Daniel Canzian
I taroz tradizionalidi Franco Aliberti
Dall'Italia Daniel Canzian: non si interrompe il fascino dell’Alta cucina veneta
Le sette nuove Comete di Lageder
I nomi possono sembrare un po’ strani: Bla Bla Bla, Tik XVIII e Le La XVIII. Ma anche Mùs XIX, Zie XVIII, Pipo3 e Le Tan XVIII. Nomi quasi da extraterrestri, ma in realtà sono dei vini. O meglio, delle Comete.
Stiamo infatti parlando del progetto sperimentale che dal 2017 la famiglia Lageder porta avanti nella sua cantina di Magrè, in Alto Adige. Sono spesso scelte coraggiose, per “vedere di nascosto l’effetto che fa”, citando Enzo Jannacci, o più semplicemente per capire come la natura faccia il suo corso anche nei vini.
Padre e figlio: Alois e Alois Clemens Lageder
Il nome ha un senso preciso: «Le comete lampeggiano, lasciano una scia e svaniscono – ricorda Alois Clemens Lageder - Alcune durano anni, altri solo pochi secondi. Possono illuminare un percorso che ci guida in ciò che facciamo ogni giorno. Alcuni di questi esperimenti svaniscono, altri diventano stelle e parte integrante del nostro assortimento».
La cantina di affinamento a Magrè
I nomi, in realtà, sono una sorta di codice: una sillaba del vitigno e il numero romano dell’annata. Il Bla Bla Bla è un’eccezione, che però è presto spiegata. «Si tratta di una cuvée di tre annate (2017, 2018 e 2019) di Blatterle, un vitigno autoctono dell’Alto Adige che è quasi completamente scomparso. Il Batterle era conosciuto 40 anni fa, adesso si parla solo di Lagrein e Schiava. Per assurdo, anche se autoctono, non è un vitigno ancora registrato e per questo non possiamo scrivere in etichetta il suo nome».
Le bottiglie delle Comete sono fatte tutte a mano, una a una
Il risultato è sorprendente: fresco, con note leggermente dolci al naso, con una grande intensità, dove spiccano le note di frutta bianca e gialla, e in bocca è ricco e pieno, ma con una piacevole acidità e un tenore alcolico decisamente basso (11%) che rende ancor più facile la beva. Bottiglie prodotte: circa 900.
I vigneti dell'Alto Adige Tik XXVIII (ovvero annata 2018) è un altro bianco, per la precisione Assyrtiko, vitigno che proviene dall’isola greca di Santorini. «Questo è un vitigno che mio padre ha iniziato a sperimentare già 20 anni fa – spiega Alois Clemens Lageder – Crediamo che qui in Alto Adige dia risultati molto interessanti. Per esempio nel 2015 era spettacolare, nel 2014 era acidissimo. Ma così è la natura. Per questa annata abbiamo usato il 10% da uva intera e poi barrique di quinto o sesto passaggio».
I vigneti dell'Alto Adige
Indubbiamente è un vino da abbinamento: la grande spalla acida è sicuramente un vantaggio, che trova anche un buon equilibrio in bocca. Ne sono state prodotte 253 bottiglie, gradazione alcolica 12,5%.
Il progetto sperimentale delle Comete è nato nel 2017
Come dice Alois Clemens Lageder, alcune Comete passano lasciando solo un ricordo. Ma crediamo che queste possano diventare esempi da seguire.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Una vista dell'hotel Winkler, 5 stelle a San Lorenzo di Sebato (Bolzano)
Oscar Lorandi presenta i Pinot Nero di Girlan
I vigneti di Nals Margreid: «Siamo benedetti dalla mano di Dio»
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo