“Entre tapas e beijos” è il titolo di un lungo viaggio nell’Europa sudoccidentale, pensato e vissuto seguendo rotte suggerite dal cuore e dal gusto, ricco di romanticismo e di inguaribile golosità. Un percorso di 5000 chilometri, illuminato da spettacoli della natura e dell’ingegno umano, corroborato da buone etichette, sostentato da delizie della terra e del mare. Un titolo che se spiegato bene può rendere ancora di più l’idea di questo pellegrinaggio laico, pensato e realizzato in funzione di qualcosa da vedere, ma soprattutto di qualcosa da assaggiare e di qualcuno da incontrare.
In spagnolo le tapas – ogni goloso lo sa perfettamente – sono quei meravigliosi piattini di delizie che ballano sui tavoli per accompagnare una buona brocca di sangria o una bottiglia di spumeggiante cava, principale fonte di alimentazione durante questo viaggio. In portoghese “i” tapas sono gli schiaffi, quelli che il viaggiatore incallito rischia di prendersi in viso dalla moglie – brasiliana di nascita – nel momento in cui la signora scopre che i chilometri da fare in quella giornata sono 600 anziché 400 come era stato “erroneamente” promesso la mattina alla partenza.
Tapas che poi diventano “beijos” (baci sempre in portoghese) quando ci si trova di fronte a una paella che emana profumi paradisiaci o quando si stappa una bottiglia che non vede l’ora di essere spremuta fino all’ultima bollicina. Un viaggio fatto per davvero e come tutti i viaggi che si rispettino ha tre capitoli: il progetto, lo svolgimento e il ricordo. Dalle prime due fasi scaturiscono questa storia e questo ricordo, che magari possono diventare un’idea per qualcuno che abbia voglia di mettersi al volante, di cercare i posti giusti, di alternare il ritmo sostenuto della guida con quello rallentato delle soste a tavola.
PRIMA TAPPA: MILANO - PERPIGNAN
Ma sì, la Francia. Che poi non è il soggetto principale di questa storia, però si trova lì in mezzo. Ci tocca. Almeno per l’andata si prova a saltarla nel minor tempo possibile, la Mitsubishi ASX si accende prima dell’alba, all’ora di colazione è già praticamente Ventimiglia e poi giù, lungo quei nomi della Costa Azzurra che normalmente susciterebbero riflessioni lussuriose.
Niente da fare, giù dritti oltre Cannes, poi Marsiglia, accidenti a un maledetto ingorgo prima di Narbonne, ma ormai ci siamo, la prima tappa è Perpignan, tanto per andare controcorrente un posto dove nessuno va come turista, ma molti si fermano per fare una sosta.
Geopoliticamente è ancora Francia ma l’aria che si respira è palesemente catalana. Una Francia che sembra Spagna, anzi una Francia che sembra tutt’uno con quella che vorrebbe essere una repubblica indipendente affiliata a Barcellona. Centro storico delizioso, cattedrale da brividi, lungofiume impreziosito da decorazioni floreali. Niente male per una tappa quasi forzata.
Resta da capire sotto quale tavolo mettere le gambe. Rapido giro tra le proposte del centro. Tutte con un aspetto invitante, tutte addobbate per essere o sembrare tipiche. Meglio origliare qualcosa dalla popolazione locale. Salta fuori un nome:
La Maison Rouge (
41 Rue François Rabelais, Perpignan). Non è sulla rotta classica dei turisti, si trova in una vietta silenziosa dietro il complesso della Cattedrale. Quello è il posto.
Giardinetto esterno e arredamento sobrio. Subito è evidente che si tratta di un ristorante che vale e lo chef autoctono Xavier Chichorro ci mette corpo e anima per delle proposte che partono dal territorio ma spaziano molto tra terra e mare. Anche un semplice Salmone affumicato appoggiato su verdure croccanti diventa una piccola opera d’arte, anche se poi ci sono piatti su cui monsieur Chichorro si esprime con maestria, tipo il Maialino da latte iberico arrosto o un – solo apparentemente – scontato Foie gras della casa. Carta dei vini ben studiata, con molte etichette del Roussillon e qualcosa di interessante dal resto di Francia. Si parte bene.
