21-03-2020
Una splendida immagine di Villa Odero
Cento anni di storia alle spalle, da celebrare con un vino che ha le radici nella tradizione ma che si proietta nella modernità.
Frecciarossa ha voluto festeggiare i 100 anni di vita, dal 1919 al 2019, lanciando anche un nuovo prodotto, l’Anamari, che vuole essere anche testimone delle caratteristiche del territorio, dell’Oltrepò Pavese.
La famiglia di Frecciarossa: Margherita Odero, Valeria Radici Odero e Carillo Radici
Una di queste, che ha poi aperto le strade per le esportazioni, è stata la bottiglia. Erano tempi, quelli, in cui il vino era venduto tutto sfuso. «Quando finì il proibizionismo negli Stati Uniti, nel 1933, siamo stati i primi a esportare lì il vino. Avevamo la licenza numero 19, primi ancora della Campari».
Il nuovo vino: Anamari
La storia della famiglia Odero arriva fino ai giorni nostri, con Valeria Radici Odero che ha ormai preso in mano le redini dell’azienda. «Abbiamo 20 ettari, che presto diventeranno 23 – spiega – La maggior parte sono dedicati al Pinot Nero. E non ne abbiamo mai abbastanza…».
Valeria Radici Odero all'interno di Villa Odero
E il legame con il territorio è forte: «Questi uvaggi sono nostri, solo nostri, un patrimonio dell’Oltrepò Pavese. E hanno un potenziale di invecchiamento molto lungo. Era il vino di mio nonno, che aveva chiamato Gran Cru».
La cantina di Frecciarossa
Come spiegato anche da Armando Castagno durante la presentazione ufficiale di questo vino, «la Croatina conferisce struttura, la Barbera acidità, e l’Uva Rara l’eleganza, in quanto la sua leggerezza va a portare maggiore finezza». Ne sono state prodotte 2.297 bottiglie e 50 magnum, da quel vigneto che è di solo mezz’ettaro. «Il vino appena uscito è un 2017 – spiega ancora Castagno - annata calda e precoce, che metteva a rischio i profumi. Ma in questo caso, la situazione è stata diversa». E lo dice il nome stesso dell’azienda, Frecciarossa, che non ha nulla a che vedere con i treni. «Deriva da Fraccia Rossa, ovvero frana rossa, perché qui è presente un terreno argilloso, che ben trattiene l’acqua» ha sottolineato Castagno.
Un momento della vendemmia
In bocca, poi, c’è una prevalente acidità che lo inserisce di diritto nei vini da invecchiamento. La bevibilità è buona, al momento, ma crediamo che l’evoluzione sia il “fattore in più” di questo prodotto.
La Riserva Villa Odero 1990, dal quale è poi nato l'Anamari
Senza dimenticarci comunque del Pinot Nero. L’azienda, infatti, ha le fondamenta solide grazie a questo vitigno, che gli permette di produrre sia spumanti di alto livello, sia rossi che riescono a unire struttura ed eleganza: assolutamente da provare è il Giorgio Odero Pinot Nero.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Raffaele Bonivento
L’idea di Appius è una sintesi di acini selezionati provenienti dai vigneti storici del comune di Appiano che in latino fa Appius
Davide Canina e Monica Pedrotto