28-01-2022
I produttori di Oltrepò - Terra di Pinot Nero durante la manifestazione a Milano
Il vero scandalo dell’Oltrepò Pavese è quello di non riuscire a valorizzare una zona vitivinicola tanto affascinante e ricca. Ma purtroppo la parola scandalo è stata troppo spesso associata all’Oltrepò Pavese per altri e ben più tristi motivi.
Una situazione che ben conoscono i produttori pavesi e che vogliono rialzare la testa. In particolare nei mesi scorsi si è fatto avanti un gruppo di 23 produttori che ha scelto come proprio portabandiera il più nobile dei vitigni della zona: il Pinot Nero. Con la speranza che tra gli esperti del mondo del vino, ma anche e soprattutto nei consumatori, il pensiero del Pinot Nero in Italia possa condurre immediatamente in Oltrepò Pavese.
Una suggestiva immagine dell'Oltrepò Pavese
Il gruppo, che si chiama “Oltrepò – Terra di Pinot Nero”, attualmente è composto dalle cantine Alessio Brandolini, Quaquarini Francesco, La Travaglina, Pietro Torti, Ballabio, Bruno Verdi, La Versa, Scuropasso, Giorgi, Castello di Cigognola, Conte Vistarino, Cordero San Giorgio, Finigeto, Frecciarossa, Giulio Fiamberti, La Genisia, La Piotta, Manuelina, Marchese Adorno, Monsupello, Montelio, Tenuta Mazzolino e Tenuta Travaglino.
Armando Castagno, Alessio Brandolini e Filippo Bartolotta durante l'incontro
Entrando nello specifico, si capisce come l’Oltrepò sia un territorio dal grandissimo potenziale, purtroppo non sempre sfruttato al meglio. «I terreni sono vari: argilla, poi si sale e si trovano suoli più calcarei, con vene gessose, che portano la sapidità. E poi ancora terreni più tortoniani lungo le vallate. Si formano colline che somigliano a piccoli “panettoni”, con esposizioni praticamente a 360 gradi, ma anche con fortissime escursioni termiche, senza contare l’influenza i numerosi venti».
Un territorio ricco dove è possibile crescere
Armando Castagno, grande conoscitore di Pinot Nero, ma soprattutto tra i massimi esperti di Borgogna, ha voluto sottolineare come l’Oltrepò abbia una grande potenzialità legata al terroir. Ma nel senso più “francese” del suo significato. «In Francia – spiega Castagno – c’è una definizione precisa di terroir, che più o meno fa così: è uno spazio geofisico delimitato entro il quale una comunità umana ha costruito nella sua storia un sistema di sapere collettivo basato sulle interazioni reciproche di questi tre elementi: comunità, terreno, vitigno. Gli interessi così messi in gioco rivelano una originalità, delineano una tipicità e sfociano in una reputazione». Originalità, tipicità e reputazione: elementi chiave per il rilancio. «L’importante è non scimmiottare la Borgogna, per individuare la propria cifra stilistica».
Dietro a Castagno, Brandolini e Bartolotta, in piedi da sinistra, Francesca Seralvo e Ottavia Giorgi Vistarino
Ottavia Giorgi Vistarino, vice presidente del Consorzio di Tutela dell’Oltrepò Pavese, ma anche una delle anime di Terra di Pinot Nero, ha voluto fare alcune fondamentali precisazioni. «Noi siamo un gruppo indipendente, ma la nostra iniziativa ha avuto il patriocinio del Consorzio. Non c’è alcun contrasto, ma dobbiamo pensare che il Consorzio tutela tutta la denominazione nella sua interezza».
Il passaggio fondamentale è quello del “far sapere”, visto che anche solo a Milano – ammettono i produttori – è difficile far conoscere la qualità del Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese, non tanto agli operatori del settore, ma ai consumatori.
Un momento della degustazione dei vini
Che poi, a ben vedere, non sono nemmeno novità, perché il Pinot Nero fa parte delle radici storiche dell’Oltrepò. La novità, invero, è la voglia di uscire dai preconcetti, dalle logiche delle damigiane e del vino da caraffa in trattoria, mostrando come ci sia una grande qualità che va ben oltre al “dire comune”.
Ancora una splendida immagine dell'Oltrepò Pavese
La dimostrazione si è avuta nell'assaggio dei vini, sia i Pinot Nero vinificati in rosso, sia quelli in Metodo Classico: la qualità ma soprattutto la finezza di questi prodotti è elevatissima, tutti e 23 i produttori hanno mostrato la forza di questo vitigno che in Oltrepò Pavese ha trovato una casa accogliente, che lo ha saputo valorizzare.
Metodo Classico e vinificato in rosso: il Pinot Nero è protagonista
Difficile? Sì, ma se l’operazione è condivisa da tutti i produttori, magari anche da chi non ha vigneti a Pinot Nero, può diventare una “chiave di volta” per dimostrare quanto di buono si può fare in Oltrepò Pavese che resta una delle zone più sottovalutate d’Italia. Ma la manifestazione di Milano, con questi 23 produttori, è un segnale: Oltrepò, si può.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Francesca Seralvo nella cantina di affinamento di Tenuta Mazzolino
Francesca Seralvo è stata eletta presidente del Consorzio di Tutela Vini dell'Oltrepò Pavese