14-10-2025

Un eremo isolato, senza wifi, immerso nel verde: è il nuovo paradigma del lusso?

All'ecoresort Eremito, in Umbria, dominano silenzio e semplicità, tra 3mila ettari di riserva Unesco. Marcello Murzilli - già patron del marchio El Charro - ha creato un eremo laico contemporaneo: si dorme in 14 celle spartane, si cena a lume di candela

Il refettorio è uno dei punti centrali dell'E

Il refettorio è uno dei punti centrali dell'Eremito, a Parrano (Terni): qui la cena viene servita  rigorosamente in silenzio, senza luce elettrica ma illuminata da candele, il fuoco del camino acceso e il sottofondo di canti gregoriani

Occorre il coraggio di mettersi a nudo per poi riprendere il viaggio dell'esistenza “vestiti” di nuova energia e decisioni prese. Trascorrere del tempo a l'Eremito, eremo laico contemporaneo immerso in 3 mila ettari di verde nell'intimità umbra, non è per tutti. Perché non tutti vogliono rinunciare al concetto omologato di lusso per abbracciarne uno più prezioso: il lusso del silenzio e dell'interiorità che si sbarazza di smartphone, televisore, frigo bar, champagne, aria condizionata, piscina all'aperto, sigarette... Chiamatelo, come va di moda, soggiorno digital detox, in verità è una «ricarica dell'anima», come ci ha spiegato chi tutto questo lo ha ostinatamente voluto. Lui è Marcello Murzilli, romano di 77 anni, artefice del marchio El Charro che negli anni ’80 ha vestito i paninari italiani. All'apice del successo, mollò tutto per imbarcarsi su una barca a vela del 1937 e trascorrere due anni per mare fino ad approdare su una costa isolata del Pacifico messicano. Qui costruì e gestì per 14 anni l'Hotelito Desconocido, progettato su palafitte di legno e fango e inserito tra i 5 ecoresort più belli al mondo.

L'Eremito è circondato da 3 mila ettari di riserva mondiale della biosfera Unesco: in Italia non esiste un'altra struttura ricettiva capace di fargli concorrenza. Il rapporto tra ospite e spazio a disposizione non ha eguali

L'Eremito è circondato da 3 mila ettari di riserva mondiale della biosfera Unesco: in Italia non esiste un'altra struttura ricettiva capace di fargli concorrenza. Il rapporto tra ospite e spazio a disposizione non ha eguali

«In tutta la mia vita – mi racconta– ho sempre fatto cose che non c'erano. Ho messo ai piedi degli italiani i Camperos, ho aperto un albergo in Messico dove nessuno ci credeva. Mi considero un visionario, uno che arriva alle cose con 10 anni di anticipo rispetto agli altri. Ho pensato all'Eremito quando in Italia esplodeva la rivoluzione digitale. Ma sono un po' matto e così ho pensato che la decadenza della società non avrebbe portato solo a costruire hotel con stanze su stanze ma avrebbe anche spinto l'essere umano a cercare un rifugio dove fare pace con se stesso. Non c'è nessun altro posto in Italia capace di offrire 3 mila ettari di riserva Unesco a una manciata di ospiti: questo è il lusso più grande. Una qualsiasi catena alberghiera qui avrebbe costruito una struttura con 50 camere, la piscina e il ristorante stellato. L'Eremito non ha nulla di tutto ciò ed è rivoluzionario proprio per questo».

Marcello Murzilli, romano di 77 anni, si definisce un visionario: «Ciò che già esiste non mi interessa, da sempre creo ciò che non c'è ancora». Nel 2009, quando vide un ammasso di pietre del 1300 su un'altura nell'immensità della campagna umbra, se ne innamorò a prima vista: dopo una ristrutturazione durata 5 anni, li è sorto il suo eremo laico contemporaneo

Marcello Murzilli, romano di 77 anni, si definisce un visionario: «Ciò che già esiste non mi interessa, da sempre creo ciò che non c'è ancora». Nel 2009, quando vide un ammasso di pietre del 1300 su un'altura nell'immensità della campagna umbra, se ne innamorò a prima vista: dopo una ristrutturazione durata 5 anni, li è sorto il suo eremo laico contemporaneo

