Le 5 Stelle dell’annata 2017 brillano, purtroppo, solo sulla carta. L’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano ci porta a fare una riflessione sulla valutazione dell’annata, alla quale il Consorzio due anni fa aveva dato il massimo punteggio.
Già allora, dato l’andamento così particolare della stagione, con la ormai celeberrima gelata di aprile e la successiva estate siccitosa, c’era qualche dubbio sulla reale potenzialità dell’annata 2017. Ricordiamo: 5 stelle è il massimo, l'annata eccezionale, quella da ricordare per tanto tempo.

Presentati in particolare i vini dell'annata 2017 e le Riserve 2016
Dubbi che, purtroppo, sono stati confermati dagli assaggi durante l’
Anteprima, ottimamente organizzata dal
Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano nella Fortezza in pieno centro città. Il rischio, con un’annata così difficile, era quello di avere delle gradazioni alcoliche piuttosto elevate, acidità non appropriate e una maturazione polifenolica non perfetta.
Insomma, era estremamente difficile trovare il giusto equilibrio tra i vari componenti. Ed è quello che si è riscontrato nei bicchieri di Vino Nobile di Montepulciano 2017: l’eleganza, che dovrebbe essere un elemento essenziale e caratteristico del Sangiovese di Montepulciano, non esce come dovrebbe, a scapito di vini dalla maggiore consistenza e grassezza e, come detto, da alcol piuttosto sostenuti e tannini non sempre aggraziati.

Andrea Natalini, Le Bèrne
Tra la trentina di campioni presentati, tra Nobile e Selezioni del 2017, ci sono piaciuti
Dei,
La Spinosa del
Molinaccio,
Le Bèrne e
Burberosso di
Metinella, con una buona interpretazione dell’annata, trovando un giusto equilibrio tra alcolicità e acidità: si tratta di 5 vini diversi tra loro, ma accomunati dalla finezza olfattiva e da una buona persistenza in bocca.

Alessandro Sartini, Il Molinaccio
Per quanto riguarda invece l’annata precedente, le Riserve 2016 hanno regalato qualche soddisfazione in più: segnaliamo
Carpineto,
Boscarelli,
Vallocaia di
Bindella e
Podere Casa Al Vento, con una media qualitativa abbastanza alta.
Oltre a Nobile 2017 e Riserva 2016, sono stati presentati alcuni campioni di annate precedenti: segnaliamo tra i Nobili 2016 Villa S. Anna e il Macchione, e le Riserve 2015 di Contucci e Bossona di Dei.
Da un punto di vista, invece, normativo, arriva una buona notizia: da pochi giorni è stata pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale la modifica del
Disciplinare del
Nobile (ma anche di
Rosso di Montepulciano e
Vin Santo di Montepulciano Doc), che prevede la dicitura
“Toscana” sulle etichette.

La degustazione alla cieca
Così, come sottolineato anche dal presidente del
Consorzio Andrea Rossi, che in passato è stato anche sindaco di Montepulciano, si dovrebbe evitare la confusione che attualmente esiste tra il
Nobile di Montepulciano e il
Montepulciano d’Abruzzo, identificando l’origine geografica. Meno confusione, senza dubbio, ma anche un valore aggiunto determinato proprio da quella Toscana che è conosciuta in tutto il mondo.
Infine, parliamo dell’ultima annata, la 2019, che ha ottenuto le 5 stelle. Speriamo che non si tratti di un giudizio troppo generoso, come è avvenuto per la 2017.
«I vini del 2019 – spiegano dal
Consorzio - sono molto interessanti e la qualità è molto buona. A livello analitico si rilevano ottimi valori di intensità e tonalità di colore, gradazioni alcoliche medio alte, buona dotazione di polifenoli totali e di sostanze estrattive, acidità e pH medi. All’assaggio i vini presentano colori intensi, ottima espressività aromatica varietale, concentrazione e una trama tannica di pregevole fattura». Aspettiamo e vediamo.