12-04-2023
La squadra di Identità Golose presente al Vinitaly 2023. Da sinistra, in alto Chiara Mattiello, Annalisa Cavaleri, Stefania Oggioni, Amelia De Francesco e Fosca Tortorelli. In basso: Maurizio Trezzi, Marilena Lualdi, Salvo Ognibene e Raffaele Foglia
Dalla Lombardia alla Sicilia in pochi minuti, passando magari dall’Emilia Romagna, per poi andare in Sardegna. Fantascienza? No, non hanno inventato il teletrasporto. Ma è la piccola magia del Vinitaly, che nei quattro giorni di manifestazioni riesce ad azzerare le distanze, riunendo a Verona oltre 4mila produttori di vino da tutta Italia (e alcuni anche dall’estero).
Come abbiamo già avuto modo di dire, il Vinitaly di quest’anno è stato per prima cosa all’insegna degli incontri, dei contatti umani. Una veste un po’ diversa, rispetto alle edizioni pre Covid: quest’anno ci sono stati molti più incontri produttivi per le aziende e meno tempo perso a versare bicchieri di vino a semplici curiosi.
A Vinitaly c’eravamo anche noi, con una bella squadra: Raffaele Foglia, Chiara Mattiello, Annalisa Cavaleri, Stefania Oggioni, Amelia De Francesco, Fosca Tortorelli, Maurizio Trezzi, Marilena Lualdi e Salvo Ognibene. E se è vero che è stato il Vinitaly delle persone (leggi qui), di certo non possiamo mettere in secondo piano i vini. Ed ecco i nostri dieci migliori assaggi.
L'enologa Emanuela Flore con il V - Vernaccia di Bentu Luna
La carrellata di vini di Passopisciaro
Sciaranuova è uno dei vini di Contrada dell’azienda Passopisciaro. Il vigneto, che nasce da una colata lavica di recente origine, esprime un carattere sempre irruento ma di grande personalità. Molto floreale, con una nettissima ciliegia, tra i vini dell’azienda è quello che fa esprimere al meglio il carattere del Nerello Mascalese. Veramente intenso al palato, con grande beva e dinamicità. E’ un vino che parla di Etna, un paesaggio di contrasti e di struggente bellezza. Chiara Mattiello
Annalisa Cavaleri insieme alla famiglia Colosi
A Vinitaly un giorno dura 5 minuti, il senso del tempo viene completamente alterato, tante sono le realtà interessanti che espongono le loro etichette. Tra gli assaggi, il Guardiano del Faro 2020 di Colosi, quattro generazioni di produttori a Salina. Nerello Mascalese in purezza ottenuto da una piccolissima particella nel comune di Malfa. Vigneto a strapiombo che si affaccia sul mare con un bel frutto e una piacevole sapidità di quei venti che entra anche nel calice. Annalisa Cavaleri
La Malvasia di La Ponca
La Ponca, nuova azienda rilevata da Vigneti Le Monde (Pordenone), pone la sua attenzione sulla produzione di vini bianchi, con l’obiettivo di creare delle grandi bottiglie da invecchiamento. L’Azienda La Ponca si trova a Scriò, sui Colli Goriziani; coltiva principalmente vitigni autoctoni e intrigante è il lavoro svolto sulla Malvasia. Il pieno rispetto di quest’uva esalta il suo tipico bouquet floreale e le note di frutta esotica che caratterizzano l’assaggio. È un bianco cremoso, strutturato che porta con sé la mineralità e l’acidità tipica dei bianchi friulani. Il 2021 è già pronto per essere assaporato, ma promette grandi evoluzioni anche nel corso del tempo. Stefania Oggioni
Novità a Belguardo, con Codice V
L’ultimo nato del gruppo della famiglia Mazzei è Codice V 2021 Tenuta Belguardo, Vermentino Maremma Toscana DOC, vino ottenuto da due cloni sardi e due cloni corsi - che la famiglia acquistò negli anni ’90 - attende a giorni la modifica del disciplinare, che lo arricchirà della menzione Superiore, che prevede il 100% di Vermentino, una resa di 90 quintali per ettaro invece dei 120 attuali e l’uscita sul mercato nel secondo gennaio dopo la vendemmia, oltre a una lunga macerazione. Elementi che, uniti alla peculiare influenza del mare su tutto quel territorio, daranno una nuova spinta propulsiva al Vermentino di Maremma. Amelia De Francesco
Le Maritate di Cappella Sant'Andrea
