02-05-2012

Un Saracino in Cina

Il 18 maggio inaugura lo Shanghai Italian Center. E il ristorante sarà firmato da Gennaro Esposito

Dal 18 maggio, l'ex padiglione italiano dell'Expo

Dal 18 maggio, l'ex padiglione italiano dell'Expo di Shanghai riaprirà come Shanghai Italian Center. Al progetto partecipano diversi partner, dall'Ambasciata italiana in Cina all'Ice, dalla Triennale di Milano all'Istituto Italiano di cultura. E quattro soci fondatori privati Ferrari, Istituto Marangoni, Fondazione Altagamma e Lai Sun Group. Nelle intenzioni di tutti, il ristorante italiano di Gennaro Esposito sarà il più esclusivo di tutta la Cina

Venue che vince non si cambia. Al limite si fa un maquillage. Lo ha fatto Wembley in passato, lo farà il Maracanà per i prossimi mondiali, lo sta facendo l’ex padiglione italiano dell'Expo di Shanghai . Dopo aver visto varcare la sua soglia ben 7,2 milioni (su 72 totali) di visitatori nei 6 mesi della kermesse tra maggio e ottobre 2010, e dopo aver raccolto grandi consensi per il suo design innovativo e i contenuti non solo commerciali, ora il padiglione rinasce dalle sue ceneri e il 18 maggio riapre i battenti nelle vesti del Shanghai Italian Center.

Sotto la gestione del bravo Ferdinando Gueli (già vicedirettore Ice a Shanghai) l’idea del centro è quella di diventare un meeting point per aziende, professionisti, appassionati della cultura, amanti della buona cucina, seguaci del savoir vivre, tutto all’insegna del tricolore. Un tentativo già fatto peraltro in passato, con scarso successo, ma che questa volta si connota come vincente: per la prima volta infatti il meglio dell’Italia fa sistema. Incredibile a dirsi, lasciati da parte individualismi e querelle di campanile, istituzioni e privati si sono messi insieme con lo scopo di promuovere il made in Italy.

Gennaro Esposito, 42 anni. La sua Festa a Vico 2012 avrà luogo quest'anno dal 3 al 6 giugno

Gennaro Esposito, 42 anni. La sua Festa a Vico 2012 avrà luogo quest'anno dal 3 al 6 giugno

Ambasciata italiana in Cina, Ice, Triennale di Milano, Istituto Italiano di cultura, insieme con i 4 soci fondatori privati - Ferrari, Istituto Marangoni, Fondazione Altagamma e Lai Sun Group – e altri partner minoritari si lanciano in questa sfida che ha l’obiettivo di trasferire l’ago delle preferenze italiche a Shanghai dalla brulicante area di Puxi alla più defilata ma business-oriented area di Pudong. Ognuno avrà la sua parte: la Triennale di Davide Rampello organizza mostre stabili al primo piano del padiglione (dal 18 maggio: “Tradizione e Innovazione. L’Italia in Cina”, ricchissima mostra con le eccellenze italiche in tutti i campi dall’ archeologia all’high-tech); la Ferrari, sempre al primo piano, apre un suo spazio-museo, il primo nel subcontinente asiatico; Istituto Marangoni, nel secondo piano organizza una fashion exhibition e, nell’adiacente ex padiglione del Lussemburgo (anch’esso ora parte del Shanghai Italian Center) apre la sua prima scuola di fashion e design in Cina; e il gruppo Lai Sun, di Hong Kong, già gestore di Cipriani e del gigante del gruppo horeca Furama Hotels & Resorts International, prende in gestione il club privato del terzo piano e il ristorante del 4 piano.

Questi ultimi due piani saranno aperti con l’arrivo dell’estate però. L’idea del patron Gueli è infatti quella di aprire negli spazi del loft a vetrata con vista sullo Huangpu River quello che sarà il ristorante italiano più esclusivo di tutta la Cina. Nel toto-chef la scelta sembra caduta su Gennaro Esposito, della Torre del Saracino di Vico Equense, Napoli. Uno dei punti ancora in discussione, secondo fonti non ufficiali, è l’entità della presenza dello chef sul territorio. Da entrambe le parti in causa si vuole infatti garantire che alla reputazione dell’ottimo cuoco campano faccia anche seguito un'offerta dello stesso segno. La notizia dell’accordo dovrebbe essere data a breve.


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Claudio Grillenzoni

Giornalista col vizietto dell'esterofilia (da buon germanista) e del cibo (da buon modenese), ora vive felice in Cina, a Shanghai, tessendo ponti tra Oriente e Occidente

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