28-01-2020
Federico Quaranta e Paolo Marchi durante la presentazione di "Terra" a Identità Golose Milano
«Terra sono io. Questo libro sono io». Sono state tra le prime frasi proposte al pubblico raccolto nella Sala Ovale dell’Hub di Identità Golose Milano da Federico Quaranta, ospite di via Romagnosi per la presentazione del suo libro, edito da Sperling & Kupfer, e intitolato, appunto, “Terra”. Accompagnato dalle domande di Paolo Marchi, il conduttore televisivo e radiofonico - dal 2003 impegnato con Tinto nella conduzione di Decanter su Radio Rai 2 - ha ripercorso la marcia di avvicinamento a questo suo lavoro.
«Quando mi hanno proposto di scrivere questo libro - ha ricordato - stavo attraversando un momento di grandissima felicità. Era nata da poco mia figlia Petra, e avevo coronato un mio sogno. Infatti dovete sapere che quando ero bambino adoravo guardare in tv, seduto sulle ginocchia di mio nonno, partigiano delle Langhe, il programma “A come agricoltura”. Fazzuoli era il mio mito, altro che Pippo Baudo! Sul palco dello scorso Congresso di Identità avevo avuto il piacere di stringergli la mano, e in televisione, con la conduzione di “Linea Verde”, avevo l’onore di proseguire nella strada da lui iniziata molti anni prima».
Marchi e Quaranta con Paolo Benvengù, il cantautore che ha accompagnato la presentazione con le sue canzoni
Ecco allora che “Terra” è diventato una raccolta, intensa e appassionata, di emozioni, di sguardi, di panorami, di scoperte, di incontri. Di umanità, soprattutto: «Le parole terra e uomo - ha detto l'autore durante la presentazione - hanno una radice comune nel concetto di “humus”».
Quaranta con Walter Massa
O sono invece storie di uomini che scopriamo grazie alle parole di questo libro, come quella del pastore Gregorio, che accompagna - quasi senza proferire verbo, ma solo suoni gutturali pieni di significati diversi - Federico Quaranta agli stazzi di Scanno, in Abruzzo. Guidando le sue pecore, i suoi cani...e anche lo stesso Quaranta, riprendendolo con rudezza quando egli, animato dalle migliori intenzioni, rischia di cacciarsi in un bel guaio al cospetto di un branco di lupi.
E con Franco Lombardi
L'esibizione di Benvegnù
Antonella Ricci e Vinod Sookar mentre spiegano i piatti alla squadra di sala e cucina dell'Hub
Sookar e Ricci con Fede e Tinto
Purè di fave di Carpino, companatico invernale e Pecorino Romano in anfora. «E’ in carta al nostro ristorante dal 1966. L’abbiamo cucinato noi, i genitori e i nonni di Antonella. Le fave di Carpino - essiccate, profumatissime - sono bianche e hanno una caratteristica buccia colorata. Una volta cotte, aggiungiamo l’olio del Frantoio Muraglia. Il companatico invernale prevede invece cipolla rossa di Acquaviva sbollentata e condita con olio e aceto, sale zucchero e pepe; una punta di cicoria e del carciofo di Brindisi, scottato all’aceto. Il Conciato Romano darà la spinta finale»
Orecchiette di semola rimacinata biologica Senatore Cappelli fatte a mano alle due consistenze di cime di rape e alacce. «Le prepareremo il mattino stesso, al coltello come usa da noi. La semola è quella rimacinata dal nostro contadino di fiducia, accanto al ristorante. Le cime sono in due consistenze perché volevamo eliminare il tradizionale filamento delle foglie, fastidioso alla masticazione: faremo la cima, dolciastra, e una crema di foglie, leggermente amarognola. Le alacce sono acciughe un po’ più grosse: sono impopolari ma noi le amiamo molto. Le produce Fish different, un bravissimo produttore calabrese. Creano dipendenza»
Variazioni di bombette su schiacciata di patate della Sila IGP cotte “Al Fornello”. «Sono 3 e tutte del nostro circondario le bombette utilizzate per questo piatto. Quella di Ceglie comprende pecorino, cappero e prezzemolo tirato. Quella di Locorotondo, caciocavallo, prezzemolo tritato, pepe. Quella di Cisternino è una bombetta leggermente panata. Le serviamo tutte e tre su una schiacciata di patate della Sila. Da bambini, andavamo in vacanza in Calabria. Mio padre tornava a casa con quintali di patate di montagna. Era la scorta di tutto l’anno. Abbiamo voluto conservare l’usanza. Le cuociamo sotto la cenere del fornello»
Biscotto cegliese, in questo caso morbido e croccante: «La versione tradizionale è a base di pasta di mandorle - impastatata con liquore di San Marzano e caffè - con ripieno di marmellata di ciliegie, che produciamo ogni anno a primavera inoltrata, e una leggera glassa di cacao. Tutti questi ingredienti vengono uniti in modo diverso, racchiusi in un bicchiere...»
Racconti, storie e immagini dal primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3 a Milano
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
Identità Golose Milano è tutto quello che accade tra le mura dell’hub internazionale della gastronomia: eventi, attività esclusive, ma anche aggiornamenti sugli attesi cambi menu a cura dell’executive chef Edoardo Traverso, fino ai deliziosi report delle cene firmate da prestigiosi chef ospiti