30-06-2021

Podernuovo a Palazzone, il sogno e la tenacia di Giovanni Bulgari

La cantina toscana al confine con Lazio e Umbria: «Acquistata nel 2004, abbiamo deciso di ripartire da zero»

Giovanni Bulgari è partito da zero, facendo nasce

Giovanni Bulgari è partito da zero, facendo nascere Podernuovo a Palazzone

Un’oasi verde, di vigne e ulivi, all’incrocio tra tre regioni: Podernuovo a Palazzone, che si trova appunto in località Palazzone, a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, ma in realtà è un crocevia tra Toscana, Umbria e Lazio.

Non siamo in un territorio particolarmente conosciuto o celebrato per i vini, le aree delle importanti Docg della Toscana come Montepulciano e Montalcino non sono lontanissime. Ma qui Giovanni Bulgari ha voluto intraprendere un’avventura che, senza pregiudizi, potesse valorizzare al meglio questa splendida oasi verde.

Giovanni Bulgari in mezzo ai vigneti di Podernuovo a Palazzone

Giovanni Bulgari in mezzo ai vigneti di Podernuovo a Palazzone

Il cognome non inganna: Giovanni Bulgari arriva proprio dalla notissima famiglia di gioiellieri, ma quella realtà è distante e soprattutto non riguarda la proprietà di Podernuovo a Palazzone. Qui, a Podernuovo, c’è solo l’idea di Giovanni Bulgari, innamorato di questo posto davvero meraviglioso e un po’ segreto, lontano anche dal turismo di massa, per realizzare vini (e olio) di grande livello e magari accompagnare i visitatori in un’esperienza unica.

«Ci troviamo a 400 metri di altitudine, in pieno Centro Italia – spiega Giovanni Bulgari - Abbiamo acquistato la tenuta nel 2004 e abbiamo deciso di partire completamente da zero, per quanto riguarda i vigneti: abbiamo ripiantato tutto, abbiamo lasciato solo gli ulivi. Nel 2007 abbiamo fatto la prima vendemmia, ma le prime vinificazioni sono del 2009».

La cantina è stata completata nel 2012

La cantina è stata completata nel 2012

Nel frattempo erano in corso i lavori per la realizzazione della nuova cantina, che è stata poi conclusa nel 2012.

«Abbiamo in totale 25 ettari, con anche 1000 piante di ulive qui a Palazzone e 2200 nell’altra azienda, in Umbria vicino a Corbara, con cultivar di Moraiolo, Leccino e Frantoio».

Giovanni Bulgari e Stefano Piccio nelle vigne

Giovanni Bulgari e Stefano Piccio nelle vigne

Come detto, l’azienda si sviluppa in una zona non particolarmente nota per la produzione vitivinicola.

«La mia è stata una scelta di cuore. Avevamo già un’azienda sul lago di Corbara. Poi, per un caso, abbiamo trovato questa realtà, che ci è piaciuta. È un luogo “vergine”, per questo mi ha affascinato. E poi qui ho una mano più libera. Ho scelto di fare Igt proprio per poter interpretare il Sangiovese a mio piacimento».

Stefano Piccio è il responsabile della produzione

Stefano Piccio è il responsabile della produzione

Insomma, un pensiero libero, svincolato dai paletti imposti da Doc e Docg, o anche solo da radicate tradizioni, per poter cercare di ottenere il meglio, senza eccessive restrizioni. Giovanni Bulgari, ben supportato dal responsabile di produzione Stefano Piccio, ha così potuto studiare i terreni e ragionare su cosa andava fatto per raggiungere il suo obiettivo. «I terreni sono un mix tra argilla e calcare, mentre dove è stato impiantato il Cabernet Franc c’è una maggiore presenza di argilla».

Podernuovo a Palazzone realizza un vino bianco, il Nicoleo, da Grechetto e Chardonnay: l’affinamento viene effettuato per il 25% in legno nuovo, mentre il 70% del prodotto fa malolattica. Si tratta di un vino dalla doppia espressione: immediato nei profumi, dalla buona intensità, ma con un supporto di acidità e sapidità che fanno pensare anche a una prospettiva, grazie anche alla buona struttura. Un vino da non prendere sottogamba.

Argirio, Sotirio e Nicoleo, i tre vini degustati

Argirio, Sotirio e Nicoleo, i tre vini degustati

Il Sotirio 2016, invece, rappresenta l’idea di Giovanni Bulgari di Sangiovese, vinificato in purezza. Affina per 12 mesi in botti da mille litri, prima di passare in cemento e infine in bottiglia. In questo vino, annata 2016, abbiamo trovato una grande eleganza, ma anche una nota di macchia mediterranea e di sottobosco che lo fanno “allontanare” dagli stereotipi del Sangiovese in Toscana.

Di struttura, ma non pesante, è un vino che nasce per essere da subito molto bevibile e di grande duttilità in fase di accompagnamento di un pranzo o una cena, ma che nel tempo potrebbe dare grandi soddisfazioni.

L’Argirio 2016 è un Cabernet Franc, «nato quasi per caso» spiega Giovanni Bulgari. Fermentazione in tini trococonici, affinamento in barriques per 10 mesi e poi in cemento: in questo caso la nota varietale non è prevalente, bensì rappresenta una delle varie sfaccettature di un vino complesso al naso, dove la frutta e la spezia sono prevalenti, e lungo al sorso.

Se consideriamo che, in sostanza, l’azienda ha iniziato a produrre con la vendemmia 2009, e che quindi è molto giovane, i due rossi sono già due fuoriclasse. Oltretutto hanno l’unicità determinata da quel “territorio vergine” che descriveva Giovanni Bulgari.

Infine a Podernuovo si sta sviluppando anche un percorso di accoglienza. Oltre alle visite guidate e alla degustazione, si ha la possibilità di prenotare un vero e proprio itinerario gustativo, con un’offerta di ristorazione in abbinamento ai vini dell’azienda. Un’esperienza da fare, perché Giovanni Bulgari ci tiene a fare tutto secondo il suo standard. Di altissimo livello.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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