13-07-2016
Due generazioni, due stili, due caratteri (forti) in una cucina, quella de Il Desco a Verona. Il racconto di Elia e Matteo Rizzo, padre e figlio: dalle difficoltà iniziali all'equilibrio attuale, che dà (nuova) vita a piatti splendidi e complessi, come sono loro (foto Aromicreativi)
Dicono che Elia Rizzo sia un grande chef, ma con un caratterino… Burbero, dicono. Dicono poi che il figlio Matteo, classe 1984, sia bravo quanto il padre, e anche più comunicativo: magari non un affabulatore fluviale – buon sangue non mente – ma, insomma, pur sempre figlio di questi tempi social. Dicono anche che al loro Il Desco veronese si mangi sempre straordinariamente bene; che l’equilibrio tra lo stile più classico di Rizzo senior e la creatività di Rizzo junior sia ormai messo a punto, dopo le ovvie difficoltà iniziali causa – complice la crisi e chi più ne ha più ne metta – della perdita della seconda stella, nel 2014, si era in pieno passaggio generazionale, e mica semplice: «Si litigava, ho dovuto mettere freni a Matteo, non gli permettevo di stravolgere tutto…».
Qui c’è la prima notizia: Elia Rizzo ha invece uno splendido carattere. Meglio: ha carattere forte, consapevolezza, determinazione, «è difficile essere papà e chef. Oggi posso dire di essermela cavata, dai». Si scoglie, basta toccare i tasti giusti, gli argomenti che lo coinvolgono, Matteo su tutti (l’altro figlio, Pietro, 28 anni, è più defilato. Da un anno e mezzo se ne sta per conto suo a preparare ottime pizze al Leon d’Oro). Ed è questo il tema dell’articolo: padri e figli nella stessa cucina, quel passaggio necessario che abbiamo già raccontato da un differente punto di vista, quello di Aimo Moroni e la figlia Stefania, che però è splendida governatrice della sala, ai fornelli stanno i nipotini acquisiti Ale Negrini e Fabio Pisani (leggi qui e qui).
A Il Desco è nato Overture Gourmet: è un menu studiato nei tempi e nella leggerezza per essere l'ideale evoluzione del “pre-opera”. Overture Gourmet sarà disponibile, previa prenotazione, tutte le serate in cui va in scena il Festival Areniano. Con il valore aggiunto, in alcuni appuntamenti, della presenza esclusiva di un cantante lirico che eseguirà a cappella, durante la cena, alcuni dei brani più famosi dell'opera poi rappresentata. Clicca qui per maggiori info
Matteo ha nei confronti di Elia un misto di devozione e spirito competitivo: «Mio padre mi ha sempre affascinato per le sue capacità, che sono difficili da eguagliare. E’ magnetico, ci si ferma a guardarlo mentre danza tra le pentole, ha un naturale feeling con il cibo, che non ho visto in nessun altro. Sa trattare la materia con un tocco unico, e poi è anche un modello di imprenditore: ha aperto 14 insegne, oggi partecipiamo ad altri tre locali oltre a questo, io faccio fatica con uno». E però, c’è anche l’altro verso: «Ci scontravamo spesso, volevo scappare. Sarei voluto diventare come lui ma mi mancava l’aria, lo spazio». Nel frattempo studi liceali, poi Lingue all’università, la pallanuoto in A2 col Verona e nel weekend o in estate a dare una mano in cucina «ma mica per passione, solo perché mi faceva comodo avere qualche soldo».
Lo staff de Il Desco
Eppure oggi nei piatti de Il Desco – buonissimi – si trova un inatteso bilanciamento tra queste personalità complesse. «Io – dice Matteo – ci metto lo zampino su tante piccole cose, dalla mise en place all’approccio con la sala, fino alla rielaborazione di alcune nostre ricette storiche. I risotti, il baccalà». Un esempio? «Il risotto all’astice con l’erba cipollina, un long seller. La base è la stessa, però aggiungo polvere di coriandolo, lime… Poi ho introdotto nuove tecniche in pasticceria, sei croccantezze diverse, nuove cialde. Lui, ovvio, è più classico».
Il "nuovo" Risotto all'astice
Elia fa quello che è pronto a ritirarsi, Matteo non conferma mica: «Macché! Lo scontro continua, lui non vuole decidersi a mollare – dice sorridendo, eh, senza astio, anzi con immenso affetto – Siamo sempre due galli in un pollaio, anche se ci riesce bene. Io mi sento pronto a essere indipendente, scalpito, poi arriva papà in cucina e chiede: “Stasera che faccio?” e resta lì, non molla». Per fortuna almeno Alice, figlia di Matteo, è troppo piccola per inserirsi nella straordinaria disputa generazionale: ha poco più di un anno e mezzo.
Ma Elia e Matteo sono uno spettacolo, davvero. A Il Desco si mangia splendidamente, quella voce che abbiamo citato all’inizio era vera. E poi ci sono loro: i due galli sembrano di nuovo due stelle, appunto, a vederli parlare. Altroché.
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale