta si è arricchita di proposte più contemporanee e gourmet.

Il Cavallino di Maranello
Tutto questo senza mai perdere il legame con il mito, con la
Ferrari e con la sua potenza evocativa. Un legame che con il nuovo menu degustazione, presentato proprio in questi giorni trova una celebrazione assoluta.
Forapani e Cattaneo infatti, lavorando a stretto contatto con il Centro Stile Ferrari diretto da Flavio Manzoni, hanno dato vita a un percorso culinario che trasforma in esperienza sensoriale l'eredità delle vetture più prestigiose della storia del marchio: le cosiddette Supercars. Il debutto di questo nuovo menu è coinciso con la Motor Valley Fest modenese e propone sette creazioni gastronomiche che rendono omaggio a sei modelli storici.

Riccardo Forapani, Virginia Cattaneo
I due chef del
Cavallino hanno illustrato la filosofia che anima il nuovo menu degustazione
Supercars, sottolineando come l'intensità dei sapori rispecchi le caratteristiche delle automobili
Ferrari a cui si ispirano. «Abbiamo creato un menu con sapori decisi e brucianti che richiamano la potenza delle vetture».
Il percorso creativo ha preso le mosse non solo dal design distintivo delle sei supercar selezionate, ma anche dal contesto storico in cui sono nate: «Ci siamo ispirati alle caratteristiche estetiche e tecniche di questi modelli iconici, considerando anche le epoche che hanno attraversato. La ricerca delle materie prime è stata fondamentale: abbiamo privilegiato ingredienti del territorio, senza mai dimenticare le nostre radici, ma al contempo capaci di esprimere l'eccellenza del made in Italy, di cui Ferrari è uno dei simboli più conosciuti e amati in tutto il mondo».
L'obiettivo dichiarato è quello di creare un'esperienza gastronomica che unifichi tutti gli elementi dell'universo Ferrari: «Volevamo coniugare automobili, territorio e alta cucina, chiudendo idealmente il cerchio tra Ferrari e Cavallino. I piatti sono pensati per stupire e colpire, proprio come fanno le auto con i loro clienti. Speriamo di essere riusciti a trasmettere attraverso ogni portata la stessa emozione che si prova davanti a una Supercar».
Gli antipasti si aprono con la celebrazione della prima Supercar della storia
Ferrari, la
GTO 288, la cui eleganza profondamente italiana viene rappresentata da un'
Ostrica cotta alla brace, gelatina di pomodoro e ciliegie, spuma di mozzarella e basilico. La potenza c'è, ma è come se sussurrasse e accarezzasse il palato, con grande equilibrio.
La portata successiva ha il compito di dialogare con uno dei miti più straordinari della storia dell'automobile, la leggendaria
F40. Lo fa con la morbidezza di un'
Animella, fondo piccante, prugne, aglio nero e mostarda di limone, un piatto davvero riuscito sia esteticamente che con i contrasti che provocano il palato, tra acidità, dolcezza e piccantezza.
Le linee sinuose e morbide della
F50 vengono richiamate dalle
Linguine di Gragnano, astice grigliato e la sua bisque, salsa al prezzemolo e gel di limone. Ma forse il piatto che ci ha conquistato di più è quello che celebra la
Enzo, la Supercar del 2002 che omaggiava il vero artefice del mito,
Enzo Ferrari.
Per cui i tortellini, come d'altronde per
Bottura, erano un must irrinunciabile. Qui però partono da Maranello per incontrare il mondo, così come
Enzo da lì l'ha conquistato: il ripieno di anguilla è ricco, intenso, il dashi in cui sono immersi delicatamente profumato, mentre l'uva Grasparossa che si trova sul fondo del piatto, una volta mescolata con il brodo, crea la suggestione di quel
Sorbir che è pura storia del territorio.
Lo
Storione, peperone, fondo di carne, nero di seppia e caviale oscietra Calvisius, con il suo dialogo tra carne e pesce, cita la prima ibrida della storia del cavallino rampante,
LaFerrari, che in modo pionieristico, riprendendo come devono fare le Supercars le innovazioni tecnologiche della Formula1, accostava alla potenza del motore termico la velocità della propulsione elettrica.
L'ultima nata, con il compito di celebrare gli 80 anni dell'azienda, è la
F80, che con la sua tecnica avveniristica racchiude sotto il cofano dalle linee estreme gli ancora più estremi 1200 cavalli di potenza. La celebra il
Piccione, cipollotto, rabarbaro, rosa e abete rosso: un piatto ricco, da mangiare a pieni bocconi, come se si stesse accelerando su un rettilineo, con un aperto orizzonte davanti agli occhi.
Le Supercars della
Ferrari sono sei: quindi con cosa si chiude il percorso del
Cavallino? Con il futuro, perché come dice spesso
Massimo Bottura, «nel nostro futuro ci sarà sempre futuro». Gli
Speedform sono i primi modelli su cui lavorano i designer del
Centro Stile Ferrari, concentrando il proprio sguardo sulle forme e sulle linee, prima di trasportarle concretamente su telai e tecnologie: lo
Zabaione, aceto balsamico Villa Manodori e marasche viene così racchiuso da un modellino che più rosso non si può, che promette nuove emozioni e nuove icone di puro stile italiano.
Questa esperienza gastronomica, che viene offerta al prezzo di 95 euro a persona, si collega direttamente all'esposizione Supercars, visitabile presso il Museo Enzo Ferrari di Modena fino a febbraio 2026.