20-11-2023
Georgia Gerogakopoulout (The Clumsies di Atene), Antonio Ferrara, (Aman Venice, Venezia) e Martina Bonci (Gucci Giardino 25, Firenze), tra i tanti protagonisti della Venice Cocktail Week
Alla sua terza edizione la Venice Cocktail Week ha da raccontarci molte novità, oltre a restituirci una fotografia interessante di una città, che sta rinascendo sul fronte della miscelazione. Venezia con il suo grande fascino e attrattiva, tra bellezze artistiche e ospitalità ad altissimi livelli, è oggi una delle mete italiane più apprezzate e ricercate. Artisti, reali, ministri, il jet set mondiale ha contribuito alla crescita e anche alla ristrutturazione di hotel e locali storici come il Danieli, Palazzo Gritti, l’Harry’s Bar e il Caffè Florian, solo per citarne alcuni.
Ne è seguita un’offerta food&beverage improntata sulla classicità a discapito di sperimentazione e avanguardia, che sono state appannaggio di rare e piccole realtà. La kermesse ideata da Paola Mencarelli e gli eventi ad essa correlati hanno invece dato un impulso nuovo e generato un desiderio di rinnovamento sia tra cocktail bar già noti ma sia tra le nuove aperture. Un rilancio dell’intero settore che si traduce in: qualità dei drink, un aumentato numero delle insegne, drinklist vivaci, eventi e nuovi brand. In 7 giorni, dal 23 al 29 ottobre, si sono attivati ben 31 tra bar d’hotel e cocktail bar, con 93 drink creati ad hoc e ben 24 ristoranti e bar che hanno programmato cene dedicate dal titolo “Dining with the spirits”.
Elegance di Antonio Ferrara, Friendshift di Martina Bonci e Mediterraneo di Georgia Georgakopolou
L’evento ha rinsaldato non solo un gruppo già coeso di bartender, ma è stata un’opportunità per la nascita di nuovi format, il lancio di prodotti che siano per i bar e la diffusione di una cultura dell’aperitivo all’italiana. Da un lato, quindi, la settimana veneziana ha permesso di portare alla ribalta nuove aperture come La Biblioteca dell’Hotel Nolinski, aperto con l’avvio della stagione estiva, e guidato da Diego Filippone, Samuele Scomparin e Gaetano Lo Giudice. Una chicca di velluto vermiglio al terzo piano dello storico palazzo della Borsa di Commercio e a pochi passi da piazza San Marco.
La bottigliera illumina una biblioteca che custodisce 4000 volumi curati da un libraio indipendente e che sono abbracciati da un soffitto affrescato da Simon Buret. Altrettanto interessante è l’inaugurazione del Santa Cocktail Bar all’interno dell’Hotel dell’Orologio, il fratello minore del gruppo di locali di Firenze – uno in Santa Maria Novella e uno all’interno della residenza di lusso Villa Cora e a Roma. Nella sede veneziana il bancone è affidato a Simone Covan, che ha già dato un’ideantità molto chiara e in linea con le altre insegne del Santa.
Facundo Gallagos, Geogia Georgakopoulou e Paola Mencarelli
Il professionista del settore e il cliente diventano protagonisti di presentazioni aperte al pubblico come il lancio di Amante 1530, l’aperitivo amaro ideato da Sting e realizzato insieme agli amici Anna e Barry Rosenstein, Richard Kirshenbaum. Un progetto che ha visto la consulenza dell’enologo Riccardo Cotarella e lo sviluppo di ricette di drink di Walter Bolzonella, storico barman dell’Hotel Cipriani, e di Facundo Gallagos, bar manager dell’Arts Bar del St. Regis Venice. Un duetto perfetto che dimostra come il mercato si continui a muovere verso il consumo di un prodotto come l’aperitivo nel canale professionale e quello del consumatore finale.
Un secondo approccio è invece quello di Nordés Gin, che consolida la sua presenza sul territorio italiano andando a lavorare a stretto contatto con i barman in un percorso a tappe che attraversa l’Italia. Si parte da Roma Bar Show e dalla collaborazione con il Drink Kong di Patrick Pistolesi per poi approdare a Milano in diversi locali tra cui Ronin e, infine, Venezia con l’attivazione di alcune ricette inedite a base del gin galiziano. Tutte le proposte miravano a valorizzare le caratteristiche aromatiche di un distillato di ginepro, che parte da una base alcolica di vino albariñho e quindi di maggiore freschezza e delicatezza, oltre che gli stili di miscelazione dei bar coinvolti.
Covan, ad esempio, lo ha proposto in una rivisitazione del Long Island Iced Tea con Yerbito, Bitter Fusetti, cordiale agli agrumi e soda al pompelmo; mentre Rey Soriano del Tarnowska’s American Bar lo propone in un twist sul Negroni accompagnato dalle note di cacao grazie all’Angostura Cocoa Bitters, Vermuth del Professore Rosso, Bitter Campari e qualche nota di Angostura per dare ancora più speziatura.
Dal bar della Biblioteca, “From Paris to Venice”, drink studiato per la Venice Cocktail Week. E a base di Boatyard Distillery Sloe Boat Gin, Giffard Vanille de Madagascar, Cointreau, succo di limone, Top Soda
Il brunch ha raccontato un altro orientamento della bar industry attuale, ossia il lavorare a stretto contatto con i barman dove il confronto e la fiducia diventano conditio sine qua non per una collaborazione tra fornitore e professionista. Apparentemente diversi, in realtà, la mixology e la ristorazione dimostrano di aver sempre più punti di tangenza di quanto ci si sarebbe aspettati anni fa e, ogni edizione della Venice Cocktail Week, non fa che rafforzare questa tendenza.
ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.
a cura di
sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose
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Pietra Rossa, ristorante enoiteca a Sestiere di Castello 2877, telefono +390414067887
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