21-07-2024

Arriva lo Champagne che è la risposta di una grande maison al climate change

Abbiamo assaggiato in anteprima Ruinart Blanc Singulier, 100% chardonnay, ossia la varietà più sensibile al riscaldamento globale. Ruinart, da sempre all’avanguardia, non si fa trovare impreparata: la beva è differente ma convincente e contemporanea

Il nuovo Ruinart Blanc Singulier: chardonnay in pu

Il nuovo Ruinart Blanc Singulier: chardonnay in purezza, la convincente risposta della maison al cambiamento climatico

Nel corso della sua storia, la regione della Champagne ha affrontato numerosi momenti di crisi e di cambiamenti che hanno indotto viticoltori ed enologi - quelli più bravi e lungimiranti - a trasformare tali criticità in nuove opportunità, al fine di preservare e perpetuare decenni, quando non secoli, di tradizioni, conoscenze e competenze in ambito agrario ed enologico. Attualmente, la sfida che li impegna - e li preoccupa - maggiormente è quella dovuta al cambiamento climatico che a partire dagli anni Novanta ha comportato, con sempre maggior intensità e frequenza, un non trascurabile innalzamento delle temperature (quella annuale media è aumentata di 1,3°C tra il 1991 e il 2020 rispetto al periodo dal 1961 al 1990). Contestualmente e di conseguenza, nei vigneti i tempi tra fioritura e raccolta si sono ridotti (da una media di cento giorni a meno di novanta) e le vendemmie sono effettuate sempre più spesso in agosto (ben sette dal 2003 al 2023), rispetto al canonico periodo tra metà settembre e inizio ottobre. Così, ad oggi, l’ormai sistematico monitoraggio dei principali indicatori climatici indica che in Champagne, mediamente, il clima sta mutando da freddo a temperato, rendendosi quindi sempre più simile a quello di zone vitate collocate ben più a Sud del 49° parallelo.

Quanto sopra non poteva certo lasciare indifferente una maisons Champenoise, da sempre all’avanguardia, quale Ruinart, fondata a Reims il 1° settembre 1729 (e per questo la più antica) da Nicolas Ruinart, nipote del monaco benedettino Dom Thierry Ruinart che, vissuto tra il 1657 e il 1709, ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione di quello che al tempo era definito vin de bulle. Qui eleganza, raffinatezza e purezza si esplicano col vitigno più emblematicamente e indissolubilmente legato allo stile della casa: lo chardonnay, che si distingue da pinot nero e pinot meunier per il tocco di freschezza e vivacità che dona agli Champagne. E proprio lo chardonnay, per la sua natura fragile e delicata di varietà precoce, particolarmente sensibile alle gelate primaverili, sta maggiormente esprimendo l’influenza dei cambiamenti climatici in atto, sia nel corso dell’attività vegetativa della vite, sia durante il suo ciclo riproduttivo con lo sviluppo degli acini e dei profili aromatici da questi espressi.

La scoperta di questi nuovi aromi - assieme a una maggiore e più pronunciata struttura al palato in alcune parcelle e solo in specifiche annate (oltre a una moderna visione capace di reinterpretare l’atipicità del clima) - ha dato così origine al nuovo Ruinart Blanc Singulier: chardonnay in purezza; vendemmia base tra 70-80% (il cui anno identifica l’edizione) esclusivamente da quei cru ritenuti adatti all’innovativo assemblaggio; riserva perpetua tra 20-30% conservata per metà in botti di rovere; nessun dosaggio; tre anni di sosta sui lieviti. In Italia, l’innovativa cuvée è stata appena presentata in un’anteprima - tenutasi nei suggestivi spazi della Tabaccaia, in quel di Castrezzato (Brescia), e condotta da Francesca Terragni, direttore marketing e comunicazione di Moët Hennessy Italia, e Fréderic Panaïotis, chef de caves di Ruinart dal 2007 - durante la quale lo storico Blanc de Blancs, il Blanc Singulier Edition 18 e il Blanc Singulier Edition 19 sono stati protagonisti di una degustazione comparativa che ne ha svelato caratteristiche e peculiarità.

Il Blanc de Blancs, qui a base vendemmia 2021, esprime appieno quella freschezza aromatica e quella raffinata semplicità - ben lontana da qualsiasi impressione di banalità - che tanto identificano il gusto Ruinart. Assemblato da una trentina di cru con un 41% di vini di riserva, fermenta in acciaio, svolge la malolattica e viene dosato a 7 g/l dopo aver sostato sui lieviti per due anni. Ne risulta un vino di piacevolissima beva, fresco e sapido, che si svela con un colore giallo paglierino brillante e aromi di fresia, pera e cardamomo, accompagnati da note di agrumi e zenzero. Bella e didascalica espressione della freschezza dello chardonnay che cresce sui terreni gessosi della Champagne.

A seguire, il Blanc Singulier Edition 18: 80% vendemmia base proveniente da una ventina di cru (tra Côte des Blancs, Montaigne de Reims, Cateaux d’Epernay e Sézannais) e 20% vini di riserva del 2016 e del 2017. Frutto di un’annata tanto calda e soleggiata da aver permesso in linea teorica la maturazione di uve tipiche di climi ben più meridionali, si differenzia dall’etichetta che lo ha preceduto già dal colore, qui giallo dorato impreziosito da una effervescenza fine persistente. Anche il bouquet si distingue per note floreali, fruttate e speziate più mature, esotiche e dolci. Coerente l’assaggio che, pur non mancando di freschezza, colpisce più per rotondità e ampiezza.

La chef Chiara Pavan tra Fréderic Panaïotis, chef de caves di Ruinart e Francesca Terragni, direttore marketing e comunicazione di Moët Hennessy Italia

La chef Chiara Pavan tra Fréderic Panaïotis, chef de caves di Ruinart e Francesca Terragni, direttore marketing e comunicazione di Moët Hennessy Italia

A chiudere, il Blanc Singulier Edition 19: prodotto in un millesimo distintosi tanto per il caldo - facendo registrare un nuovo massimo storico di temperatura con 42,9 °C in luglio - quanto per qualità delle uve ritenuta eccezionale e assemblato con 77% della vendemmia 2019 (sempre da una ventina di cru, ma qui anche della Grande Vallée della Marne, della Valle du Petit Morin e del Vitryat) e 23% di riserva perpetua. Giallo dorato al colore, esprime profumi di fiori bianchi, angelica, bergamotto, zafferano. L’assaggio è armonico, dinamico e di lunga persistenza aromatica intensa.

Tre espressioni - convincenti, contemporanee e differenti - di chardonnay in purezza che hanno anche dimostrato la loro valenza gastronomica nella cena preparata da Chiara Pavan, chef del ristorante Venissa, al termine della degustazione tecnica: Tartare di carota, verbena, tuorlo d’uovo marinato allo zenzero e camomilla; Spaghettino freddo di granchio grigliata; Boccalone, beurre blanc al limone e gelsomino, olio di alga arrostita e cipolle novelle al pepe; Millefoglie “sbagliata”.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Luca Torretta

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Luca Torretta

Millesimo 1974, una laurea in Ingegneria civile e un’innata passione per cocktails, distillati e vini, che non si stanca mai di scoprire, conoscere e degustare. Instagram luca.torretta

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