L'Eremito è una poesia selvaggia, un catalizzatore di emozioni che ti mette alla prova già per raggiungerlo: è inerpicato solitario, fa parte del Comune di Parrano (Terni), ma separato da una quindicina di chilometri e uno sterrato impervio. Se hai un navigatore dispettoso rischi di non arrivarci mai, più provvidenziale ricorrere al treno con fermata a Fabro-Ficulle, a un paio d'ore sia da Roma che da Firenze, e da qui farsi venire a prendere in jeep con un'altra mezz'ora di percorso. Marcello s'innamorò del luogo quando era solo un ammasso di pietre del 1300: un colpo di fulmine tra lui e l'immensità, dopo aver frequentato una trentina di monasteri di ogni credo. «L'Umbria è la terra della spiritualità – mi spiega- , penso a San Francesco, San Benedetto, Santa Chiara... Nel 2009 mi affacciai in questa valle e sentii subito di trovarmi in un posto unico: i colori, le luci, il lento incedere del fiume, le distese di boschi e in cima al colle soltanto un rudere». Il lavoro di recupero e ristrutturazione ha richiesto uno sforzo, anche fisico, immane per portarci oltre 130 mila pietre. «Questo eremo contemporaneo – sottolinea Murzilli - è una nuova strada ed è il futuro dell'hotelleria di lusso: è un format replicabile in ogni parte del mondo. Io coi format mi diverto, con gli alberghi no. Sono un folle, le cose che già esistono non mi interessano».

A disposizione degli ospiti 14 celluzze, ognuna dedicata a un padre eremita. Misurano 9 metri quadri, con arredo essenziale, non ci sono wifi, televisore, aria condizionata e frigo bar

A disposizione degli ospiti 14 celluzze, ognuna dedicata a un padre eremita. Misurano 9 metri quadri, con arredo essenziale, non ci sono wifi, televisore, aria condizionata e frigo bar

Marcello entra nel dettaglio della sua prospettiva visionaria: «L'Eremito è il lusso del terzo millennio ed è basato su tre elementi: ecologia, sostenibilità e spiritualità. Un lusso diverso da quello a cui siamo stati abituati nel secolo scorso quando il prestigio degli hotel si misurava dal numero di stelle, 5, 7, 8... Io le stelle le ho nel cielo che sovrasta l'Eremito, il mio dovere è non tradire i principi di sostenibilità a me tanto cari». Missione compiuta. L'Eremito è il primo ecoresort in Italia ad aver ottenuto la certificazione B Corp: impianto fotovoltaico che copre oltre il 100% dei consumi, sistemi di riscaldamento e raffreddamento a pavimento, impianti solari termici, un concentratore solare ad inseguimento, l'irrigazione tramite acqua piovana raccolta, assenza di plastica ovunque.

Una ristrutturazione durata 5 anni, seguita – è il caso di dirlo – pietra dopo pietra dallo stesso Murzilli che ha fatto tutto da solo, senza architetti o interior designer: oggi quell'antico rudere è un gioiello di stile, pace e intimità. «Solo 8 ospiti su 4000 prendono le misure sbagliate - sorride Marcello –, ritrovandosi in un posto non adeguato alle loro esigenze». È successo, per esempio, con un russo che pretendeva un cambio di camera per averla più grande e reclamava la piscina esterna o con l'americano che non tollerava l'assenza di una carta vini. L'Eremito non è un villaggio vacanze ma un incantesimo dell'anima dove sbrogliare le idee ricordandoti – come avevi imparato ne Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry - che «l'essenziale non è visibile agli occhi». "Sono stressato" e "ho bisogno di riprendere in mano la mia vita" sono le motivazioni che ti portano qui, sia che tu sia un tatuatore, un' avvocata civilista, un'insegnante belga, un pensionato, una moglie confusa o una giornalista, appunto.

