Eric Ripert

Le Bernardin

155 West 51st street (tra 6th e 7th avenue)
New York
Stati Uniti
+1.212.5541515

Pochi cuochi hanno marcato la scena contemporanea di New York quanto Eric Ripert. Classe 1965, francese di Antibes, sulla Costa Azzurra, ancora bimbo trasloca con la famiglia ad Andorra, il piccolo paese al confine tra Francia e Spagna. A 15 anni torna in Francia a Perpignan, per imparare nella sua prima scuola di cucina. A 17 primavere gli si schiudono le porte della leggendaria Tour d’Argent di Parigi, all'epoca 3 stelle Michelin cui ne seguiranno alter 3, quelle del Jamin, al fianco di Joël Robuchon.

Nel 1989, il salto al di là dell’Oceano, una scelta che si rivelerà provvidenziale. Dopo una parentesi a Washington, nel 1991 è sous-chef a Manhattan al fianco di David Bouley. Ma è quando Gilbert Le Coze (suo maestro scomparso prematuramente, nel 1994) e la sorella Maguy lo chiamano a fare lo chef del Le Bernadin, che le cose cambieranno per sempre. Nel 1995, a soli 29 anni, Ripert ottiene le 4 stelle del New York Times, nella Grande Mela un risultato più ambito delle 3 stelle Michelin, che arriveranno a loro volta 10 anni dopo, ininterrotte fino ai giorni nostri, esattamente come l’attestato del quotidiano.

Il ristorante di Midtown è uno dei pochi a ottenere premi tanto dalla “vecchia scuola” quanto dai millennials: i riconoscimenti non si contano e nel 2017, Le Bernardin è 17mo nella World’s 50Best. Un primato cittadino costruito con piatti di perfetta scuola francese, declinata soprattutto sul pesce. Con signature simbolo come kindai maguro (tonno bluefin, pomodoro disidratato, croccante di parmigiano e olio alle olive nere) ed escolar (tonno bianco, fagioli di mare, chips di patate e salsa bernese).

Nel 2014 Ripert e Le Coze hanno aperto anche Aldo Sohm, a due passi dal Bernardin, un wine bar conviviale con grandi salumi e formaggi. E nel frattempo lo chef è diventato un notissimo volto mediatico e autore di una serie di libri blockbuster: “Le Bernardin – Four Star Simplicity” (1998), “A Return to Cooking” (2002), “On the Line” (2008) e “My Best: Eric Ripert” (2014, pubblicato dalla casa editrice del connazionale Alain Ducasse).

Ripert è molto attivo anche nel sociale: è vice-direttore di City Harvest, associazione di cuochi e ristoratori che raccoglie fondi e donazioni per gli indigenti della Grande Mela. Quando non è in cucina, sorseggia scotch whisky e si gode la quiete.

di

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt