25-03-2023
Il momento dedicato alla stampa del Derthona Due.Zero
«Se il Timorasso è diventato così buono, è anche per merito delle persone che lo fanno». Probabilmente questa frase dello chef Enrico Crippa, tre Stelle Michelin del Piazza Duomo ad Alba e da poco premiato come Ambasciatore del Derthona 2023, è la migliore sintesi dell’evoluzione dei vini tortonesi.
Così la manifestazione Derthona Due.Zero, evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi a metà marzo, ha dimostrato come nella zona ci sia stato un vero e proprio Rinascimento per quanto riguarda la produzione vitivinicola.
I vigneti sono passati da due a 330 ettari
Un fenomeno incredibile, per una zona che ha potuto ritrovare la propria identità. Anche perché il Timorasso è coltivato praticamente solo nei Colli Tortonesi, dove ci sono anche Cortese e Barbera, ma che si devono giocoforza confrontare con le zone vicine, rispettivamente Gavi e Asti, per fare un esempio.
A questo si unisce un filone di terreno, che è in sostanza lo stesso dell’area del Barolo, con la Marna di Sant’Agata, ricco di fossili e un’origini di 20 milioni di anni fa. Un filone che taglia longitudinalmente i Colli Tortonesi: terreni che danno vita a origine a vini complessi e longevi.
I banchi di assaggio dei produttori
Una delusione, insomma. Ma poi… «Mi ha telefonato pochi giorni dopo, che era felicissimo del risultato. E anche per me è stata una soddisfazione». La trasformazione del brutto anatroccolo.
Il presidente del Consorzio Gian Paolo Repetto
Per ulteriormente valorizzare questa produzione, è in fase di approvazione anche una modifica del disciplinare del Timorasso: sarà così possibile uscire con il Piccolo Derthona Doc, il Derthona Doc, e il Derthona Riserva Doc. «La differenza è in sostanza dedicata ai tempi di affinamento – spiega il presidente Gian Paolo Repetto – Il Piccolo Derthona potrà uscire già a marzo dell’anno successivo alla vendemmia, per il Derthona doc si dovrà invece attendere settembre. La Riserva potrà uscire solo al terzo anno successivo alla vendemmia».
L'assaggio dei vini
Tra gli assaggi del 2021 (41 campioni), annata piuttosto calda, ma con buone escursioni termiche, segnaliamo: Boveri Luigi Michele, Cantina di Tortona, Cascina I Carpini, La Colombera, Ezio Poggio – Archetipo (Terre di Libarna Doc), Vigneti Boveri Giacomo – Lacrime del Bricco, Vite Colte e Voerzio. Aggiungiamo il campione da vasca di Poderi Cusmano, del quale valutiamo un buon potenziale, anche se il vino è tutt’altro che pronto. Ma in realtà sono tutti vini che vanno degustati guardando al futuro, nella certezza che l’anno prossimo (e non solo) avranno un’evoluzione positiva.
E più si va avanti e più il Timorasso mostra le proprie armi Sassobraglia 2019, La Colombera 2018, Boveri Luigi 2017 ed Ezio Poggio 2016 sono un’escalation di profumi, con quella salinità comune che rende questi vini straordinari.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Elisa Semino tra le vigne del suo Timorasso: lei conduce La Colombera insieme al padre, al fratello e al compagno, a Vho, frazione di Tortona (Alessandria)
Walter Massa, Martino Manetti e Dominga Cotarella sul palco dell'Auditorium a Identità Milano 2024 (tutte le foto sono di Brambilla-Serrani)
La famiglia Semino: la Colombera è stata una delle prime aziende che hanno creduto nella rinascita del Timorasso