Gli interni dell'Eremito sono stati curati in ogni dettaglio dallo stesso Murzilli: l'eleganza della semplicità caratterizzano le aree dove gli ospiti possono raccogliersi in solitudine o condividere il tempo con gli altri

Gli interni dell'Eremito sono stati curati in ogni dettaglio dallo stesso Murzilli: l'eleganza della semplicità caratterizzano le aree dove gli ospiti possono raccogliersi in solitudine o condividere il tempo con gli altri

Ci sono 14 celluzze, ognuna di 9 metri quadrati dedicate ai vecchi padri eremiti. A me è toccata la San Benedetto che, come le altre, è arredata con un letto in ferro, un piccolo bagno con doccia, una seduta in pietra con un piano d'appoggio sempre in pietra per scrivere, leggere o perdere la vista nel paesaggio. A tenermi compagnia un quaderno, una matita, una brocca d'acqua e una tazza. Non esiste wifi, lo smartphone avverte un segnale titubante solo sotto il pergolato di fronte alla cucina. Impossibile vedere il telegiornale o la partita di calcio (neppure sui Mondiali si fanno eccezioni), non ci sono televisori nell'intera struttura. Così come le bibite gasate, l'aria condizionata, i sacchetti di patatine, lo spritz prima dei pasti o il lemoncello a concluderli. Ma tutte le sere intorno al camino o al braciere all'aperto vi sarà servito il Melemito, una tisana con succo di mele, cannella, chiodi di garofano, zenzero e limone. E se siete così bravi da scoprirlo può anche sbucare una bottiglia di finocchietto selvatico, il liquore fatto in casa.

Il buffet della colazione, tutto con prodotti fatti in casa o forniti da produttori locali. Per scelta etica la cucina dell'Eremito è rigorosamente vegetariana e vegana

Il buffet della colazione, tutto con prodotti fatti in casa o forniti da produttori locali. Per scelta etica la cucina dell'Eremito è rigorosamente vegetariana e vegana

All'Eremito il tempo è dilatato, non hai orologi al polso a misurarlo perché non c'è nulla di urgente. Ognuno ha la preziosa libertà di riempire il tempo come meglio crede: un libro, uno scritto, una passeggiata tra i boschi o lungo il fiume, una sosta nell'area relax interna, scavata nella roccia, con bagno di vapore e una vasca riscaldata con cromoterapia e idromassaggio. Non c'è obbligo di nulla, ma per chi vuole c'è una sessione di yoga mattutino e in cappella due brevi incontri di letture e meditazione. Ci si ritrova invece tutti insieme a pranzo e a cena, anticipati e conclusi dal suono di una campanella. Ma se il pranzo è conviviale, la cena nel refettorio è rigorosamente in silenzio, a lume di candela, senza utilizzo di luce elettrica, con il camino in pietra acceso e il sottofondo di canti gregoriani. Tranne che a colazione, ai pasti ci si aspetta: ci si siede allo stesso tavolo, si beve acqua e vino rosso in brocca e si mangia “cosa passa in convento”. Senza possibilità di scelta, né di replica.

Per decisione etica, niente carne. Il menu è esclusivamente vegetariano e vegano, contando su un immenso orto e sulle uova delle proprie galline. Piante aromatiche e ortaggi sono coltivati senza diserbanti e additivi e quello che manca, sempre rispettandone la stagionalità, viene reperito dai produttori locali. «Il nostro - spiega Marcello – è un mangiare semplice, povero. Nel mio pellegrinare tra monasteri mi sono accorto che molti sono vegetariani. Da loro ho preso le ricette vegetariane mediterranee e ho fatto nascere il nostro menu che in 10 anni è cambiato poco. Le ricette migliori sono quelle che attraversano il tempo senza passare per la parola gourmet». All'Eremito non ci sono chef stellati, né camerieri professionisti: ci sono sorrisi e buone maniere, il rabbocco attento di acqua, vino e pane, il cambio di posate a ogni portata. Ci si siede e si accoglie “cosa passa in convento” che poi è un pasto completo e calibrato, dall'antipasto al dolce. «Ci si abitua in fretta – sottolinea Murzilli – anche all'essenzialità a tavola. Non esistono scelte e tanto meno liste vini, confonderebbero le idee a chi è qui per metterle a punto. Vige un solo imperativo: “Portami quello che hai, basta che sia buono”».

