12-11-2022

Bentornata Vini di Vignaioli

L'evento di Fornovo di Taro, Parma, dedicato alle etichette artigianali e naturali ha dato spazio a tanti nuovi protagonisti. Un riassunto della due giorni e i nostri assaggi

La ventunesima edizione di Vini di Vignaioli, 30 e

La ventunesima edizione di Vini di Vignaioli, 30 e 31 ottobre scorso a Fornovo di Taro (Parma)

Vini di Vignaioli è tornato il 30 e 31 ottobre scorso - finalmente - nella sua sede storica, a Fornovo di Taro (Parma). L’evento dedicato ai vini artigianali e naturali, organizzato da Christine Marzani Cogez, ha visto un intenso afflusso di wine lover, interessati a incontrare dietro al banco degli assaggi più di 210 vignaioli italiani, con qualche ospite da oltre confine.

“Il grande ritorno a Fornovo di Taro, per l’organizzazione e per i visitatori” commenta Marzani Cogez. “Si è visto che la gente aveva voglia di ricominciare: la due giorni è stata un successo sia dal punto di vista numerico, sia dal punto di vista affettivo. Inoltre, con questa ventunesima edizione, abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione nel mondo del vino artigianale con nuovi produttori (circa il 30% sul totale era alla sua prima edizione), giovani leve che hanno preso in mano l’azienda dalla generazione precedente o semplicemente hanno scelto liberamente di seguire questa strada”.

Un segmento, quello del vino artigianale, che entra sempre più di frequente e in maniera consistente nelle carte dei vini della ristorazione e che è quindi interessante seguire nei suoi momenti di incontro con il pubblico (operatori e consumatori finali), ed eventi come Vini di Vignaioli sono l’occasione per chef, sommelier, pizzaioli per verificare il reale interesse, la tipologia di consumatori e quindi le proprie scelte.

Fra i presenti, alcune realtà consolidate e note, come i vini di Castello di Stefanago, Francesco Cirelli e Stefano Amerighi, ma molte anche le aziende vinicole che è più raro incontrare, ma che meritano un approfondimento. Come le etichette di Sàgona, azienda biologica dell’aretino che dai suoi 4 ettari di vigneto produce vini originali e vibranti. Abbiamo assaggiato il Fon Fon 2021, un Trebbiano macerato 6 mesi e in parallelo il Fon Fon 2019, annata che veniva da una sola settimana di sosta sulle bucce.

Da non perdere il Franciacorta versione 1701, azienda biologica e prima azienda della zona a utilizzare pratiche di agricoltura biodinamica, con un elegante Rosé Nature Millesimato 2018, dalla bolla fine e persistente. 

In Toscana, invece, al confine con il Chianti Classico senese, Pacina produce vini quotidiani e di pronta beva, espressione del sangiovese caldo e succoso di quel territorio. Ancora rossi, con il Rosso di Montalcino 2019 e il Brunello di Montalcino 2013 di Fonterenza, con un Brunello vecchio di qualche annata in piena forma e un Rosso che – come spesso accade ormai a Montalcino – non fa rimpiangere il fratello maggiore.

Chiudiamo il giro di assaggi con Podere Sottoilnoce, azienda di Castelvetro, Modena, e la sua proposta di vini frizzanti assai piacevoli: Funambol - appena uscito nell’annata 2021, un 100% Trebbiano di Spagna, non macerato, che ha fatto 10 mesi in barrique di ceramica da 400 litri – e Saldalama, prodotto da uve di lambrusco grasparossa, lambrusco di Sorbara e trebbiano modenese.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Amelia De Francesco

Napoletana di nascita e lucchese di adozione, parte dalla critica letteraria per arrivare poi a raccontare di cibo e di vino (che sono anche le sue passioni). Adora viaggiare e va matta per la convivialità che si crea intorno alla tavola

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