12-11-2022
La piccola cooperativa nell'Aube si presenta
Per capire gli Champagne della piccola cooperativa di Coteaux du Landion, bisogna fare un salto nel passato, di oltre un secolo. E capire chi era Gaston Cheq.
Gaston Cheq era, in sostanza, una sorta di sindacalista del tempo, che cercava di dare voce ai piccoli produttori dell’Aube, da sempre terra vocata per il Pinot Noir.
I vigneti sono prevalentemente a Pinot Noir
Così intervenne Gaston Cheq che, sostenendo che il Pinot Nero dell’Aube potesse portare alla produzione di vini ottimi anche se fuori dalla zona della denominazione ufficiale, fece crescere tutta l’area, dimostrando il potenziale di questi prodotti. Alla fine, dopo anni di guerre intestine, l’ingiustizia venne cancellata: grazie a Gaston Cheq i produttori dell’Aube rientrarono a far parte di diritto della denominazione Champagne.
La cantina di produzione
Cinque i prodotti assaggiati durante una degustazione di presentazione avvenuta alla recente Milano Wine Week. Il Brut non millesimato è comunque realizzato da una sola annata, senza vini di riserva. Pinot Noir all’80%, Chardonnay al 20%, 48 mesi sui lieviti, con una naso ampio e fruttato e una buona bevibilità. La scelta stilistica del maître de cave in tutti gli Champagne è quella di una bassa pressione, e quindi un’effervescenza molto limitata, che comunque porta a un’ottima bevibilità. Altra scelta importante è quella dell’assoluta mancanza di legno in tutti i prodotti: questo per valorizzare al meglio la qualità delle uve.
La gamma dei prodotti: oltre ai cinque degustati da noi, anche un Demi-Séc
Il terzo assaggio è il Blanc de Blancs, uno Chardonnay in purezza, 72 mesi sui lieviti, millesimo 2015, annata considerata tra le migliori di sempre per questa uva. Nonostante la lunga permanenza sui lieviti, che gli conferisce una grande ampiezza, questo Champagne gode di una grande acidità e sapidità in bocca, che gli permette anche di essere particolarmente adatto a ogni tipo di abbinamento, anche ai più azzardati.
Il Pinot Noir è il cuore della cooperativa
Il Blanc del Noirs Extra Brut Millesimé, invece, è l’esaltazione del Pinot Noir in purezza: annata 2011 – non una vendemmia particolarmente facile – con 84 mesi sui lieviti. Qui escono le varie sfaccettature del Pinot Noir, dalle spezie, alla frutta secca e anche un po’ di agrume. In bocca è teso, volutamente tagliente ma anche profondo. Un vino forse non per tutti i palati, ma gli appassionati sapranno certamente apprezzare.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Lo chef Domenico Stile e il maître Rudy Travagli dell'Enoteca La Torre di Roma hanno accolto la presentazione di Dom Ruinart Blanc de Blancs 2013
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.