12-11-2022

Champagne Gaston Cheq, l’orgoglio dell’Aube e del Pinot Noir

La presentazione della piccola cooperativa francese, tra storia e futuro: 80 soci per 180 ettari vitati, con bollicine di grande bevibilità

La piccola cooperativa nell'Aube si presenta

La piccola cooperativa nell'Aube si presenta

Per capire gli Champagne della piccola cooperativa di Coteaux du Landion, bisogna fare un salto nel passato, di oltre un secolo. E capire chi era Gaston Cheq.

Gaston Cheq era, in sostanza, una sorta di sindacalista del tempo, che cercava di dare voce ai piccoli produttori dell’Aube, da sempre terra vocata per il Pinot Noir.

I vigneti sono prevalentemente a Pinot Noir

I vigneti sono prevalentemente a Pinot Noir

Eppure all’inizio del secolo scorso, quando si dovevano disegnare i confini dell’area produttiva dello Champagne, la zona dell’Aube fu “tagliata fuori”. Ma non solo: il governo andò oltre e dichiarò che i vini ottenuti da uve non provenienti dalla zona di denominazione non potevano rivendicare il nome Champagne. Un danno enorme.

Così intervenne Gaston Cheq che, sostenendo che il Pinot Nero dell’Aube potesse portare alla produzione di vini ottimi anche se fuori dalla zona della denominazione ufficiale, fece crescere tutta l’area, dimostrando il potenziale di questi prodotti. Alla fine, dopo anni di guerre intestine, l’ingiustizia venne cancellata: grazie a Gaston Cheq i produttori dell’Aube rientrarono a far parte di diritto della denominazione Champagne.

La cantina di produzione

La cantina di produzione

La cooperativa di Coteaux du Landion, nata nel 1961, dovendo scegliere un nome per i propri prodotti, ha così deciso di rendere omaggio a questo personaggio così importante per la zona: nascono così gli Champagne Gaston Cheq. La cooperativa è una tra le più piccole dello Champagne e la più piccola dell’Aube: si tratta di 80 soci, per 180 ettari, in prevalenza – ovviamente – Pinot Noir, ma anche Chardonnay e Meunier. Questi prodotti sono distribuiti in Italia dall’azienda sarda Acquaspiritosa.

Cinque i prodotti assaggiati durante una degustazione di presentazione avvenuta alla recente Milano Wine Week. Il Brut non millesimato è comunque realizzato da una sola annata, senza vini di riserva. Pinot Noir all’80%, Chardonnay al 20%, 48 mesi sui lieviti, con una naso ampio e fruttato e una buona bevibilità. La scelta stilistica del maître de cave in tutti gli Champagne è quella di una bassa pressione, e quindi un’effervescenza molto limitata, che comunque porta a un’ottima bevibilità. Altra scelta importante è quella dell’assoluta mancanza di legno in tutti i prodotti: questo per valorizzare al meglio la qualità delle uve.

La gamma dei prodotti: oltre ai cinque degustati da noi, anche un Demi-Séc

La gamma dei prodotti: oltre ai cinque degustati da noi, anche un Demi-Séc

La dimostrazione arriva dal Rosé, stesse percentuali e stesso affinamento, ma ottenuto con il metodo del salasso. Profumi di frutti rossi si aggiungono a note floreali di rosa e violetta. In bocca è piacevole, anche se non particolarmente profondo.

Il terzo assaggio è il Blanc de Blancs, uno Chardonnay in purezza, 72 mesi sui lieviti, millesimo 2015, annata considerata tra le migliori di sempre per questa uva. Nonostante la lunga permanenza sui lieviti, che gli conferisce una grande ampiezza, questo Champagne gode di una grande acidità e sapidità in bocca, che gli permette anche di essere particolarmente adatto a ogni tipo di abbinamento, anche ai più azzardati.

Il Pinot Noir è il cuore della cooperativa

Il Pinot Noir è il cuore della cooperativa

Il Millésime 2015 è invece la cuvée di cantina, realizzata da uve provenienti da tre microparticelle: 40% Pinot Nero, 40% Chardonnay e 20% Meunier. Il vino è volutamente molto complesso e ricco al naso, dove la frutta questa volta si accompagna a spezie dolci. In bocca è di struttura, avvolgente e lungo.

Il Blanc del Noirs Extra Brut Millesimé, invece, è l’esaltazione del Pinot Noir in purezza: annata 2011 – non una vendemmia particolarmente facile – con 84 mesi sui lieviti. Qui escono le varie sfaccettature del Pinot Noir, dalle spezie, alla frutta secca e anche un po’ di agrume. In bocca è teso, volutamente tagliente ma anche profondo. Un vino forse non per tutti i palati, ma gli appassionati sapranno certamente apprezzare.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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