30-04-2018
La natura parla, l'esperienza traduce è l'ultimo piatto creato da Simone Cantafio, classe 1986, chef del Michel Bras a Toya. Lo ha presentato a un congresso nipponico, racconta la sua vita tra Calabria, Francia e Giappone
Ci sono la cipolla di Tropea e l'origano calabrese, un succo di piselli alla francese, un fiore di hémérocalle raccolto sulla spiaggia di Toya, la trota arcobaleno dello stesso lago, profumata con foglie di aglio orsino. La natura parla, l'esperienza traduce è l'ultimo piatto creato da Simone Cantafio, classe 1986, milanese (leggi: Lo chef che guarda il lago), dal 2015 chef e direttore del ristorante Michel Bras a Toya in Giappone. Ci sono la Calabria terra d'origine, la Francia dove Simone è cresciuto professionalmente nella Maison Bras e il Giappone, dove vive da tre anni.
Il World Cuisine Academic Meeting (le foto del congresso sono a cura dello stesso World Cuisine Academic Meeting di Hakodate)
Simone Cantafio presentato al World Cuisine Academic Meeting dal collega Masaaki Yokosuka, del MiYa-Vie di Sapporo, una stella Michelin
Per trasmettere emozioni bisogna prima viverle e così per settimane Simone ha lavorato per creare un piatto che raccontasse la sua storia, ci ha messo testa, cuore, ricordi, sentimenti e poi gli ingredienti. «Ecco quindi che il mio viaggio gastronomico ha preso forma - racconta - sono partito da ingredienti che rappresentassero le mie radici e quelle della mia famiglia (mamma e papa sono nati e cresciuti in Calabria, ndr). Ho scelto quindi la cipolla di Tropea e l'origano secco delle foreste calabresi, due ingredienti che hanno accompagnato la mia infanzia, profumi e sapori ai quali sono legato. La cipolla dolce e con un gusto sensuale, l'ho cotta al cartoccio facendole perdere la sua acqua e concentrandone gli zuccheri naturali, poi un passaggio rapido sulla brace. Volevo coinvolgere il pubblico in una sensazione che da bambino mi affascinava tanto, l'odore intenso di affumicato nelle camere dove venivano appesi i salami a maturare durante l'inverno, volevo che tutti per un istante si ritrovassero nella mia amata Calabria».
Simone Cantafio sul palco
La splendida vista dal Windsor Hotel Toya
L'unica difficoltà, se così si può definire, al World Cuisine Academic Meeting: «Sul palco pensavo in italiano, parlavo in francese e venivo tradotto in diretta in giapponese. Ecco: il mio viaggio e la mia cucina avevano un senso».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1968, giornalista professionista, corrispondente de Il Giorno dal 2000. Coautrice del libro Storie di cibo nelle terre di Expo. Poco addestrata ai fornelli, amante della buona cucina, adora raccontare le "anime" della tavola
Simone Cantafio al tavolo. Lo chef, da due anni a La Stüa de Michil dell'hotel La Perla di Corvara, in Val Badia, dal 7 dicembre inaugura un'altra insegna, nella stessa struttura: Incö, un unico tavolo conviviale con un menu del giorno basato sulle eccellenze di prodotto irripetibili che non possono avere fornitura costante, ma rappresentano piccoli gioielli
Michil Costa, illuminato ed eccentrico patron di strutture alberghiere storiche a Corvara e in Val d'Orcia. In questa chiacchierata con Paola Pellai delinea la sua concezione di turismo slow, rispettoso della natura, e dell'impresa turistica come comunità d'intenti
Lo chef Simone Cantafio alla Stüa de Michil dell'hotel La Perla, a Corvara, in Val Badia, Sud Tirolo. Al suo fianco è la maître Valentina Stani, bravissima, come tutto il personale di sala