10-11-2023

Concerto di Fonterutoli, 40 anni puntando ad armonia ed eleganza

Storia di un vino che ha saputo anche andare controcorrente, oltre le mode. Francesco Mazzei: «È il nostro Supertuscan, rinato nel 2011»

Francesco Mazzei e il Concerto di Fonterutoli: una

Francesco Mazzei e il Concerto di Fonterutoli: una storia lunga 40 anni

Il nome dice già tutto: Concerto. Perché è la ricerca di armonia ed eleganza, in un vino che prima ha seguito le tendenze produttive della zona, ma che poi è andato un po’ controcorrente.

Concerto di Fonterutoli, dei Marchesi Mazzei, compie 40 anni dalla sua uscita sul mercato. «Nacque come Sangiovese e Cabernet Sauvignon su suggerimento di Piero Antinori – racconta Francesco Mazzei durante una degustazione all’Autem di Milano - Cosicché nel 1975 piantammo un po’ di Cabernet Sauvignon. Voleva essere un fratello più giovane del Tignanello».

«In Toscana era il periodo in cui arrivavano le prime varietà francesi e si iniziava a realizzare tutta una serie di vini che segnarono una vera rivoluzione, che possiamo chiamare come il fenomeno dei Supertuscan. Tanto che poi, sulla spinta di questi nuovi vini che ebbero un successo enorme, si arrivò alla creazione di una Igt, mentre prima erano solo Vini da tavola. Un successo che portò di nuovo l’attenzione sulle nostre zone, per poi avere un periodo di studio anche per la denominazione del Chianti Classico».

La cantina di Fonterutoli

La cantina di Fonterutoli

La storia di Concerto è sicuramente interessante, visto che ha avuto anche un periodo di “pausa sabbatica”. «La prima annata – prosegue Francesco Mazzei - è stata il 1981, uscendo poi sul mercato due anni dopo proseguendo fino al 1995 quando si decise di interrompere la produzione, che poi è stata ripresa nel 2011».

Lo stop alla produzione a metà degli anni Novanta è stato per certi versi sorprendente: quando in molti puntavano sui Supertuscan, Castello di Fonterutoli decide di fare un passo indietro, in controtendenza.

Francesco Mazzei durante la degustazione all'Autem di Milano

Francesco Mazzei durante la degustazione all'Autem di Milano

«Nel 1995 si decise di fare un importante investimento sul Chianti Classico – racconta Francesco Mazzei, che segue l’azienda insieme al fratello Filippo - Per quesito si abbandonò il Concerto, anche per dare un segnale forte a favore del Chianti Classico. Così nel 1995 usciamo con il vino Castello di Fonterutoli, avviando un percorso che poi negli ultimi anni è arrivato al Chianti Classico Gran Selezione».

Nel 2006, però, Marchesi Mazzei acquista l’azienda Il Caggio da Ezio Rivella, con 45 ettari di vigneto. «Così si era riaperto lo spazio per il Concerto, che era stato comunque il vino che ci ha portato alla ribalta negli anni Novanta» precisa Francesco Mazzei, sottolineando il fatto che anche la nuova cantina aveva avuto un ruolo strategico, in quanto voluta con l’idea di avere più spazio a disposizione e, soprattutto, di poter effettuare vinificazioni parcellari. 

Un'immagine dei vigneti

Un'immagine dei vigneti

Quindi nel 2011 riprende la produzione di Concerto, andando ancora una volta controcorrente, visto che era ripartita nel Chianti Classico la rincorsa al Sangiovese in purezza.

«Per il Concerto utilizziamo terreni a 350 metri, con alberese e galestro, mente per il Cabernet Sauvignon c’è una buona presenza di argilla. Il vigneto è completamente circondato da bosco, con un’esposizione sud/sud-est. Il vino è 80% Sangiovese e 20% Cabernet Sauvignon. Fino al 1994 veniva realizzato nel terreno che oggi è utilizzato per Siepi, con maggiore percentuale di alberese».

L’enologo di Castello di Fonterutoli è, dal 1990, Carlo Ferrini, mentre il direttore tecnico è Gionata Pulignani, in azienda da 21 anni.

La barricaia di Fonterutoli

La barricaia di Fonterutoli

Proprio il Concerto 1981 è stato il primo vino assaggiato durante la degustazione: la tenuta di questo vino, a oltre quarant’anni dalla vendemmia, è straordinaria, con note balsamiche e un’ampiezza olfattiva notevole, oltre a un sorso ancora di buona presenza e vivo.

Il Concerto 1990 è il vino della rivelazione: il tempo ha accompagnato questo prodotto rendendolo complesso, con ancora note di frutta, aggiunte a spezie, tabacco, leggero cuoio, caffè e anche un leggero cioccolato, senza alcuna ossidazione rilevante. Il bocca è avvolgente, ma anche di grande profondità, e armonico, proprio come un concerto.

Concerto 1981: la prima annata mai realizzata di questo vino

Concerto 1981: la prima annata mai realizzata di questo vino

L’annata della ripresa, la 2011, non è stata eccelsa, ma comunque mantiene una bella finezza, e una buona bevibilità.

La 2019 è stata, a detta anche di Francesco Mazzei, un’annata quasi perfetta, e il vino è lo specchio di questo andamento climatico: ricco ma non invadente, sempre elegante, è un vino che assaggiato ora ha ancora una grande esuberanza, ma vista l’evoluzione dei suoi predecessori, come il 1981 e il 1990, crediamo possa avere una vita simile, con prospettive future molto interessanti. In ogni caso, è un ottimo Concerto fin da subito, che ha trovato anche un eccellente abbinamento con le proposte della cucina di Luca Natalini di Autem.

Francesco e Filippo Mazzei: il nome del vino, concerto, è stato scelto dalla madre

Francesco e Filippo Mazzei: il nome del vino, concerto, è stato scelto dalla madre

Il Concerto 2021, appena uscito in commercio, è sicuramente molto giovane, dove la presenza del Cabernet, anche se sempre in maniera discreta e delicata, si sente maggiormente.

Una curiosità: il nome a questo vino è stato dato dalla Marchesa Carla Mazzei, madre di Francesco e Filippo, che dopo un assaggio disse che aveva trovato equilibrio e armonia, proprio come in un Concerto. Aveva ragione.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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