16-10-2018

Entre tapas e beijos: un diario (goloso) di viaggio - Terza parte

Dal Portogallo al sud della Spagna, passando per la regione del Jabugo. Poi Valencia, la Francia e il ritorno a Milano

Una vista notturna di Siviglia: prima tappa dell&#

Una vista notturna di Siviglia: prima tappa dell'ultima parte del viaggio ad alto tasso di tapas narrato dal nostro collaboratore Enzo Palladini

- Continua dalla seconda parte -

QUINTA TAPPA: CASCAIS - SIVIGLIA 
Ci sono vari modi per andare da Lisbona a Siviglia, ma solo uno consente di dedicare un piccolo pellegrinaggio alla terra d’origine del mitico jamòn iberico. L’amico Jaime, altro viaggiatore appassionato, prende un foglietto e scrive il percorso: si torna da Sao Joao do Estoril in direzione Lisbona, si prende l’emozionante ponte XV de Abril, si fa rotta verso Setubal, patria del suo amico (di lunghissima data) Josè Mourinho, si sfiora la città e poi si va verso Beja (dove esiste l’aeroporto con il minor numero di passeggeri al mondo), si tira dritto per Serpa e a Vila Verde do Ficalho si passa la frontiera.

Da lì la strada per Siviglia è indicata benissimo, ma in mezzo ci sono le montagne e soprattutto c’è Jabugo, un paesino pazzesco che dà il nome al Jamòn Jabugo, importantissima Dop di questo leggendario prodotto spagnolo. Deviazione breve ma intensa, pochi chilometri completamente occupati da salumifici e da salumerie. Per il viaggiatore goloso un’altra tacca da aggiungere al diario. Da lì a Siviglia è un attimo e i 48 gradi del capoluogo andaluso sembrano sferrare un colpo mortale all’entusiasmo del viaggio. 

Bar Patanchòn

Bar Patanchòn

Mai arrendersi però. Siviglia è una città che merita qualche sforzo con il suo Alcazar, con il suo centro storico delizioso, con la maestosità di Plaza de España. Soprattutto con le sue tapas, sempre buone, sempre di livello, con una menzione particolare per il Bar Patanchòn, nel famoso Barrio de Santa Cruz. Oltre a offrire delle piccole delizie da assaggiare, è anche un posto affascinante dal punto di vista estetico, con la sua aria antica (vera) e con alcune chicche storiche appese alle pareti. 

- Altri indirizzi golosi nel tragitto:
Aponientecalle Francisco Cossi Ochoa s/n, Cadice - Puerto de Santa María
Noorcalle Pablo Ruiz Picasso, 8, Cordoba

SESTA TAPPA: SIVIGLIA - VALENCIA 
Il caldo comincia a opprimere. La strada non aiuta a ravvivare la giornata, lunga e parecchio diritta. Voglia di cercare poca, ma poi a un certo punto scivola fuori da una borsa termica una busta di jamòn comprato a Jabugo. Piccolo stop in un paesino qualunque, alla prima panetteria stanno sfornando delle meravigliose baguette (qui le chiamano semplicemente “barras de pan”), ovviamente in un angolo del bagagliaio c’è un coltello da picnic. Pranzo di altissima qualità e basso costo.

Direzione Valencia, dove ci sarà qualche giorno di sosta per dare un’occhiata alla Ciudad de las Artes e de las Ciencias, al fantastico centro storico, per passare una bella giornata di mare nella splendida e lunghissima spiaggia di El Perellionet. Ovviamente per mangiucchiare e per bere, compreso un assaggio della famosa Agua de Valencia, spremuta d’arancia mista a spumante spagnolo, che durante l’estate è qualcosa di fenomenale. 