Ogni pasto è a menu fisso con ricette semplici e prese dalla tradizione monastica vegetariana mediterranea. Non vengono cucinate da uno chef, ma dal "cuciniere" 

Ogni pasto è a menu fisso con ricette semplici e prese dalla tradizione monastica vegetariana mediterranea. Non vengono cucinate da uno chef, ma dal "cuciniere" 

Pane, pasta e biscotti sono preparati ogni giorno, così come a colazione non mancano marmellate, miele e formaggi dei produttori locali. In cucina non c'è lo chef ma la cuciniera Elena e il cuciniere Enzo. Durante il mio soggiorno Elena era in ferie e così ai pasti ci ha sempre pensato Enzo Colaiacono, 76 anni: «Mi bastano poche ore di sonno, alle 4 spesso sono già in cucina. C'è il pane da fare, il lievito madre da seguire, gli impasti per la pizza a colazione da mettere a punto. La più gettonata è la Margherita ma sta andando forte anche quella con le zucchine». Enzo ha tante esistenze in una: compagno di scuola di Marcello, con lui ha condiviso il percorso fin dai tempi di El Charro ma in pochi sanno che, negli anni '70, è stato uno dei più gettonati attori di fotoromanzi e il volto di campagne pubblicitarie importanti. Sorride al ricordo, oggi lui si sente cuciniere al 100%: «La cucina è un amore immenso, La pasta tirata a mano è un punto d'orgoglio, soprattutto le tagliatelle e le lasagne che poi preparo con quello che mi dà l'orto. Piatti semplici, con poche varianti, ma ogni volta c'è la cura della prima volta».

Pranzo e cena vengono annunciati su una lavagnetta scritta con il gesso. Il menu comprende sempre un antipasto, un primo, un secondo e un dolce calibrati anche sotto il profilo nutrizionale. Le portate sono accompagnate da acqua e vino rosso in brocca

Pranzo e cena vengono annunciati su una lavagnetta scritta con il gesso. Il menu comprende sempre un antipasto, un primo, un secondo e un dolce calibrati anche sotto il profilo nutrizionale. Le portate sono accompagnate da acqua e vino rosso in brocca

Io mi porto a casa il ricordo delle Tagliatelle con crema di peperoni, la panzanella, la vellutata di zucca, la Scamorza al forno con pere e gorgonzola e una panna cotta da urlo. Enzo pesa tutto ma, per esempio, non assaggia mai se l'acqua della pasta è salata giusta: «Non ce n'è bisogno, so di non sbagliare. Capita con 4 ospiti ma è la stessa cosa anche con 30-35 commensali». Lui si unisce sempre alla convivialità del gruppo, dopo cena, intorno al braciere: nessuno sente la mancanza dello smartphone, recuperiamo il piacere della conversazione e del guardarci negli occhi. «Questo non è un albergo – rimarca Murzilli- , ma qualcosa di più: è uno stile di vita. L'Eremito non smuoverà i numeri del turismo ma è la conferma che un nuovo sistema di accoglienza è possibile. Noi siamo stati aiutati dal post Covid che ha spinto gli italiani a scoprire il proprio Paese e ad apprezzare gli spazi con tanta natura e poca gente. Prima della pandemia avevamo il 70% di clientela straniera, oggi le presenze italiane pareggiano quelle straniere. Il dato più confortante? Il 70% dei nostri ospiti è giovane a conferma che sono molto meglio di noi, più sensibili e rispettosi della natura e della semplicità».


Hôtellerie

Radiografia, notizie e curiosità sugli hotel e le locande più importanti in Italia e nel mondo.

Paola Pellai

di

Paola Pellai

giornalista professionista, nata in un'annata di vino buono. Ha spaziato in ogni settore, dallo sport alla politica perché far volare in alto la curiosità è il sistema migliore per non annoiare e non annoiarsi. Non ha nessuna allergia né preconcetto alimentare, quindi fatele assaggiare di tutto. E se volete renderla felice, leggete il suo libro di fotostorie, Il tempo di uno sguardo

Consulta tutti gli articoli dell'autore