The Golden Vines Award è un evento benefico che nasce nel 2021 a Londra. È pensato per sostenere programmi di educazione del vino come materia di inclusione e diversità attraverso la Gérard Basset Foundation, fondazione no profit creata dopo la scomparsa, nel 2019, di uno dei più autorevoli educatori e comunicatori del vino – tra i titoli di Basset, Master of Wine, Master Sommelier e Officer of the Order of the British Empire.
La seconda edizione ha scelto Firenze, animata pochi giorni fa da masterclass, cene di gala con grandi cuochi italiani e un’asta di beneficenza tra le più prestigiose al mondo, con tutti i più grandi vini del pianeta, annate e formati introvabili, un catalogo a disposizione di una clientela che ha partecipato attraverso un circuito esclusivo all’asta.
Noi di Identità eravamo presenti. Abbiamo chiesto a Gabriele Gorelli, Master of Wine italiano e brand ambassador The Golden Vines Awards di riassumerci il senso dell’evento: «È una kermesse che si propone di fare la differenza nel campo del vino, spirits e ospitalità di livello. La volontà è quella di democratizzare la scelta delle eccellenze nel settore, interrogando oltre 950 operatori. Un settore che, per diversi motivi, non è molto diversificato a livello di provenienza, estrazione e background dei propri protagonisti. I fine wines diventano uno strumento per fornire borse di studio a giovani di tutto il mondo, passando così da elitari e austeri a empatici e inclusivi».
Nel corso della cerimonia di premiazione, condotta da Ronan e Storm Keating nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, lo storico municipio di Firenze, gli ospiti hanno goduto di un menu speciale creato da Massimo Bottura e dal team dell'Osteria Francescana. L’abbinamento comprendeva Dom Pérignon P2, Dom Pérignon Rosé, Trimbach Clos Sainte Hune, Château Cheval Blanc, Château d'Yquem en Magnum e cognac Richard Hennessy. Facciamo i complimenti all’impeccabile motore organizzativo, firmato da Liquid Icons e Lewis Chester, in primis grande amico di Gérard Basset nonché collezionista di vino e ideatore di Golden Vines.

Massimo Bottura, Gabriele Gorelli e Lewis Chester
GOLDEN VINES AWARDS 2022
Szepsy Winery, Tokaji, Ungheria
Best Fine Wine Producer in Europe Award
Ridge Vineyards, Santa Cruz Mountains, California, Stati Uniti
Best Fine Wine Producer in the Americas Award
Penfolds, South Australia, Australia
Best Fine Wine Producer in the Rest of the World Award
Louis Roederer, Reims, Francia
The Sustainability Award
Wine-Searcher, Nuova Zelanda
The Innovation Award
The Sadie Family Wines, Swartland, Sudafrica
The Best Rising Star Award
Domaine de la Romanée Conti, Borgogna, Francia
The World’s Best Fine Wine Producer Award
István Szepsy, Tokaji, Ungheria
The Hall of Fame Award
Becky Wasserman, “the late Burgundian pioneer”, Beaune, Francia
The Honorary Award
Grant Ashton, Founder & Ceo, 67 Pall Mall, Regno Unito
Wine & Hospitality Entrepreneur Award

Le coreografie di Palazzo Vecchio
Ogni vincitore ha ricevuto un trofeo in un cofanetto appositamente progettato e prodotto da Gucci, sponsor di Golden Vines. Il trofeo, a forma di tappo di champagne gigante, è stato prodotto da Amorim Cork e dal titolare del mandato reale
Grant MacDonald, con le opere d'arte dell'artista etiope-italiano RED e la direzione creativa di
Shantell Martin, artista e direttrice artistica di Golden Vines.
L’edizione 2022 dei Golden Vines Awards si è chiusa con oltre un milione di sterline raccolte per finanziare la diversità e l’inclusione nel campo del vino e degli
spirits. Nel 2023 gli Awards si terranno a Parigi (col passaggio di testimone Massimo Bottura – Alain Ducasse), nel 2024 a New York, nel 2025 a Singapore e nel 2026 a Madrid. Ancora una volta, l’atmosfera di Palazzo Vecchio ci ha fatto comprendere quanto il vino sia strumento e viatico culturale efficace come nessuno.