08-11-2021
Alcuni dei rossi dell'azienda Pakravan Papi, a Riparbella, in provincia di Pisa: il Campo del Pari, il Beccacciaia, il Cancellaia di Riparbella, il Gabriccio e il Prunicce
Riparbella, in provincia di Pisa, una porzione di Toscana poco nota enologicamente parlando. Considerando la fama dell’intera regione e la gloria del gioiellino Bolgheri che è proprio lì a due passi. Siamo andati a conoscere l’azienda Pakravan Papi, un agriturismo che produce vino, olio e fa accoglienza nelle meravigliose case coloniche del 1700. Giungiamo a destinazione poco dopo il tramonto, ma riusciamo a incantarci davanti alla costa toscana, le isole, addirittura la Corsica.
L’azienda Pakravan Papi è anche agriturismo e la sua accoglienza prende vita in meravigliose case coloniche del 1700 da cui, la vista, vince il cuore dell'ospite
Sarà la luce del giorno dopo a svelarci l’intero scenario. Paesaggio incontaminato, bosco, macchia mediterranea, l’inconfondibile andamento lento delle colline maremmane. Scopriamo che l’azienda è proprietaria di ben 90 ettari di territorio, di cui 22 riservati all'allevamento delle viti. Solo 22, ci chiediamo noi ragazzotti di città, ma ci pensano l’agronomo Stefano Pinzauti e l’arboricoltore Stefano Lorenzi a svelarci l’approccio olistico dell’azienda. Tu chiamala se vuoi, agri-cultura. Coltivazioni e natura selvaggia, in un sodalizio di rispetto e analisi del territorio. Si lavora, ma si protegge il bosco. E chi il bosco lo conosce, sa bene che sarà proprio lui a proteggere i vigneti, in un tripudio di biodiversità reale, non solo raccontata. In natura, nulla avviene senza una ragione. Rien sans raison è il claim aziendale, non si fa nulla senza un motivo, senza approfondire. Oltre lo slogan, una filosofia di vita.
La tenuta, una storia di famiglia
Vi raccontiamo l’incontro originario, quello tra Enzo Papi, maremmano, il grande capo dell’azienda, e Amineh Pakravan, iraniana. Si conoscono a Firenze nel 1966, erano tra Angeli del fango, impegnati a salvare i libri della Biblioteca Nazionale dall’esondazione dell’Arno. Da allora, non si sono più lasciati. Sì, abbiamo sospirato anche noi. Oltre a loro, oggi ci sono i due figli Chiara e Leopoldo, c’è Francesca Filippone, compagna di vita di Leopoldo, c’è il lavoro di una bella famiglia sulle colline di Riparbella. Maremma settentrionale, a un passo dal mare. I venti freschi del nord, compensati dalle correnti tiepide che arrivano da sud, microclima perfetto per l’allevamento della vite, suoli minerali compresi. Il podere aveva già una sua storia vitivinicola alle spalle, ma quando i Papi lo rilevano, quello che trovano è un luogo incolto e selvaggio. La sfida, e insieme il sogno, è stata quella di riprendere la tradizione, utilizzando la tecnologia, ma rispettando l’ambiente. Fondamentale l’apporto del già citato agronomo Pizzauti, e del team di enologi: Graziana Grassini con Alice Bono. Quando le generazioni a confronto diventano un’ode al fare bene. Vino a parte, da Pakravan Papi si può anche dormire e noi l’abbiamo fatto, approfittando degli ampi appartamenti indipendenti, nel silenzio di una tenuta persa tra le colline maremmane. A disposizione degli ospiti, anche una piscina panoramica, un campo da tennis e l’area barbecue. Al momento, in tenuta non si fa ristorazione, ci si sposta nelle vicinanze, scegliendo il meglio del territorio.
