Ciccio Sultano
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Sei mesi. Tanto sono durati i lavori di ristrutturazioni firmati dai due architetti e designer Patrick Jouin e Sanjit Manku, che hanno rinnovato i maestosi ambienti de La Mamounia di Marrakech. La Grand Dame ha riaperto il 16 ottobre 2020, «più splendida che mai», con spazi rinnovati e più dinamici, dal tocco contemporaneo, nuovi spazi conviviali, prestigiose collaborazioni. Tra le novità anche i due ristoranti firmati dallo chef francese Jean-Georges Vongerichten, a capo di insegne in tutto il mondo, a Miami, Las Vegas, a Londra, Parigi, Shanghai e Tokyo. Affiliata a The Leading Hotels of the Worlds, la nuova Mamounia accoglie in un’atmosfera ancor più raffinata e per offrire esperienze e servizi ancor più esclusivi, mentre a restare intatti sono il fascino e il patrimonio artistico dell’hotel al cospetto dell’Atlante, che ha saputo affascinare personalità e capi di Stato, da Roosevelt a Churchill, da Aristotele Onassis e Yves Saint Laurent. Inizia dunque una nuova scommessa per quello che da quasi un secolo (ha aperto nel lontano 1923) è un’icona della tradizionale ospitalità marocchina, nonché uno dei simboli indussi dell’ospitalità di lusso a livello mondiale. Ne abbiamo parlato con il general manager Pierre Jochem.
Pierre Hermè e Pierre Jochem (foto Alan Kehoane)
La piscina del Mamounia
Restaurant Asiatique
L'Italien par Jean Georges
Pavillon Piscine
La Spa Ville des-Sens
cittadina del mondo per lavoro e per passione, negli ultimi vent'anni ha viaggiato da un capo all'altro del globo, scritto libri e guide di turismo, collaborato con Mediaset e con diverse testate di viaggio, di enogastronomia e di lifestyle (tra gli altri, Dove, Elle, Bell'Europa, I Viaggi del Gusto). Oggi è consulente di Identità Golose, collabora con Turismo&Attualità, Panorama TV, Marco Polo ed è vice-direttore di The Cube Magazine
Radiografia, notizie e curiosità sugli hotel e le locande più importanti in Italia e nel mondo.