27-05-2014

Bottura mette l'Italia nel piatto

Aperto a Istanbul il nuovo locale del modenese, un viaggio di 6 mesi da Artusi alla Francescana

La giornata di Massimo Bottura, tra domenica e lunedì, a Istanbul per l’anteprima del suo Ristorante Italia: la telefonata di Matteo Renzi e quella di Carlin Petrini, l’sms di Oscar Farinetti a una ventina di opinion leader per annunciare che “ieri (domenica, ndr) sono successe in Italia cose turche e allora è giusto festeggiarle in Turchia”, il candidato del Pd a sindaco di Modena, e la soddisfazione di Vasco Errani, inossidabile presidente della Regione Emilia, Davide Groppi che chiama da Piacenza per sapere se ogni luce è al suo posto. E ancora un uomo di affari thailandese che vuole che il modenese apra un secondo Ristorante Italia a Bangkok e i ladri che a Modena, nella notte, hanno aperto una varco nella sua casa cercando chissà quale tesoro.

Massimo Bottura a Istanbul ha brindato con Borgogno

Massimo Bottura a Istanbul ha brindato con Borgogno

Insomma, non un secondo di tranquillità, con sua moglie Lara in missione nell’immensa metropoli, divisa dal Bosforo tra Europa e Asia, per trovare i fiori giusti per quella che sarà una serata bella e informale, tutti sulla terrazza chic di Eataly Istanbul, presente la trentenne e brillante proprietaria di una struttura costata centinaia di milioni di euro alla quale ha apposto il cognome di famiglia: Zorlu.

E in un centro commerciale (riduttivo) mai visto prima per varietà di negozi e ricchezza in mostra, a muoversi tra gli invitati Zulfikar Bekar, un imprenditore turco che sempre il gemello separato alla nascita di Umberto Bombana, chef tre stelle a Hong Kong. Farinetti padre a un certo punto lo presenta con una grassa risata: “Ci conosciamo da vent’anni. Nel ’94 mi chiamò per propormi di acquistare per la Unieuro lavatrici turche. Gli dissi che era un attimo ambizioso perché gli italiani non le avrebbero mai acquistate. Però lui è tenace e tornò alla carica quando seppe che avevo venduto tutto per iniziare a pensare a Eataly. Mi disse che voleva aprirne uno qui a Istanbul. Era il 2006 e non avevo ancora aperto a Torino”.

Il team che Massimo Bottura ha formato per il Ristorante Italia all'interno di Eataly Istanbul. Da sinistra verso destra: Bernardo Paladini, Daniele Montani e Michele Castelli, davanti Virginia Caravita

Il team che Massimo Bottura ha formato per il Ristorante Italia all'interno di Eataly Istanbul. Da sinistra verso destra: Bernardo Paladini, Daniele Montani e Michele Castelli, davanti Virginia Caravita

Viene da dire, adesso che quel sogno è realtà, che il cartello giusto da apporre all’ingresso è lo stesso che i tifosi del Napoli scrissero su uno striscione immenso la domenica del primo scudetto: “Scusate il ritardo”.

E in tutto questo Bottura si aggirava teso come corda di violino. C’è il suo nome e poi lui non è un marchettaro che firma di tutto, ci mette l’anima. E allora eccolo ricordare a più non posso che di “Francescana ce n’è una sola. Qui apriamo il Ristorante Italia, frutto di un lavoro che ci ha assorbito per sei mesi, l’esito finale di un viaggio dall’Artusi alla Francescana. C’è l’Italia e c’è quello che noi italiani sappiamo fare meglio come artigiani”.

Lo sguardo è puntato sul futuro: “Cibo, moda, vino, design, cuoio, illuminazione… siamo i più bravi e questo dobbiamo fare e esportare per risollevarci economicamente. Essere italiani fino in fondo”.

I Farinetti, il padre Oscar con i figli Francesco e Nicola, lunedì 26 maggio a Istanbul, hanno brindato all'eurovittoria elettorale di Matteo Renzi con Tignanello

I Farinetti, il padre Oscar con i figli Francesco e Nicola, lunedì 26 maggio a Istanbul, hanno brindato all'eurovittoria elettorale di Matteo Renzi con Tignanello

Chi verrà qui troverà un terzetto di ventenni e poco più cresciuti alla Francescana, Bernardo Paladini, Michele Castelli e Virginia Caravita. A coordinare la sala Daniele Montani e ai vini Kemer Ibrahim, turco. E il nome, Ristorante Italia, non è lì per caso. Ogni proposta porta la regione tricolore di riferimento. Il merluzzo è proposto in una vesta lucana, il polpo grigliato è di ispirazione laziale e i fusilli liguri per via del pesto. L’Abruzzo fa capolino con la cotoletta d’agnello (ne ho mangiate tre ieri sera esattamente come il risotto allo zafferano e ossobuco). Il piatto del formaggi idem: Bra duro e Castelmagno dal Piemonte, Parmigiano 36 mesi dall’Emilia. Il balsamico è di casa Bottura e lo ricordo perché il menù in calce riporta tre parole in inglese: FEEL AT HOME. Sentiti come a casa. La grande ospitalità italiana.


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
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