Le Maritate è un vino che, come ricorda Francesco Galgani di Cappella Sant’Andrea, rappresenta «la volontà di conservare l'armonia di un tempo che ha ancora tanto da insegnare. Un vino che affonda le sue radici nella storia della mezzadria toscana e nel suo profondo e rispettoso legame con la terra». In questo vecchio vigneto, fatto da viti centenarie e piante degli anni ’50 del 1900, resistono ancora viti “maritate” all’acero campestre. Un vino frutto della vinificazione di vitigni a bacca bianca e rossa (sangiovese, ciliegiolo colorino, canaiolo, alicante, trebbiano, malvasia, vernaccia e canaiolo bianco), fresco, diretto, coinvolgente e di grande bevibilità. Fosca Tortorelli
Il Valpolicella Superiore San Michele di Cantine Ugolini
La storia della Cantina Ugolini, in Valpolicella, inizia tre generazioni fa. Prima l’uva si produceva per essere venduta. Poi, dal 2010, ecco le prime bottiglie con il marchio di famiglia. In anteprima l’assaggio del Valpolicella Superiore San Michele della Chiesa 2013, ha subito entusiasmato. Le uve, Corvina in gran quantità, un poco di Rondinella e Oseleta, provengono da soli 8 filari della vigna San Michele. La fermentazione è in barrique, in stile Borgogna, ma il bello sono i 7 anni passati in damigiana da 54 litri, chiusa con ceralacca. Motivo? Lasciare che il vino evolva lentamente ed esalti le sue caratteristiche. Il risultato? Un vino strutturato, ricco, con il giusto tannino e un finale sapido. Eccellente. Maurizio Trezzi
Fernando Cestra, responsabile produzione, con i vini di Famiglia Cotarella
È arduo, impossibile spogliare un vino della sua storia. Nel padiglione Lazio la famiglia Cotarella ha schierato le sue etichette, ma una sussurra un racconto a modo suo, quasi un po’ schiva. Si tratta del Rospiglioso, Cesanese del Piglio Docg 2019. Nell’ambito del progetto “Un ettaro” attraverso il brand Falesco ci avvolge con le note di frutti rossi e ci stuzzica con le spezie, prima di arrivare all’equilibrio del palato. Una delle realtà con forte identità su cui hanno puntato i Cotarella, passaggio generazionale acquisito e voglia di esprimere al meglio le peculiarità del territorio. Marilena Lualdi
La carrellata dei vini di Tua Rita
Dal 1984 Tua Rita dà vita a vini all’insegna della qualità e della tradizione: siamo a Suvereto, nel cuore delle colline metallifere toscane e di fronte l'isola d'Elba. Con il Syrah il legame dell'azienda è importante ed è dedicato a Virgilio, fondatore dell'azienda insieme alla moglie Rita. Di questa straordinaria varietà oggi sono due le etichette prodotte tra gli otto vini di tutta la collezione al completo. Tra tutti difficile scegliere un solo vino ma Per Sempre 2021, solo 3.000 bottiglie da uve raccolte da 18 filari selezionati, è davvero un vino unico per chi ha la fortuna di trovarlo tra i 96 mercati di riferimento dell'azienda toscana. Salvo Ognibene
Elisabetta Gnudi Angelini e la figlia Alessandra presentano le tre annata del Brunello Vigna La Casa di Caparzo
Concludiamo non con uno, ma con tre vini. Il Brunello di Montalcino di Caparzo si è rivelato, negli anni, una assoluta garanzia. Ma si è sempre detto che il Brunello è un vino che ha bisogno di tempo, e così Elisabetta Gnudi Angelini e la figlia Alessandra hanno deciso di mettere in commercio una cassetta da sei bottiglie con il Brunello Caparzo Vigna La Casa delle annate 2011, 2004 e 2000, proprio per capire l’evoluzione di questo vino in annate anche molto diverse. Grande finezza per il 2011, e ancora potenziale di affinamento, enorme complessità per il 2004, mentre la struttura caratterizza il 2000. Un assaggio illuminante su quello che dovrebbe sempre essere il Brunello. RF
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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A cura della redazione di Identità Golose
Una bella immagine di Alessandra con la madre Elisabetta Gnudi Angelini
Le foto sono di Emanuele Camerini
Vinitaly 2024, racconto di un successo (Foto Ennevi per Fiera Verona/Vinitaly)
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.