La miglior paella del mondo si mangia nello chalet di campagna di Salva, amico giornalista di Radio Comunidad Valenciana. La prepara il cognato in maniera sopraffina, proprio la valenciana classica, con pollo, coniglio e fagiolini piattoni. A parte arrivano due ciotole di cozze che sembrano bistecche, grandi, saporite, voluttuose. Ma ovviamente assaggiare questo capolavoro è privilegio di pochi e soprattutto una tantum. Ci si affida allora ai consigli di Amedeo Carboni, ex terzino di Roma, Parma e Sampdoria che nel 1997 è andato a giocare nel Valencia e da lì non si è più mosso, portandoci definitivamente tutta la numerosa famiglia. Amedeo dice che la miglior paella dalla città si mangia a Casa Roberto, ma questa volta non ci sono i tempi tecnici.

La cucina del Gran Azul

La cucina del Gran Azul

Non gli dispiace l’ambizioso L’Estimat vicino al porto nuovo, ma alla fine la scelta ricade sul Gran Azul e non ci si pente. Un posto di alta classe, dove il proprietario del Valencia Futebol Clube, Peter Lim, prenota le sue cene quando si trova in città. Bisogna ricordarsi di prenotare la paella prima di arrivare, altrimenti l’attesa si avvicina all’ora. Un’ora spesa bene con un po’ di tapas di classe eccelsa come il Cannellone di coda di toro, poi arriva una paella con filetto di cernia e gamberi rossi che giustifica un prezzo leggermente superiore alle medie spagnole. Alla fine di una mattinata di mare a El Perellonet una piccola deviazione conduce fino a El Palmar, paesino del parco naturale dell’Albufera dove ci sono quasi solo ristoranti e quasi tutti buoni, vera e propria patria della paella. 

- Altri indirizzi golosi nel tragitto:
Ricard Camarena al Bombas Gens Centre d'Artavenida de Burjassot, 54, Valencia
Sucede del Caro hotelcalle del Almirante, 14, Valencia
Quique Dacostacalle Rascassa, 1 Urb. El Poblet, Dénia - El Poblet

SETTIMA TAPPA: VALENCIA - TARRAGONA 
Quasi come bere un caffè. Da Valencia a Tarragona sono un paio d’ore, il complicato è muoversi nel centro di Tarragona capitandoci in un giorno di mercato. Ma da lì in poi è come stare su una scala mobile, prelevati e coccolati dagli amici Antimo e Marina, italiani residenti in zona da qualche mese. Più che la città vecchia (origine romana) e la maestosa cattedrale, si va alla scoperta dei dintorni: il paesino di La Mora proprio in riva al mare, il Castello di Tamarit dove si può entrare solo per partecipare a eventi (qui si sposò il calciatore spagnolo Andrès Iniesta) ma che si lascia ammirare anche da fuori. Soprattutto il paesino medievale di Altafulla, con il suo centro storico abbarbicato su una collina, un gioiello semisconosciuto ai più, che sguaina a sorpresa un tesoro gastronomico. 

Il ristorante Les Bruixes de Burriac fa parte di un incantevole albergo a quattro stelle ricavato all’interno di un vecchio chiostro. Ha anche un ingresso e una clientela autonomi e proprio entrando da quella parte si può apprezzare al massimo il suo charme. Un bellissimo gioco di vetrate mette a nudo tutta la ricchezza della cantina, esposta con luci adeguate. Il servizio è affidato a personale giovane ma molto preparato, lo chef Jaume Drudis ha idee moderniste ma che rispettano la tradizione spagnola.

Les Bruixes de Burriac

Les Bruixes de Burriac

L’antipasto è un Tris di mousse a base di acqua di pomodoro, avocado e salmone. Il Riso in infusione di formaggio stagionato presenta una cremosità che si sposa alla perfezione con la croccantezza dei pinoli, il pollo disossato compone un emisfero che sprigiona profumo e sapore. Si finisce con un dessert che gioca sulle consistenze, con il lampone cremoso e un crumble di gallette croccantissimo. Questo è il menù degustazione di stagione, ma ne esiste anche uno di mare che viene altrettanto ben servito e altrettanto ben preparato. Si può bere bene a prezzi contenuti oppure benissimo con ricarichi onesti. 

