Per puntare in alto, bisogna anche fare una selezione rigorosa e puntale. Soprattutto in un momento storico del vino, anche di difficoltà, sui mercati internazionali, dove il posizionamento diventa fondamentale.
Per questo motivo Edoardo Freddi ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti. Così da Efi (Edoardo Freddi international, l’agenzia commerciale che si dedica soprattutto alla distribuzione di vini all’estero) nasce Efi Fine Wines, che si “separa” dalla casa madre, per sviluppare un progetto di valorizzazione di alcuni produttori che rappresentano la “punta di diamante” di un portafoglio già molto convincente.

Edoardo Freddi seleziona i vini
«Si tratta di un nuovo progetto – spiega 
Edoardo Freddi durante un pranzo di presentazione al ristorante 
Daniel Canzian di Milano – Quest’estate abbiamo fatto una segmentazione del nostro portafoglio e abbiamo classificato i produttori. Così ci siamo resi conto che alcuni di questi erano in una categoria differente, più vicina al “tailor made”. Così nasce 
Efi Fine Wines, con l’idea di una evoluzione nei prossimi anni».
Realtà separate, con un direttore specifico proprio per Efi Fine Wines, cioè Martino Bettini. «A oggi – racconta lo stesso Bettini – Efi ha stretto rapporti internazionali, ponti, e accresciuto il portfolio molto eterogeneo. Ma soprattutto questo gruppo di produttori che abbiamo scelto aveva necessità di essere raccontato meglio, perché ogni realtà ha le sue peculiarità. I produttori fine wines hanno delle esigenze specifiche: raccontare con eleganza e precisione la propria storia. Per questo avremo, per Efi Fine Wines, delle allocazioni più alte, degli spazi dedicati alle fiere del vino, e un approccio diverso al mercato».

I vini scelti per la presentazione del progetto
 ha così giocato i suoi quattro assi: 
Michele Satta (Bolgheri), 
San Leonardo (Trentino), 
Monteverro (Maremma) e 
Montevetrano (Campania). «Vogliamo farci ambasciatori dei loro valori – spiega ancora 
Bettini – Perché il prestigio non è solo un punteggio, ma una credibilità radicata, che si esplica attraverso la qualità perpetrata negli anni».
Per entrare a far parte di EFI Fine Wines ogni azienda deve rispettare quattro criteri selettivi fondamentali: heritage, che identifica brand capaci di raccontare una storia nel tempo e custodire un’identità autentica; posizionamento ultra-premium, rivolto a produttori di vini unici, destinati ai migliori ristoranti, wine bar e collezionisti; riconoscimenti delle guide internazionali, a garanzia di una solida reputazione tra critici, testate e operatori del settore; sostenibilità ESG, che premia pratiche responsabili e trasparenti, attente all’ambiente, alle persone e alla governance. «Una sostenibilità – spiega Edoardo Freddi – che non sia solo ambientale, ma anche sociale. Devono rappresentare il meglio del Made in Italy».
Le aziende sono di grande prestigio, come 
Montevetrano, raccontata dalla fondatrice 
Silvia Imparato: «Facevo la fotografa ma ho deciso che fare vino poteva essere la mia strada, così ho creato 
Montevetrano. Scelta che poteva sembrare incauta, ma così non è stata».
E la traduzione di questo sforzo è arrivata fino a oggi, con il Montevetrano che è diventato simbolo di una Campania capace di proporre grandi vini rossi anche da invecchiamento. L’assaggio dell’annata 2022 ne è stata la conferma: Cabernet Sauvignon, Aglianico e Merlot, poi affinati in barriques per 12 mesi, trovano un grande equilibrio e una grande profondità in un vino che ha nella struttura e nella complessità i suoi capisaldi.
Margherita Chietti, invece, è marketing manager di 
Monteverro, azienda maremmana giovane, nata dalla visionaria passione di 
Georg Weber e della moglie 
Julia per il borgo di Capalbio. «Crediamo che visto il momento particolare che sta attraversare il mondo del vino, unire le forze stia diventando una scelta vincente» ha spiegato Margherita Chietti.
Il Monteverro 2021 rappresenta, in questo momento, una delle migliori espressioni di vino al passo con i tempi. Il vino, 45% Cabernet Sauvignon, 40% Cabernet Franc, 10% Merlot e 5% Petit Verdot, affina per 24 mesi in barriques, delle quali il 70% nuove, ma con grande attenzione alle tostature: un prodotto dal grandissimo potenziale, dove finezza e struttura trovano un piacevole connubio.

I marchesi Carlo e Anselmo Guerrieri Gonzaga
L’iniziativa di 
Efi Fine Wines è particolarmente apprezzata dal Marchese 
Anselmo Guerrieri Gonzaga, proprietario di San Leonardo. «
Edoardo Freddi è un grande imprenditore, ci eravamo apprezzati fin da subito.  Mi fa piacere vedere questa evoluzione, perché il mondo dei fine wines è molto complesso, ed è importante riuscire a controllare il prezzo, mantenere l’immagine e tutelare il marchio».
Il San Leonardo, dalla sua nascita nel 1982 a oggi, è diventato uno dei tagli bordolesi maggiormente apprezzati in Italia (e non solo). L’annata 2020, che poteva sembrare particolarmente secca, ha regalato un vino dall’estrema eleganza, quasi anche delicato al sorso, ma profondamente lungo.
Francesco Guazzugli della cantina 
Michele Satta (uno dei pionieri della zona di Bolgheri) spera molto in 
Efi Fine Wines. «È un progetto di cui abbiamo grandi aspettative, con questa nuova struttura che sicuramente saprà valorizzare il nostro prodotto. Speriamo che la famiglia di produttori coinvolti possa crescere».
Il GiovinRe di Michele Satta è un Viognier in purezza (fu Luigi Veronelli a suggerire il nome, semplicemente anagrammando la parola Viognier) che esalta particolarmente le caratteristiche del territorio. L’annata 2024 è ancora giovane, ma già si esprime per freschezza e intensità, senza essere mai pungente o aggressiva, ma lasciando un finale piacevolmente fresco e sapido.
Il futuro? Per ora si parte – come ha spiegato Edoardo Freddi – ma l’intenzione è di far entrare in questo gruppo altre aziende importanti, che rispettino sempre i quattro principi fondanti della Efi Fine Wines. Poi sarà il mercato a stabilire se questa sia stata una scelta lungimirante: di certo le promesse sono allettanti.