I vini rossi
All'Osteria dei Pinzagrilli, a Guardistallo, Pici “cacio e pepe” con le briciole e il tartufo, in abbinamento con il Beccacciaia Pakravan Papi 2011
Per degustare i rossi dell’azienda, gli IGT Toscana rosso, abbiamo optato per Osteria del Pinzagrilli, nella vicina Guardistallo. Osteria moderna, come direbbe qualcuno. Tradizionale nel contenuto, ben strutturata nella forma, nei contenitori. Un approccio attento ai dettagli, fra tutti, emozionante l’assaggio dei Pici “cacio e pepe” con le briciole e il tartufo, in abbinamento con il Beccacciaia Pakravan Papi 2011. Merlot in purezza, di buona complessità, profumo di visciole, ma anche una ventata balsamica a favore di un tannino equilibrato, garbato. Lo annotiamo alla voce assaggio del cuore.
Completano la gamma, il Prunicce con il 60% di Sangiovese e 40% tra Cabernet sauvignon e Cabernet franc. Abbiamo assaggiato l’annata 2017, blend che sa essere fresco e potente. Il Gabriccio, Sangiovese piccolo in purezza, annata 2013 e sentirla tutta. Bella struttura per lunghi periodi di invecchiamento. Il Cancellaia di Riparbella, 60% di Cabernet sauvignon e 40% di Cabernet franc. Per noi, annata 2011, frutti rossi, ma anche compensative note balsamiche. Il Campo del Pari, 80% di Merlot ed il restante di altri vitigni a bacca rossa. Elegante e potente, un po’ la sfida dell’enologa Graziana Grassini. Al Merlot, aggiungere complessità e freschezza, a favore di un sorso che sa approfondirsi e resistere.
I vini bianchi
Il Ribellante, con il suo 70% di Riesling ed il restante di altre uve a bacca bianca è uno dei vini a bacca bianca prodotto dall'azienda
Chardonnay, Riesling, Malvasia toscana, per gli IGT Toscana bianco. In una terra da vini rossi, parte l’avventura Pakravan Papi alle prese anche con uve a bacca bianca. Per assaggiarli, abbiamo scelto Lo Scoglietto di Claudio Corrieri, ristorante di pesce a Rosignano, sul mare. Il Ribellante, con il suo 70% di Riesling ed il restante di altre uve a bacca bianca, fa una bella sintesi di sapidità e freschezza. Assaggiato nella sua annata 2019 con un’ottima selezione di crudi di mare.
Il crudo di mare presso il ristorante sul mare Lo Scoglietto di Claudio Corrieri, a Rosignano, Livorno
Il Cacciucco della casa, in perfetto abbinamento con i vini dell'azienda Pakravan Papi
Completano la gamma dei bianchi, la Malvasia di Riparbella in purezza, annata 2020 per noi, sorso fresco e senza eccessi. Infine, il Serra de’ Cocci con uve Chardonnay al 100%. Assaggiato il 2020 per un buon inizio di agrumi e mineralità. Per accompagnarli, vi segnaliamo il tradizionale Cacciucco della casa.
Conclusioni
Pakravan Papi ci ha colpito per serietà e scelte coraggiose. Bellissima la storia di famiglia, un amore fulminante che ha saputo rinnovarsi, strutturarsi.Impossibile non ringraziare anche la giornalista Francesca Ciancio per l’ottimo lavoro di incoming a favore degli operatori del settore. Far conoscere un’azienda senza ricorrere alle fanfare, accendere i riflettori, favorire l’enoturismo. In una parola, umanità. Rien sans raison.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare
Lo chef Leonardo Norcini
Il Castello di Casole, A Belmond Hotel, in Località Querceto a Casole d'Elsa (Siena)
Lo chef Stefano Pinciaroli. Nel 2020 ha trasferito il suo Ps Ristorante alla Villa Petriolo, pochi chilometri da dove stava prima, sempre a Cerreto Guidi (Firenze) ma in aperta campagna, all'interno di una grande tenuta con agriturismo votato al biologico e all'ecosostenibilità