OTTAVA TAPPA: TARRAGONA - TOLONE 
Poco da raccontare se non una tappa interminabile, l’unico momento di noia in queste due settimane di esperienze esaltanti. Tanti chilometri, tante code e l’arrivo in una città dove poco sembra funzionare, lavori in corso nel centro, lavori in corso nell’hotel, luce che se ne va all’improvviso. Servirebbe una svolta. 

E alla sera, casuale ma cercata, una piccola svolta che trasforma la giornata, un ristorantino accogliente nel centro pedonale di Tolone, un’interessante band che suona musica dal vivo, tavolini all’aperto e tanto per non perdere il filo conduttore del viaggio, servono tapas alla francese. Ci sono di mare (ottime) e di montagna (idem), pesce fresco, salumi e formaggi di alta qualità. Un rosè fresco di Provenza contribuisce a ridare senso a tutto. C’è sempre una stella che protegge i viaggiatori incalliti.

- Altri indirizzi golosi nel tragitto:
I ristoranti di Barcellona sulla Guida di Identità Golose
Compartirriera Sant Vicenç, Cadaques
Els CasalsMasia Els Casals s/n, Sagàs

NONA TAPPA: TOLONE - CAGNES SUR MER 
Tappa aggiunta alla fine, tanto per prolungare tutto di un paio di giorni. Milano può attendere ancora un po’, purtroppo la Costa Azzurra è strapiena e dove c’è posto ci sono prezzi inavvicinabili. Cagnes-sur-Mer può essere una base di partenza comoda e abbordabile. Ma da Tolone per salire ci si deve per forza fermare a Saint Tropez, con dribbling stretto sugli acchiappaturisti del lungomare e pranzetto frugale a Le Petit Pointu nelle viette del centro storico. Cagnes-sur-Mer è anche la base giusta per passare un giorno in spiaggia a Juan-Les-Pins, mezz’ora di strada e non di più, però ha in serbo anche l’ultima sorpresa gradevole di un viaggio da ricordare. 

La Cave 5

La Cave 5

Sul lungomare di Cagnes, pur con un pochino d’attesa perché è proprio la sera della festa del paese e in strada ci sono migliaia di persone ad aspettare i fuochi d’artificio, si trova un tavolino a La Cave 5 che non è un vero e proprio ristorante, ma un bar à vin con – tanto per cambiare – delle irripetibili tapas alla francese, probabilmente dei formaggi tra i migliori della zona, dei salumi che vanno cercati dai produttori più raffinati, volendo anche un pinzimonio fatto di delizie. Tutto però parte da una cantina fantastica, che ha la sua avanguardia in una lunghissima vetrinetta all’interno del locale. Scegliere è abbastanza complicato, bisogna cercare di andare sul sicuro, ci sono anche molte mezze bottiglie che possono aiutare molto per raddoppiare gli assaggi. 

DECIMA TAPPA: CAGNES SUR MER - MILANO 
Piove. Un segnale inequivocabile. Ora di tornare a casa. Piccola sosta al supermercato di Nizza, si mette in auto qualche bottiglia di champagne che non fa mai male, un paio di Cremes de Cassis che in casa non occupano spazio. L’ultima tentazione dice di fermarsi per pranzo a Eze Village, ma ci si accontenta così. Per arrivare a casa sono circa tre ore, un saltino rispetto a quello che è stato fatto finora. E’ il momento di tornare alla vita normale, poi da domani si penserà al prossimo viaggio, magari senza tapas, non certo senza beijos. 

- Altri indirizzi golosi nel tragitto:
Balzi Rossivia Balzi Rossi, 2, Ventimiglia (Imperia)
Nove a Villa Della Pergolavia Privata Montagu, 9, Alassio (Savona)
Claudiovia 25 Aprile, 37, Bergeggi (Savona)
Il Vescovadovia Vescovado, 13 , Noli (Savona) 


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Enzo Palladini

Enzo “Charles” Palladini (Milano, 1965) è un giornalista della redazione sportiva di Mediaset dal 2002 dopo una lunga permanenza al Corriere dello Sport-Stadio. Una vita in 4 f: Family, Football, Food (& drink), f…. rock music

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