- Altri indirizzi golosi nel tragitto:
Mirazur, 30, avenue Aristide Briand, Mentone
Panama, 13, Promenade de la Mer, Mentone
La Badiane, 6 rue Fernand-Bessy, Sainte Maxime
La Grange des Agapes, 7, rue du 11 Novembre, Cogolin
La Chassagnette, Domaine de l'Armellière , route du Sambuc, Arles
SECONDA TAPPA: PERPIGNAN - BILBAO
Un piccolo rinterzo verso nord (è un viaggio di piacere, mica un Gran Premio), si sfiora la turrita Narbonne, ma diventa irrefrenabile la necessità di una sosta a Carcassonne. Vista varie volte dall’autostrada in situazioni di fretta e ansia, la cittadella fortificata aveva da tempo un asterisco rosso. Il tempo c’è (non molto ma c’è), per il pranzo basta una baguette croccante, non prima di un meritato pit-stop alla Patisserie Bimas (7 Avenue Arthur Mullot, Carcassonne) dove vetrina e bancone espongono opere d’arte e dove alle classiche brioches merita un assaggio il millefoglie alla crema dalla scioglievolezza semidivina.

I gelati della Patisserie Bimas. E la cittadella di Carcassonne sullo sfondo
Non c’è nemmeno bisogno di cercare perché arrivando dall’autostrada e andando a parcheggiare in prossimità di Place Gambetta la si vede sulla sinistra in tutto il suo splendore. Carcassone (affollata, ma incantevole) diventa ben presto un ricordo con il suo millefoglie, un pezzo di campagna francese inondata dai girasoli, poi si fa rotta verso Tolosa sfiorando il centro di ricerca aerospaziale, poi lungo i Pirenei fino al bivio. Da una parte Bordeaux (una delle prossime mete di viaggio), dall’altra i Paesi Baschi. Su e giù per un’ultima manciata di chilometri, poi ecco Bilbao con il suo Mercado de la Ribera che sembra una gioielleria e invece vende pesce e verdure, con il suo lussureggiante Museo Guggenheim, con le vie intriganti del Casco Viejo.
Mai fidarsi dei luoghi comuni. Per noi italiani la Spagna è il luogo dove si pranza tardi, si cena tardi e si tira tardi in generale. Bene, i Paesi Baschi sono il contrario. Nel centro di Bilbao i locali chiudono quasi tutti alle 22 per una disposizione comunale. Chiudono proprio, nel senso che alle 22:01 vi dicono che la cucina non funziona più. Ma la strada alle spalle è tanta, l’orario è sfavorevole, per le mille eccellenze culinarie di Bilbao ci sarà tempo al prossimo viaggio.
Switch sulla modalità “pintxos”, la parola basca che equivale allo spagnolo “tapas”, assaggini della cucina locale che meritano comunque un ricordo e un biglietto da visita della
Taberna Iturriza (
Kale Barria 5, Bilbao). Si trova nella centralissima Plaza Nueva, piazzetta porticata e pedonale lastricata di tavolini dei bar di tapas. Occhio a non sbagliare, perché gli altri posti non hanno niente di male ma
Iturriza ha una storia e un senso. Fino a poco fa negli stessi vani sorgeva un negozio di arte sacra che si chiamava proprio Iturriza. Il proprietario è andato in pensione e ha lasciato l’attività al nipote, poco attratto da crocifissi e madonnine, più avvezzo a deliziare i suoi clienti con seppie nel loro nero, spezzatino ai funghi, patatas bravas (patate al forno croccanti con salsina leggermente piccante), crocchette di tutti i tipi. Sempre in modalità di pintxos appunto. Si ordina e poi si condivide.
- Altri indirizzi golosi nel tragitto:
Asador Etxebarri,
plaza San Juán, 1, Atxondo
Nerua,
avenida Abandoibarra, 2, Bilbao
Mugaritz,
Aldura Aldea, 20, Errenteria - Gipuzkoa
Azurmendi,
Barrio Legina s/n, Larrabetzu
Cenador de Amós,
plaza del Sol, Villaverde de Pontones - Cantabria
- Fine prima parte. Continua -