25-11-2023

Dieci anni di Appius: il progetto del winemaker Hans Terzer di San Michele Appiano

Dall'idea di un pioniere assoluto nel nobilitare i grandi vini bianchi altoatesini, un percorso emblematico che porta l’Alto Adige nell’olimpo dei grandi vini bianchi del mondo

L’idea di Appius è una sintesi di acini selezio

L’idea di Appius è una sintesi di acini selezionati provenienti dai vigneti storici del comune di Appiano che in latino fa Appius

Quando si percorre la Strada del Vino dell’Alto Adige giungendo ad Appiano ci si imbatte nella cantina San Michele Appiano. Le sue torri angolari affiancata dalla parte più contemporanea rappresentano un monumento enologico di questa porzione di Italia. Costituita nel 1907 come cooperativa, oggi vanta 320 soci che coltivano 385 ettari di vigneti di cui il 75% a bacca bianca. Un terroir singolare per le varietà di Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon e Gewürztraminer senza scordare il Pinot Nero.

Il winemaker Hans Terzer 

Il winemaker Hans Terzer 

La guida di questa cantina da parte di uno dei più talentuosi creatori di vini è stata affidata ad Hans Terzer, un uomo riservato, pioniere assoluto nel nobilitare i grandi vini bianchi altoatesini concertando tecniche di vinificazione e pratiche agronomiche all’avanguardia. Un winemaker che ha realizzato molti sogni, tra questi c’è Appius. Proprio le passeggiate in vigna lo ispirarono a praticare una selezione di uve eccellenti per dedicarle ad una produzione di una cuvée singolare, immaginando, fin da subito, un modello borgognone, senza tempo. I terreni di zona dove sono distesi i vigneti sono calcarei, porfirici, morenici tutti influenzati da un microclima che gode di temperature miti e venti notturni freschi, ideali per la perfetta maturazione delle uve. L’idea di Appius è una sintesi di acini selezionati provenienti dai vigneti storici del comune di Appiano che in latino fa Appius.

La prima annata è stata la 2010 con Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon. Vinificazioni separate e riunite in blend che ancora oggi varia, a seconda dell’annata con una prevalenza di Chardonnay. Fin da subito l’obiettivo di Terzer è di creare un bianco da invecchiamento seguendo uno stile di eleganza che, dopo dieci vendemmie, non delude. L’occasione di presentare il nuovo Appius 2019 coincide con la volontà di creare una verticale Appius del decennio: dalla 2010 alla 2019. Ogni anno si crea la cuvée con la regola dell’unicità di prodotto e anche il design della bottiglia si allinea al millesimo. Una collezione che viene prodotta in edizione limitata di circa 6000 bottiglie. 

Partiamo dalla nuova annata e andiamo indietro nel tempo, millesimo dopo millesimo: «Questo vino rappresenta per me- chiosa Terzer- un sogno che si è realizzato e continua a svilupparsi, anno dopo anno. Il 2019 è nato da una vendemmia complicata, un inverno asciutto e decisamente caldo seguito da una primavera umida e fredda. Il ciclo biologico è stato ritardato rispetto alla normalità. Per fortuna l’estate e l’autunno hanno consentito di partire più tardi con la raccolta delle uve permettendone una perfetta maturazione. Senza dubbio, per me, un’annata molto simile alla 2010».

Hans Terzer 

Hans Terzer 

L’assaggio di questo vino colpisce per eleganza, mineralità, impatto verticale dal carattere ben preciso. Un blend che vede un 60% Chardonnay, 15% Pinot Grigio, 13% Pinot Bianco e il restante Sauvignon. Fermentazione alcolica e malolattica (ad eccezione del Sauvignon) per poi essere affinato in barrique e tonneaux. L’assemblaggio avviene dopo un anno e ulteriore affinamento sui lieviti per 36 mesi in tini d’acciaio.

Appius 2019

Appius 2019

Nella sua giovinezza rappresenta un vino equilibrato e molto promettente. Il 2018 colpisce per la cremosità del sorso oltre una tensione più evidente; 2017 è più esile e figlio di un’annata molto fredda; 2016 appartiene ad una grande annata e vince per concentrazione; 2015 cattura per una spiccata nota vegetale, un sorso immediato e molto fresco; 2014 si stacca dagli altri per note più agrumate e di pietra focaia con sfumature sapide e ben integrate; 2013 creato da una vendemmia tardiva colpisce per una nota erbacea marcata; 2012 annata generosa e vino equilibrato con evidenti note saline; 2011 è un’esplosione corale di Sauvignon che pur rappresentando, per questo millesimo, un terzo dell’assemblaggio, si eleva a protagonista, manca totalmente il Pinot Bianco causa grandinate devastanti per il raccolto.

Alto Adige Doc Bianco Appius 2019

Alto Adige Doc Bianco Appius 2019

La 2010 si distingue per una nota di vaniglia e un calore del sorso che cela ancora tanta freschezza. Secondo le note di degustazione di Hans Terzer:” L’annata 2010 è molto simile alla 2023: luglio singolare per temperature tropicali e temperature ben oltre i 30° e un autunno ricco di piogge ideali per la vendemmia”. Sarebbe ridondante focalizzare l’esperienza sui descrittori, palette aromatiche e preferenze soggettive: qui c’è uno stile ben preciso che con il primo millesimo 2010 si è evoluto anzi come direbbero i francesi si è elevato con convinzione assoluta di aver creato un bianco alleato con il tempo.

 


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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