29-04-2024
Viviana Varese e la sua nuova sfida: dal 18 marzo è chef del ristorante Passalacqua, nell'omonimo hotel extralusso di Moltrasio, sul Lago di Como, eletto migliore al mondo dalla 50 Best Hotels
Una sfida affascinatissima in un posto unico: l’hotel più bello del mondo dove, quando entri nell’alloggio che ti ospiterà per la notte, vieni accolto dal cameriere che ti ha portato qualche stuzzico, dalla fiorista che ha riempito di colori e profumi l’ambiente, dalla governante dedita a controllare che tutto risulti impeccabile. Siamo al Passalacqua sul lago di Como, primo posto assoluto per la The World's 50 Best Hotels. Per allineare il livello della cucina al resto, la proprietà - famiglia De Santis - ha deciso di chiamare uno chef di valore garantito. Anzi, una chef: Viviana Varese. Per lei, un cambio di vita e di prospettiva. Se le chiediamo cosa l’abbia convinta a intraprendere questa avventura, risponde sicura: «Voglio vivere pienamente quello che mi piace fare. Questo è un lavoro che mi regala continui stimoli e adrenalina, altrimenti starei a guardare la tv tutto il giorno».
Il Passalacqua all'imbrunire. Foto Ruben Ortiz
Giardino all'italiana digradante verso il lago. Foto Ruben Ortiz
La suite Bellini. Foto Ruben Ortiz
Le chiavi al Passalacqua recano un particolare dello stemma dei Lucini Passalacqua, i tre lucci, adottati come logo dell'hotel. Erano, i Lucini e i Passalacqua, due famiglie nobiliari d'antica storia, poi fuse in un unico ramo. I Passalacqua erano cosentini di origine normanna, approdati in Calabria nell'XI secolo al seguito di Ruggero I conte di Sicilia. Nella seconda metà del Cinquecento, Barbara Passalacqua sposò il nobile Giovan Battista Lucini di Como (a sua volta d'illustre stirpe: alcuni scrittori la fanno discendere dal console romano Fabrizio Lucino che guerreggiò con Pirro intorno al 280 a.C. e che avrebbe fondato la città di Lucimburgo, oggi Lussemburgo), creando il ramo Lucini Passalacqua. I tre lucci fan parte dell'araldica Lucini, lo stemma si trova anche nella cattedrale di Como. Foto Enrico Costantini
Aragosta cotta in burro a 62°, per 25 minuti, salsa con Marsala De Bartoli ed estrazione di dragoncello, foglie di cappero, purea di zucca. Tutte le foto dei piatti sono di Tanio Liotta
Pithivier d’agnello ripieno di foie gras, verza e mela cotogna sciroppata
Preparazione al tavolo della Crêpe Suzette
Si può cenare nella Sala delle Dame... (Foto Stefan Giftthaler)
...oppure della Sala Ovale. Foto Ruben Ortiz
Devono curare, oltre al ristorante principale, tanti altri aspetti. Della colazione s’è detto. Poi ci sono le amenities che accolgono nelle suite, il servizio del pranzo con 16 piatti diversi rispetto a quelli della sera, il carrello dei dolci per la merenda, le degustazioni in cantina, tante masterclass offerte agli ospiti (cocktail, pizza, pasta, gelato, vino…), la gestione delle barche coi tre menu da picnic dedicati, le coccole golose della notte. Gli eventi, i matrimoni… E l’altro ristorante tra la piscina e il giardino, con i crudi di pesce, il vitello tonnato, i fritti, il cordon bleu, la pizza… Qui, appena la stagione lo consentirà, la Varese ha intenzione di riproporre quel format Fuoco - quindi preparazioni raw sulla grigia o nel forno a legna - che già è stato un grande successo al Villadorata in Sicilia, ne abbiamo scritto.
Valentina De Santis, in rosso, festeggia la conquista dell'oro alla prima edizione della The World's 50 Best Hotels, la cerimonia si è tenuta a Londra lo scorso anno. Con lei sono il direttore Silvio Vettorello e Delia Facchini, responsabile delle pr del Passalacqua
Una grande sfida, per Viviana, come si diceva. È chiamata a sviluppare tecnicamente uno stile diverso da quello che le abbiamo riconosciuto finora, e quindi approcciare una cucina classica dandole il suo tocco, con le tecniche dell’oggi. «Mi prendo i miei tempi, è un progetto di lungo periodo, l’azienda deve crescere e strutturarsi, sono imprenditrice anche io e capisco la necessità di procedere passo dopo passo». Il suo entusiasmo è il vero segreto, «perché mi innamoro delle cose».
Ma Milano? Cosa le ha lasciato? «Sono fiera della mia esperienza meneghina. Quando ho preso la stella Michelin, nel 2012, eravamo solo in 10 (oltre ad Alice, anche Trussardi alla Scala, Joia, Sadler, Tano Passami l’Olio, Al Pont de Ferr, Unico, Innocenti Evasioni, Il Luogo di Aimo e Nadia). Milano è la mia città, lì ho la casa, la compagna, due locali. Quando sarò vecchissima vorrò morire a Maiorca, ma mi rimane il bagaglio ambrosiano che mi sono fatta, l’esperienza, il lavoro. Sono una stakanovista, non ho alcun l’attaccamento al denaro, investo tutto quello che ho in attività ulteriori».
Viviana Varese. Foto Azzurra Primavera
Intanto ci godiamo Passalacqua. Nei nostri assaggi, Patata in scrigno di pasta sfoglia, con crema di patata al lime, tuorlo d uovo, panna acida, erba cipollina e caviale Oscietra è perfetto, pienamente in linea con l'idea di cucina che si vuole portare avanti. Così come il Pithivier d’agnello ripieno di foie gras, verza e mela cotogna sciroppata, spettacolare oltre che buonissimo. Poi, certo, aristocrazia o no, Pasta mista, patate, pecorino, parmigiano reggiano, pistacchio e menta è un piattio che non smetteremmo mai di mangiare.
Tutti i nostri bocconi, nelle foto di Tanio Liotta.
Bouquet d’insalata, crema di pistacchio e croccante di pistacchio, blend di aceti, chips di amaranto, ormai un classico della Varese. Segue una Tartelletta di peperone con gazpacho, stracciatella e basilico
Grissini multicereali maison con crema di acciughe e tuorlo d’uovo grattugiato
Patata in scrigno di pasta sfoglia, con crema di patata al lime, tuorlo d uovo, panna acida, erba cipollina e caviale Oscietra
Astice, fondo di brodo di pollo, burro con carote e vaniglia, carote marinate
Pasta mista, patate, pecorino, parmigiano reggiano, pistacchio e menta nella zuppiera
Pasta mista, patate, pecorino, parmigiano reggiano, pistacchio e menta nel piatto
Aragosta cotta in burro a 62°, per 25 minuti, salsa con Marsala De Bartoli ed estrazione di dragoncello, foglie di cappero, purea di zucca
Dopo un predessert (Sorbetto pesca e verbena in acqua di pesca con olio di verbena) ecco la Crêpe Suzette
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
La brigata del W Villadorata, il ristorante del Villadorata Country House a Noto (Siracusa). Crediti fotografici @Victoria Holguin
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale