Quella della famiglia Maculan è una storia che deve essere raccontata in 40 vendemmie. Quaranta vendemmie che, come narra Fausto Maculan, iniziano con qualche insuccesso, qualche delusione, anche se poi sono costellate da grandi e piccoli episodi che hanno portato questa azienda di Breganze a essere un punto di riferimento per l'enologia italiana.
Fausto Maculan inizia la sua fantastica avventura nel 1973, quando torna nell'azienda di famiglia con l’intenzione di fare vino di qualità. La prima vendemmia è quella dell'anno successivo, il 1974, ma i risultati non sono quelli attesi. «Il primo vino - spiega - l'ho fatto mischiando un po’ le uve che avevo in azienda. Ma non riuscivo a venderlo. Pensavo fosse colpa dell'etichetta, o della mancanza di una brochure, o ancora della poca pubblicità. Ma niente, non lo vendevo. Allora sono andato in giro, per capire dove fosse la qualità».

Le bottiglie di XL, Fratta e Torcolato assaggiate durante la degustazione
Viaggiare, scoprire, imparare: con questo credo
Fausto Maculan ha girato il mondo, partendo dai maestri francesi, per capire quale fosse la strada che doveva intraprendere per la sua azienda. «Non c’è zona vitivinicola al mondo dove i miei piedi non sono stati» spiega sorridendo. «Sulla scorta anche di quanto avveniva in Francia, con il
Beaujolais Nouveau, nel 1976 io assieme a
Gaja,
Negri,
Zanella di Ca' del Bosco e
Antinori siamo partiti con la splendida avventura del
Novello. Poi i primi risultati sono arrivati, ma io non ero mai contento, c’era sempre qualche vino che era più buono del mio. E io dovevo capire perché».
I suoi quarant’anni di lavoro, anzi, le sue quaranta vendemmie, sono quindi pieni di aneddoti, di ricordi, di incontri che gli hanno fatto capire che era sulla strada giusta, o che gli hanno cambiato la visione d'insieme. Dalla Francia alla California, fino alla barca del Principe Ranieri di Monaco, con quelle 120 bottiglie scambiate per un invito ufficiale per il giorno del varo della yacht. «Ho trascorso queste 40 vendemmie - ricorda Fausto Maculan - in parte senza capire cosa fare esattamente, all’inizio, poi ho iniziato a fare bene. Adesso ho compreso che mi devo anche fermare e lasciare il testimone».

I meravigliosi colori dei vini di Fausto Maculan
Perché la quarantesima vendemmia, celebrata con il vino
XL Quarantesima Vendemmia Fausto Maculan 2013, segna di fatto il passaggio di consegne del papà alle figlie
Angela e
Maria Vittoria. «Nel 2005 - spiega
Angela Maculan - ho partecipato al corso di sommelier, e mi chiedevano: “Cosa significa essere la figlia di
Fausto Maculan?”. E io ho risposto solo: “E’ mio papà!”. Ma da allora è scattato in me qualcosa, ho capito che c’erano tantissime persone che lo conoscevano. Ma soprattutto mi sono resa conto che ha scritto la storia del vino moderno. Per questo motivo abbiamo ritenuto giusto festeggiare con questa bottiglia». «Si tratta di un
Cabernet in purezza del 2013 - spiega
Maria Vittoria Maculan - vinificato in acciaio, affinato per 18 mesi in barriques nuove e per un altro anno in bottiglia. Sono state realizzate solo magnum, 300 esemplari tutti numerati». Un vino che rispecchia il carattere di
Fausto Maculan: prima di tutto buono, però anche ricco, pieno, solare, bevibile fin da subito e che darà soddisfazioni nell'affinamento.

La bottiglia di XL Quarantesima Vendemmia 2013: è un Cabernet in purezza, ne sono state realizzate 300 magnum numerate
E il primo assaggio, in anteprima, è avvenuto durante una degustazione al
Mandarin Hotel di Milano, seguita da una cena al ristorante
Seta, con lo chef
Antonio Guida. Durante la serata, oltre alla possibilità di assaggiare tutti i vini dell’azienda
Maculan, ci sono state due verticali: la prima di
Fratta, un pregevole blend di
Cabernet e
Merlot (2015 en primeur, 2005, 1998 e 1985), e la seconda di
Torcolato, il celebre vino dolce realizzato da
Vespaiola in purezza (2000, 1995, 1983 e 1978). Entrambi sorprendono per longevità: il
Fratta 1998, per esempio, aveva una freschezza incredibile e una profondità aromatica eccelsa. Il
Torcolato, che è un vino simbolo della cantina, se il 1978 sorprende per essere ancora “giovane”, il 1983 ha complessità e balsamicità uniche. Un bel modo per festeggiare 40 vendemmie.